sabato 30 luglio 2011

Testimoni del risorto

ESSERE TESTIMONI DI CRISTO
 

Per essere annunciatori e testimoni di Cristo non occorre essere santi...il nostro compito è semplicemente quello di dire "SI"...il nostro deve essere un atto di Fede!
Per chi ha fede, la Sacra Scrittura diventa Parola di vita...parola che dona la vita, messaggio d'amore di un Dio che nell'amore comunica il suo piano di salvezza e invita tutti gli uomini a rispondere con un "SI" a questa richiesta figlia di un immenso amore.
Gesù nell'annunciare l'adempimento di questo progetto d'amore con la venuta del Regno, si riallaccia alla predicazione dei profeti, servendosi di parabole con esempi che aiutano a comprendere e applicare il suo messaggio. Attraverso le parabole Gesù cerca di stabilire l'incontro e il contatto con Dio e gli uomini durante il cammino quotidiano dell'esperienza umana. Infatti nelle parabole la vita quotidiana diventa manifestazione dell'azione e della presenza di Dio, il quale non è solo racchiuso nella sfera del "sacro", inaccessibile
all'uomo, ma si rivela nella semplicità di tutti i giorni, nei gesti e nelle situazioni comuni di vita e attività degli uomini: genitori e figli, contadini e padroni, pastori e servi, mansioni religiose, tempo e denaro, banchetti e nozze e così via...Ecco il linguaggio di Dio umanizzato da Gesù.

Dio ci ama...l'amore è il centro della nostra esistenza perchè Dio è Amore. Questa è la grande rivelazione di Gesù : bisogna riconoscere e accogliere l'amore di Dio perchè quest'amore risplende nella creazione del mondo e dell'uomo ...perchè questo amore si realizza e umanizza nella storia attraverso Gesù, dono e manifestazione di Dio Padre, che continua per tutti i secoli con la presenza attiva del SUo Santo Spirito; si concretizza in ogni uomo e predilige proprio quelli che hanno più bisogno d'amore : tutti i poveri, gli infelici, i peccatori, gli emarginati.

Ave Maria!

Maria Maistrini

venerdì 29 luglio 2011

"MARIA HA SCELTO LA PARTE MIGLIORE, CHE NON LE SARA' TOLTA" (Lc 10,38-42)



"Maria, ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola; Marta invece era tutta presa dai molti servizi"

Per essere giusti dinanzi a Dio bisogna essere un pò Marta e un pò Maria, cioè fare agire il cuore attraverso la preghiera e le mani attraverso la carità,
esercitando così un'operosità di spirito e di azione.
Una donna che racchiudeva in sè "il cuore di Maria e le mani di Marta" era Madre Teresa di Calcutta che nella sua vita ha sempre fatto parlare il cuore
attraverso le sue azioni di carità, unendo in maniera costante la contemplazione di Dio e il servizio verso i derelitti.
Questo è l'insegnamento da cui tutti dobbiamo attingere per essere certi di
scegliere" la parte migliore", quella che non ci sarà tolta.

Maria Maistrini

mercoledì 27 luglio 2011

Invito incessante alla preghiera



i

La Madonna ci invita a pregare soprattutto per le famiglie che sono in difficoltà e in pericolo perché la minaccia del male nei momenti di fragilità spirituale è ancora più pericolosa. 
Innalziamo lodi, ringraziamenti e adorazione per i doni ricevuti da Dio Padre Onnipotente. Dio deve essere il centro della nostra vita, l'apice dei nostri pensieri. In Gesù, Dio è entrato nella storia dell'uomo.
Il Figlio di Dio è morto per noi, perché credendo in Lui
vivessimo per sempre; é diventato, nel tempo, quello che noi
siamo, perché nell'eternità partecipassimo alla Sua Gloria
(Gv 17,24); è risorto da morte per donarci la speranza
della vita immortale.
Gesù è la vita dell'anima e del corpo. Dio è diventato Figlio
dell'uomo perchè noi potessimo diventare figli di Dio.
L'Istituzione dell'Eucaristia è la più grande meraviglia
operata da Gesù, è il miracolo d'Amore da Lui operato per l'
intera umanità. Gesù diede ai Sacerdoti il potere di compiere questo miracolo "Fate questo in memoria di me" (Lc 22,19). Ecco
perché la benedizione sacerdotale è importante perché il
Sacerdote è elevato a strumento vivo di Gesù, eterno
Sacerdote.
Dobbiamo riconoscerci come membri attivi della famiglia di Dio, che ci ha concesso la libertà di scegliere, sempre e comunque...senza catene, ma tenendoci per mano. Siamo liberi di capire da soli dove si annida il male e dove fiorisce il bene...abbiamo il compito di scegliere per il meglio e di fare in modo che anche chi ci è accanto faccia la scelta giusta...Tutti noi, appartenenti alla stessa grande famiglia, abbiamo il dovere di fungere da guida per i nostri fratelli...perchè la fede non è individualismo ma è partecipazione, nella preghiera e nell'amore.


PREGHIERA DEL CUORE

"Padre sii misericordioso!
Non togliere da me il Tuo Volto!
Fa' splendere su di me la Tua Faccia".
A m e n...







Ave Maria!

Maria Maistrini




sabato 23 luglio 2011

"L'amore autentico e puro fra un uomo e una donna"

23 luglio 2011
“L'amore autentico e puro fra un uomo e una donna”
Non manchino ogni giorno un «Gesù ti amo» e una comunione spirituale - almeno -, in riparazione per tutte le profanazioni e i sacrilegi che Egli patisce per stare con noi. (Solco, 689)

E adesso, figlie e figli miei, permettetemi di soffermarmi su di un altro aspetto - particolarmente toccante - della vita di tutti i giorni. Mi riferisco all'amore umano, l'amore autentico e puro fra un uomo e una donna, il fidanzamento, il matrimonio. Mi preme di dire una volta ancora che questo santo amore umano non è qualcosa di semplicemente consentito o tollerato, accanto alle vere attività dello spirito, come potrebbe sottintendersi in quei falsi spiritualismi cui alludevo dianzi. Sono quarant'anni che sto predicando a viva voce e per iscritto tutto il contrario, e finalmente cominciano a comprenderlo quelli che non lo capivano.

L'amore che conduce al matrimonio e alla famiglia può essere anch'esso un cammino divino, vocazionale, meraviglioso, una strada per la completa dedicazione al nostro Dio. Fate le cose con perfezione, vi ricordavo, mettete amore nelle piccole attività della giornata, scoprite - insisto ancora - quel qualcosa di divino nascosto nei particolari: tutta questa dottrina ha speciale applicazione nello spazio vitale in cui si muove l'amore umano. (Colloqui con Mons. Escrivá, 121) [Uscire] 

domenica 17 luglio 2011

"Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede"

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE
BENEDETTO XVI 
PER LA XXVI GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ 
2011  

"Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede" (cfr. Col 2,7)

Cari amici,

ripenso spesso alla Giornata Mondiale della Gioventù di Sydney del 2008. Là abbiamo vissuto una grande festa della fede, durante la quale lo Spirito di Dio ha agito con forza, creando un’intensa comunione tra i partecipanti, venuti da ogni parte del mondo. Quel raduno, come i precedenti, ha portato frutti abbondanti nella vita di numerosi giovani e della Chiesa intera. Ora, il nostro sguardo si rivolge alla prossima Giornata Mondiale della Gioventù, che avrà luogo a Madrid nell’agosto 2011. Già nel 1989, qualche mese prima della storica caduta del Muro di Berlino, il pellegrinaggio dei giovani fece tappa in Spagna, a Santiago de Compostela. Adesso, in un momento in cui l’Europa ha grande bisogno di ritrovare le sue radici cristiane, ci siamo dati appuntamento a Madrid, con il tema: “Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede” (cfr Col 2,7). Vi invito pertanto a questo evento così importante per la Chiesa in Europa e per la Chiesa universale. E vorrei che tutti i giovani, sia coloro che condividono la nostra fede in Gesù Cristo, sia quanti esitano, sono dubbiosi o non credono in Lui, potessero vivere questa esperienza, che può essere decisiva per la vita: l’esperienza del Signore Gesù risorto e vivo e del suo amore per ciascuno di noi.

1. Alle sorgenti delle vostre più grandi aspirazioni 

In ogni epoca, anche ai nostri giorni, numerosi giovani sentono il profondo desiderio che le relazioni tra le persone siano vissute nella verità e nella solidarietà. Molti manifestano l’aspirazione a costruire rapporti autentici di amicizia, a conoscere il vero amore, a fondare una famiglia unita, a raggiungere una stabilità personale e una reale sicurezza, che possano garantire un futuro sereno e felice. Certamente, ricordando la mia giovinezza, so che stabilità e sicurezza non sono le questioni che occupano di più la mente dei giovani. Sì, la domanda del posto di lavoro e con ciò quella di avere un terreno sicuro sotto i piedi è un problema grande e pressante, ma allo stesso tempo la gioventù rimane comunque l’età in cui si è alla ricerca della vita più grande. Se penso ai miei anni di allora: semplicemente non volevamo perderci nella normalità della vita borghese. Volevamo ciò che è grande, nuovo. Volevamo trovare la vita stessa nella sua vastità e bellezza. Certamente, ciò dipendeva anche dalla nostra situazione. Durante la dittatura nazionalsocialista e nella guerra noi siamo stati, per così dire, “rinchiusi” dal potere dominante. Quindi, volevamo uscire all’aperto per entrare nell’ampiezza delle possibilità dell’essere uomo. Ma credo che, in un certo senso, questo impulso di andare oltre all’abituale ci sia in ogni generazione. È parte dell’essere giovane desiderare qualcosa di più della quotidianità regolare di un impiego sicuro e sentire l’anelito per ciò che è realmente grande. Si tratta solo di un sogno vuoto che svanisce quando si diventa adulti? No, l’uomo è veramente creato per ciò che è grande, per l’infinito. Qualsiasi altra cosa è insufficiente. Sant’Agostino aveva ragione: il nostro cuore è inquieto sino a quando non riposa in Te. Il desiderio della vita più grande è un segno del fatto che ci ha creati Lui, che portiamo la sua “impronta”. Dio è vita, e per questo ogni creatura tende alla vita; in modo unico e speciale la persona umana, fatta ad immagine di Dio, aspira all’amore, alla gioia e alla pace. Allora comprendiamo che è un controsenso pretendere di eliminare Dio per far vivere l’uomo! Dio è la sorgente della vita; eliminarlo equivale a separarsi da questa fonte e, inevitabilmente, privarsi della pienezza e della gioia: “la creatura, infatti, senza il Creatore svanisce” (Con. Ecum. Vat. II, Cost. Gaudium et spes, 36). La cultura attuale, in alcune aree del mondo, soprattutto in Occidente, tende ad escludere Dio, o a considerare la fede come un fatto privato, senza alcuna rilevanza nella vita sociale. Mentre l’insieme dei valori che sono alla base della società proviene dal Vangelo – come il senso della dignità della persona, della solidarietà, del lavoro e della famiglia –, si constata una sorta di “eclissi di Dio”, una certa amnesia, se non un vero rifiuto del Cristianesimo e una negazione del tesoro della fede ricevuta, col rischio di perdere la propria identità profonda.

Per questo motivo, cari amici, vi invito a intensificare il vostro cammino di fede in Dio, Padre del nostro Signore Gesù Cristo. Voi siete il futuro della società e della Chiesa! Come scriveva l’apostolo Paolo ai cristiani della città di Colossi, è vitale avere delle radici, delle basi solide! E questo è particolarmente vero oggi, quando molti non hanno punti di riferimento stabili per costruire la loro vita, diventando così profondamente insicuri. Il relativismo diffuso, secondo il quale tutto si equivale e non esiste alcuna verità, né alcun punto di riferimento assoluto, non genera la vera libertà, ma instabilità, smarrimento, conformismo alle mode del momento. Voi giovani avete il diritto di ricevere dalle generazioni che vi precedono punti fermi per fare le vostre scelte e costruire la vostra vita, come una giovane pianta ha bisogno di un solido sostegno finché crescono le radici, per diventare, poi, un albero robusto, capace di portare frutto.

2. Radicati e fondati in Cristo

Per mettere in luce l’importanza della fede nella vita dei credenti, vorrei soffermarmi su ciascuno dei tre termini che san Paolo utilizza in questa sua espressione: “Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede” (cfr Col 2,7). Vi possiamo scorgere tre immagini: “radicato” evoca l’albero e le radici che lo alimentano; “fondato” si riferisce alla costruzione di una casa; “saldo” rimanda alla crescita della forza fisica o morale. Si tratta di immagini molto eloquenti. Prima di commentarle, va notato semplicemente che nel testo originale i tre termini, dal punto di vista grammaticale, sono dei passivi: ciò significa che è Cristo stesso che prende l’iniziativa di radicare, fondare e rendere saldi i credenti.

La prima immagine è quella dell’albero, fermamente piantato al suolo tramite le radici, che lo rendono stabile e lo alimentano. Senza radici, sarebbe trascinato via dal vento, e morirebbe. Quali sono le nostre radici? Naturalmente i genitori, la famiglia e la cultura del nostro Paese, che sono una componente molto importante della nostra identità. La Bibbia ne svela un’altra. Il profeta Geremia scrive: “Benedetto l’uomo che confida nel Signore e il Signore è la sua fiducia. È come un albero piantato lungo un corso d’acqua, verso la corrente stende le radici; non teme quando viene il caldo, le sue foglie rimangono verdi, nell’anno della siccità non si dà pena, non smette di produrre frutti” (Ger 17,7-8). Stendere le radici, per il profeta, significa riporre la propria fiducia in Dio. Da Lui attingiamo la nostra vita; senza di Lui non potremmo vivere veramente. “Dio ci ha donato la vita eterna e questa vita è nel suo Figlio” (1 Gv 5,11). Gesù stesso si presenta come nostra vita (cfr Gv 14,6). Perciò la fede cristiana non è solo credere a delle verità, ma è anzitutto una relazione personale con Gesù Cristo, è l’incontro con il Figlio di Dio, che dà a tutta l’esistenza un dinamismo nuovo. Quando entriamo in rapporto personale con Lui, Cristo ci rivela la nostra identità, e, nella sua amicizia, la vita cresce e si realizza in pienezza. C’è un momento, da giovani, in cui ognuno di noi si domanda: che senso ha la mia vita, quale scopo, quale direzione dovrei darle? E’ una fase fondamentale, che può turbare l’animo, a volte anche a lungo. Si pensa al tipo di lavoro da intraprendere, a quali relazioni sociali stabilire, a quali affetti sviluppare… In questo contesto, ripenso alla mia giovinezza. In qualche modo ho avuto ben presto la consapevolezza che il Signore mi voleva sacerdote. Ma poi, dopo la Guerra, quando in seminario e all’università ero in cammino verso questa meta, ho dovuto riconquistare questa certezza. Ho dovuto chiedermi: è questa veramente la mia strada? È veramente questa la volontà del Signore per me? Sarò capace di rimanere fedele a Lui e di essere totalmente disponibile per Lui, al Suo servizio? Una tale decisione deve anche essere sofferta. Non può essere diversamente. Ma poi è sorta la certezza: è bene così! Sì, il Signore mi vuole, pertanto mi darà anche la forza. Nell’ascoltarLo, nell’andare insieme con Lui divento veramente me stesso. Non conta la realizzazione dei miei propri desideri, ma la Sua volontà. Così la vita diventa autentica.

Come le radici dell’albero lo tengono saldamente piantato nel terreno, così le fondamenta danno alla casa una stabilità duratura. Mediante la fede, noi siamo fondati in Cristo (cfr Col 2,7), come una casa è costruita sulle fondamenta. Nella storia sacra abbiamo numerosi esempi di santi che hanno edificato la loro vita sulla Parola di Dio. Il primo è Abramo. Il nostro padre nella fede obbedì a Dio che gli chiedeva di lasciare la casa paterna per incamminarsi verso un Paese sconosciuto. “Abramo credette a Dio e gli fu accreditato come giustizia, ed egli fu chiamato amico di Dio” (Gc 2,23). Essere fondati in Cristo significa rispondere concretamente alla chiamata di Dio, fidandosi di Lui e mettendo in pratica la sua Parola. Gesù stesso ammonisce i suoi discepoli: “Perché mi invocate: «Signore, Signore!» e non fate quello che dico?” (Lc 6,46). E, ricorrendo all’immagine della costruzione della casa, aggiunge: “Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica… è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sulla roccia. Venuta la piena, il fiume investì quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene” (Lc 6,47-48).

Cari amici, costruite la vostra casa sulla roccia, come l’uomo che “ha scavato molto profondo”. Cercate anche voi, tutti i giorni, di seguire la Parola di Cristo. Sentitelo come il vero Amico con cui condividere il cammino della vostra vita. Con Lui accanto sarete capaci di affrontare con coraggio e speranza le difficoltà, i problemi, anche le delusioni e le sconfitte. Vi vengono presentate continuamente proposte più facili, ma voi stessi vi accorgete che si rivelano ingannevoli, non vi danno serenità e gioia. Solo la Parola di Dio ci indica la via autentica, solo la fede che ci è stata trasmessa è la luce che illumina il cammino. Accogliete con gratitudine questo dono spirituale che avete ricevuto dalle vostre famiglie e impegnatevi a rispondere con responsabilità alla chiamata di Dio, diventando adulti nella fede. Non credete a coloro che vi dicono che non avete bisogno degli altri per costruire la vostra vita! Appoggiatevi, invece, alla fede dei vostri cari, alla fede della Chiesa, e ringraziate il Signore di averla ricevuta e di averla fatta vostra!

3. Saldi nella fede

Siate “radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede” (cfr Col 2,7). La Lettera da cui è tratto questo invito, è stata scritta da san Paolo per rispondere a un bisogno preciso dei cristiani della città di Colossi. Quella comunità, infatti, era minacciata dall’influsso di certe tendenze culturali dell’epoca, che distoglievano i fedeli dal Vangelo. Il nostro contesto culturale, cari giovani, ha numerose analogie con quello dei Colossesi di allora. Infatti, c’è una forte corrente di pensiero laicista che vuole emarginare Dio dalla vita delle persone e della società, prospettando e tentando di creare un “paradiso” senza di Lui. Ma l’esperienza insegna che il mondo senza Dio diventa un “inferno”: prevalgono gli egoismi, le divisioni nelle famiglie, l’odio tra le persone e tra i popoli, la mancanza di amore, di gioia e di speranza. Al contrario, là dove le persone e i popoli accolgono la presenza di Dio, lo adorano nella verità e ascoltano la sua voce, si costruisce concretamente la civiltà dell’amore, in cui ciascuno viene rispettato nella sua dignità, cresce la comunione, con i frutti che essa porta. Vi sono però dei cristiani che si lasciano sedurre dal modo di pensare laicista, oppure sono attratti da correnti religiose che allontanano dalla fede in Gesù Cristo. Altri, senza aderire a questi richiami, hanno semplicemente lasciato raffreddare la loro fede, con inevitabili conseguenze negative sul piano morale.

Ai fratelli contagiati da idee estranee al Vangelo, l’apostolo Paolo ricorda la potenza di Cristo morto e risorto. Questo mistero è il fondamento della nostra vita, il centro della fede cristiana. Tutte le filosofie che lo ignorano, considerandolo “stoltezza” (1 Cor 1,23), mostrano i loro limiti davanti alle grandi domande che abitano il cuore dell’uomo. Per questo anch’io, come Successore dell’apostolo Pietro, desidero confermarvi nella fede (cfr Lc 22,32). Noi crediamo fermamente che Gesù Cristo si è offerto sulla Croce per donarci il suo amore; nella sua passione, ha portato le nostre sofferenze, ha preso su di sé i nostri peccati, ci ha ottenuto il perdono e ci ha riconciliati con Dio Padre, aprendoci la via della vita eterna. In questo modo siamo stati liberati da ciò che più intralcia la nostra vita: la schiavitù del peccato, e possiamo amare tutti, persino i nemici, e condividere questo amore con i fratelli più poveri e in difficoltà.

Cari amici, spesso la Croce ci fa paura, perché sembra essere la negazione della vita. In realtà, è il contrario! Essa è il “sì” di Dio all’uomo, l’espressione massima del suo amore e la sorgente da cui sgorga la vita eterna. Infatti, dal cuore di Gesù aperto sulla croce è sgorgata questa vita divina, sempre disponibile per chi accetta di alzare gli occhi verso il Crocifisso. Dunque, non posso che invitarvi ad accogliere la Croce di Gesù, segno dell’amore di Dio, come fonte di vita nuova. Al di fuori di Cristo morto e risorto, non vi è salvezza! Lui solo può liberare il mondo dal male e far crescere il Regno di giustizia, di pace e di amore al quale tutti aspiriamo.

4. Credere in Gesù Cristo senza vederlo

Nel Vangelo ci viene descritta l’esperienza di fede dell’apostolo Tommaso nell’accogliere il mistero della Croce e Risurrezione di Cristo. Tommaso fa parte dei Dodici apostoli; ha seguito Gesù; è testimone diretto delle sue guarigioni, dei miracoli; ha ascoltato le sue parole; ha vissuto lo smarrimento davanti alla sua morte. La sera di Pasqua il Signore appare ai discepoli, ma Tommaso non è presente, e quando gli viene riferito che Gesù è vivo e si è mostrato, dichiara: “Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo” (Gv 20,25).

Noi pure vorremmo poter vedere Gesù, poter parlare con Lui, sentire ancora più fortemente la sua presenza. Oggi per molti, l’accesso a Gesù si è fatto difficile. Circolano così tante immagini di Gesù che si spacciano per scientifiche e Gli tolgono la sua grandezza, la singolarità della Sua persona. Pertanto, durante lunghi anni di studio e meditazione, maturò in me il pensiero di trasmettere un po’ del mio personale incontro con Gesù in un libro: quasi per aiutare a vedere, udire, toccare il Signore, nel quale Dio ci è venuto incontro per farsi conoscere. Gesù stesso, infatti, apparendo nuovamente dopo otto giorni ai discepoli, dice a Tommaso: “Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!” (Gv 20,27). Anche a noi è possibile avere un contatto sensibile con Gesù, mettere, per così dire, la mano sui segni della sua Passione, i segni del suo amore: nei Sacramenti Egli si fa particolarmente vicino a noi, si dona a noi. Cari giovani, imparate a “vedere”, a “incontrare” Gesù nell’Eucaristia, dove è presente e vicino fino a farsi cibo per il nostro cammino; nel Sacramento della Penitenza, in cui il Signore manifesta la sua misericordia nell’offrirci sempre il suo perdono. Riconoscete e servite Gesù anche nei poveri, nei malati, nei fratelli che sono in difficoltà e hanno bisogno di aiuto.

Aprite e coltivate un dialogo personale con Gesù Cristo, nella fede. Conoscetelo mediante la lettura dei Vangeli e del Catechismo della Chiesa Cattolica; entrate in colloquio con Lui nella preghiera, dategli la vostra fiducia: non la tradirà mai! “La fede è innanzitutto un’adesione personale dell’uomo a Dio; al tempo stesso ed inseparabilmente, è l’assenso libero a tutta la verità che Dio ha rivelato” (Catechismo della Chiesa Cattolica, 150). Così potrete acquisire una fede matura, solida, che non sarà fondata unicamente su un sentimento religioso o su un vago ricordo del catechismo della vostra infanzia. Potrete conoscere Dio e vivere autenticamente di Lui, come l’apostolo Tommaso, quando manifesta con forza la sua fede in Gesù: “Mio Signore e mio Dio!”.

5. Sorretti dalla fede della Chiesa, per essere testimoni

In quel momento Gesù esclama: “Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!” (Gv 20,29). Egli pensa al cammino della Chiesa, fondata sulla fede dei testimoni oculari: gli Apostoli. Comprendiamo allora che la nostra fede personale in Cristo, nata dal dialogo con Lui, è legata alla fede della Chiesa: non siamo credenti isolati, ma, mediante il Battesimo, siamo membri di questa grande famiglia, ed è la fede professata dalla Chiesa che dona sicurezza alla nostra fede personale. Il Credo che proclamiamo nella Messa domenicale ci protegge proprio dal pericolo di credere in un Dio che non è quello che Gesù ci ha rivelato: “Ogni credente è come un anello nella grande catena dei credenti. Io non posso credere senza essere sorretto dalla fede degli altri, e, con la mia fede, contribuisco a sostenere la fede degli altri” (Catechismo della Chiesa Cattolica, 166). Ringraziamo sempre il Signore per il dono della Chiesa; essa ci fa progredire con sicurezza nella fede, che ci dà la vera vita (cfr Gv 20,31).

Nella storia della Chiesa, i santi e i martiri hanno attinto dalla Croce gloriosa di Cristo la forza per essere fedeli a Dio fino al dono di se stessi; nella fede hanno trovato la forza per vincere le proprie debolezze e superare ogni avversità. Infatti, come dice l’apostolo Giovanni, “chi è che vince il mondo se non chi crede che Gesù è il Figlio di Dio?” (1 Gv 5,5). E la vittoria che nasce dalla fede è quella dell’amore. Quanti cristiani sono stati e sono una testimonianza vivente della forza della fede che si esprime nella carità: sono stati artigiani di pace, promotori di giustizia, animatori di un mondo più umano, un mondo secondo Dio; si sono impegnati nei vari ambiti della vita sociale, con  competenza e professionalità, contribuendo efficacemente al bene di tutti. La carità che scaturisce dalla fede li ha condotti ad una testimonianza molto concreta, negli atti e nelle parole: Cristo non è un bene solo per noi stessi, è il bene più prezioso che abbiamo da condividere con gli altri. Nell’era della globalizzazione, siate testimoni della speranza cristiana nel mondo intero: sono molti coloro che desiderano ricevere questa speranza! Davanti al sepolcro dell’amico Lazzaro, morto da quattro giorni, Gesù, prima di richiamarlo alla vita, disse a sua sorella Marta: “Se crederai, vedrai la gloria di Dio” (cfr Gv 11,40). Anche voi, se crederete, se saprete vivere e testimoniare la vostra fede ogni giorno, diventerete strumento per far ritrovare ad altri giovani come voi il senso e la gioia della vita, che nasce dall’incontro con Cristo!

6. Verso la Giornata Mondiale di Madrid

Cari amici, vi rinnovo l’invito a venire alla Giornata Mondiale della Gioventù a Madrid. Con gioia profonda, attendo ciascuno di voi personalmente: Cristo vuole rendervi saldi nella fede mediante la Chiesa. La scelta di credere in Cristo e di seguirlo non è facile; è ostacolata dalle nostre infedeltà personali e da tante voci che indicano vie più facili. Non lasciatevi scoraggiare, cercate piuttosto il sostegno della Comunità cristiana, il sostegno della Chiesa! Nel corso di quest’anno preparatevi intensamente all’appuntamento di Madrid con i vostri Vescovi, i vostri sacerdoti e i responsabili di pastorale giovanile nelle diocesi, nelle comunità parrocchiali, nelle associazioni e nei movimenti. La qualità del nostro incontro dipenderà soprattutto dalla preparazione spirituale, dalla preghiera, dall’ascolto comune della Parola di Dio e dal sostegno reciproco.

Cari giovani, la Chiesa conta su di voi! Ha bisogno della vostra fede viva, della vostra carità creativa e del dinamismo della vostra speranza. La vostra presenza rinnova la Chiesa, la ringiovanisce e le dona nuovo slancio. Per questo le Giornate Mondiali della Gioventù sono una grazia non solo per voi, ma per tutto il Popolo di Dio. La Chiesa in Spagna si sta preparando attivamente per accogliervi e vivere insieme l’esperienza gioiosa della fede. Ringrazio le diocesi, le parrocchie, i santuari, le comunità religiose, le associazioni e i movimenti ecclesiali, che lavorano con generosità alla preparazione di questo evento. Il Signore non mancherà di benedirli. La Vergine Maria accompagni questo cammino di preparazione. Ella, all’annuncio dell’Angelo, accolse con fede la Parola di Dio; con fede acconsentì all’opera che Dio stava compiendo in lei. Pronunciando il suo “fiat”, il suo “sì”, ricevette il dono di una carità immensa, che la spinse a donare tutta se stessa a Dio. Interceda per ciascuno e ciascuna di voi, affinché nella prossima Giornata Mondiale possiate crescere nella fede e nell’amore. Vi assicuro il mio paterno ricordo nella preghiera e vi benedico di cuore. 

Dal Vaticano, 6 agosto 2010, Festa della Trasfigurazione del Signore.                    

BENEDICTUS PP. XVI

© Copyright 2010 - Libreria Editrice Vaticana

venerdì 15 luglio 2011

PARLAMI, SIGNORE, PERCHE' LA TUA SERVA TI ASCOLTA!

Magnificat




"L 'Anima mia magnifica il Signore"...

Maria confidò talmente in Dio che il Suo Spirito esultò: esultò
nell'attesa del Redentore che chiamò sulla terra con le Sue calme
preghiere, esultò perché in Lei si era compiuta la divina promessa,
esultò perché aveva già raccolto il frutto della Redenzione nel Suo
immacolato concepimento, esultò perché si umiliò profondamente, e Dio
riguardò la Sua umiltà, la colmò di grazie, la rese beata fra tutte le
umane creature.
La Lode di Dio, la fiducia nella divina Potenza furono i motivi del Cantico di Maria:"L' anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l' umiltà della sua serva.
D' ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l' Onnipotente
e Santo è il suo nome:
di generazione in generazione la sua misericordia
si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato a mani vuote i ricchi.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva promesso ai nostri padri,
ad Abramo e alla sua discendenza,
per sempre".
Maria fu chiamata beata da tutte le generazioni. la chiamò Santa e
confidò in Lei la Chiesa. Quindi fratelli e sorelle, apriamo le porte
del nostro cuore a Maria, non esitiamo, confidiamo in Lei, apriamo
questa porta, perchè nelle tenebre, avanzi la REGINA TRIONFANTE NEL
CAMPO NEMICO... LO VINCA... E CI RIDONI LA PACE DEL SIGNORE... PERCHE'
MARIA E' LA NOSTRA SALVEZZA...

La forza del Signore Gesù che viene sia sempre sul nostro cammino...


W Maria

Maria Maistrini

lunedì 11 luglio 2011

"Io sono la vite e voi i tralci"


Mi è venuta in mente una frase molto bella di Gesù dove dice: "Io sono la vite e voi i tralci". Sublime parole di Gesù! Infatti se restiamo uniti al Cuore di Gesù i frutti saranno abbondanti. Invece sappiamo molto bene quello che avviene
quando un tralcio si stacca dal suo ramo...non vive più... muore lentamente, perché non riceve più nutrimento. Anche i nostri figli se si staccano dalla famiglia si perdono perché vengono trascinati dalle cattive compagnie. I figli non sono proprietà dei genitori sono dono di Dio che ci vengono affidati
affinché noi possiamo essere per loro buoni maestri e ottime guide.
Essi sono tralci della stessa pianta, quindi non permettiamo che i nostri ragazzi si stacchino dalla piana e prendono vie diverse... vengono trascinati poi dal vento e si smarriscono nella notte dei tempi.
Pensate al Padre Santo che ha donato la vita del Suo Unico Figlio per la nostra salvezza... Gesù ha pagato a caro prezzo con la Sua morte di Croce.
Perciò amiamo i nostri figli come Dio Ama noi... facciamoli crescere nell'Amore e nella gioia, dando loro una speranza ed un senso alla propria vita quello che Gesù è morto per noi ma poi è Risorto, come aveva detto, ed ha aperto la
porta del Cielo per noi... la speranza. Aiutiamo i nostri figli come Dio aiuta noi... doniamogli quell'amore infinito che abbiamo in fondo all'anima e riscaldiamo le loro anime. Così facendo noi non permettiamo che Satana possa sedurli ed ingannarli perché donando tutto questo amore allontaniamo dai nostri ragazzi i pericoli e il maligno. Satana imperversa senza riposare mai, ma quando trova un cuore infiammato d' amore... Amore per Dio... scappa!. Fugge. L'Amore tutto sana.

Maria Maistrini


‎3 al 11 settembre si terrà ad Ancona, con la presenza del Papa, il XXV CONGRESSO EUCARISTICO NAZIONALE.

‎3 al 11 settembre
si terrà ad Ancona, con la presenza del Papa, il XXV CONGRESSO EUCARISTICO NAZIONALE.

“Un evento che avrà la caratteristica della religiosità popolare, ancora presente nel nostro Paese, ma che sarà anche segnato dalla territorialità, coinvolgendo le cinque diocesi della metropolia con un tema significativo”: così mons. Edoardo Menichelli, arcivescovo di Ancona-Osimo, ha sintetizzato, alla confere
 

Facci crescere Gesù

 
FACCI CRESCERE GESU', NELLO SPIRITO DELLA PERFETTA OBBEDIENZA ALLA VOLONTA' DEL PADRE. DONACI SAPIENZA NELLA MENTE, RETTITUDINE NELLA VOLONTA', COSTANZA NELLE DECISIONI, PER CONOSCERE E REALIZZARE CIO' CHE PIACE A 
DIO. RIEMPICI DEL TUO SANTO SPIRITO. AMEN

Maria Maistrini_______________

"Ora et labora"



Amante della concretezza e della chiarezza, a
lui si deve il famoso detto: "Ora et labora" (Prega e lavora), che riassume lo spirito evangelico e considera nella vita cristiana la presenza della contemplazione e dell'azione.
Nella meravigliosa terra d'Umbria diede i suoi natali (Norcia) nell'anno 480. La sua condizione di giovane patrizio gli permise di recarsi a Roma dove studiò retorica e filosofia, ma deluso della superficialità dalla vita romana, si ritirò in solitudine in una spelonca di Subiaco, in preghiera e penitenza. Seguito da alcuni discepoli, scelse come dimora la
montagna di Cassino, dove fondò il suo primo Monastero, osservante della preghiera e dedito al lavoro. Elaborò una regola monastica in cui fuse il
genio romano con la sapienza monastica dell'Oriente cristiano. San Benedetto morì nell'anno 547 ed è considerato il patriarca dei monaci d'Occidente.

Se cercano veramente Dio
San Benedetto si è ispirato al principio incontestabile del piano divino: le nostre anime sono fatte per Dio e se non sono orientate a questo fine si trovano in perpetua agitazione ed affanno.
I monaci devono perciò sopra ogni cosa cercare veramente Dio, che diventa centro di unità  dei loro desideri e delle loro azioni. Cercando Dio in ogni cosa, la vita diventa potentemente unitaria. La via per arrivare a Dio è il Cristo sulle cui tracce ilmonaco cammina.

Nel cielo tutte le cose saranno trasparenti
Esse non saranno più ostacoli alla rivelazione di Dio; saranno comew veri specchi che riflettono da angoli diversi lo stesso Volto affabile e amoroso di Dio.

Beato chi cammina nelle vie del Signore (Salmo 111)
Beato l'uomo che teme il Signore 
e trova grande gioia nei suoi comandamenti. 
Potente sulla terra sarà la sua stirpe, 
la discendenza dei giusti sarà benedetta. 
Onore e ricchezza nella sua casa, 
la sua giustizia rimane per sempre.

Spunta nelle tenebre come luce per i giusti, 
buono, misericordioso e giusto. 
Felice l'uomo pietoso che dà in prestito, 
amministra i suoi beni con giustizia. 
Egli non vacillerà in eterno: 
Il giusto sarà sempre ricordato. 

Non temerà annunzio di sventura, 
saldo è il suo cuore, confida nel Signore. 
Sicuro è il suo cuore, non teme, 
finché trionferà dei suoi nemici. 
Egli dona largamente ai poveri, 
la sua giustizia rimane per sempre, 
la sua potenza s'innalza nella gloria. 

L'empio vede e si adira, 
digrigna i denti e si consuma. 
Ma il desiderio degli empi fallisce.

I 72 punti della regola di San Benedetto
*Prima di tutto amare il Signore con tutto il cuore,
con tutta l'anima e con tutte le forze.
*Poi, il prossimo come se stessi.
*Poi, non uccidere.
*Non commettere adulterio.
*Non rubare.
*Non nutrire desideri impuri.
*Non testimoniare il falso.
*Onorare tutti gli uomini.
*E non fare agli altri quello che non si vuole venga fatto a sé.
*Rinunciare a se stesso per seguire Cristo.
*Mortificare il corpo.
*Non darsi ai piaceri.
*Amare il digiuno.
*Ristorare i poveri.
*Vestire l'ignudo.
*Seppellire il morto.
*Soccorrere nella sventura.
*Consolare l'afflitto.
*Tenersi fuori dagli affari del mondo.
*Non anteporre nulla all'amore di Cristo.
*Non agire dominato dall'ira.
*Non covare la vendetta.
*Non portare l'inganno nel cuore.
*Non dare la pace falsa.
*Non mancare mai alla carità.
*Non giurare per non rischiare di giurare il falso.
*Avere la verità nel cuore e sulla bocca.
*Non rendere male per male.
*Non fare ingiustizia ma sopportare con pazienza quella ricevuta.
*Amare i nemici.
*Non ricambiare le maledizioni a chi maledice, anzi benedire.
*Sopportare persecuzioni per la giustizia.
*Non essere superbo.
*Non amante del vino.
*Non un gran mangiatore.
*Non dormiglione. 
*Non pigro.
*Non mormoratore.
*Non detrattore.
*Porre in Dio la propria speranza.
*Quel che alcuno vede in sé di bene non attribuirlo a sé ma a Dio.
*Il male sappia invece che opera sua e a sé lo attribuisca.
*Temere il giorno del giudizio.
*Avere terrore dell'inferno.
*Desiderare la vita eterna con tutto l'ardore dell'anima
*Considerare ogni giorno con vigilanza e sospetto
la possibilità della morte.
*Vigilare continuamente sugli atti della propria vita.
*Tenere per certo che Dio ci vede in ogni luogo.
*Spezzare subito in Cristo i cattivi pensieri che vengono al cuore e manifestarli al padre spirituale.
*Custodire la bocca dai cattivi discorsi.
*Non mare le troppe chiacchiere.
*Non dire parole inutili o atte a far ridere.
*Non mare il riso frequente e smoderato.
*Ascoltare volentieri le sante letture.
*Ogni giorno, nella preghiera, confessare a Dio con lacrime e gemiti le proprie colpe passate ed emendarsene per l'avvenire.
*Non seguire i desideri della carne.
*Odiare la propria volontà.
*Obbedire a tutto ai comandi dell'abate anche se,disgraziatamente egli facesse altrimenti, memore del precetto del Signore: fate quel che dicono, non fate quello che fanno.
*Non desiderare di essere chiamato santo prima di esserlo.
*Osservare ogni giorno con i fatti i comandamenti di Dio.
*Amare la castità. Non odiare nessuno. Non avere gelosia. Non assecondare l'invidia: Non mare le dispute. Fuggire l'alterigia. Venerare i vecchi. Amare i giovani. Pregare per i nemici nell'amore di Cristo. Tornare in pace con chi si è in discordia prima che tramonti il sole. E mai disperare della misericordia di Dio.
Ecco carissimi amici gli strumenti veri dell'arte spirituale. Chi ha orecchie per intendere...intenda! 

Sull'esempio di San Benedetto chiediamo al Signore 
che ci aiuti a camminare sempre nei Suoi Comandamenti con amore libero e ardente.

Ave Maria!
Maria Maistrini

martedì 5 luglio 2011

Gesù Pane degli angeli





Gesù
Pane degli angeli

E’ la celebrazione della Pasqua.
Gesù ha detto:
"Ecco, io sono con voi tutti i giorni
fino alla fine del mondo".

Non posso più vivere senza Gesù Eucaristia:
mi devo nutrire tutti i giorni
di questo bianco pane del Cielo;


Tu ti immoli.
Ti sento vivo dentro di me.
Il mio cuore esulta di gioia.

Ascolto la Tua voce
che mi dice:
prendi e mangia;
chi mangia di me
vivrà per me.

O amato Gesù,
rimani nel mio amore!

Tu mi sussurri:
sarò tutto tuo,
tu sarai mia per sempre.

Pane degli Angeli
io ti adoro;
adoro la grandezza
del tuo mistero.

Pane degli Angeli,
mi attiri a Te,
innestandomi nel tuo mistero.

Pane degli Angeli,
hai trasformato la mia anima,
riempendola del tuo amore.

Pane degli Angeli,
fatto da molti chicchi di grano,
sei diventato "uno solo" .

O Gesù,
come è bello
incontrarti in quel pezzo di pane!

O amatissimo Gesù
voglio essere
sempre una sola cosa
con Te,
mio solo ed unico Re.

di Maria Maistrini

domenica 3 luglio 2011

Messaggio del 2 luglio 2011 e commento di Maria Maistrini

BREVE COMMENTO PERSONALE AL MESSAGGIO DELLA MADONNA DEL 2 LUGLIO 2011

Cari figli, oggi, per la vostra unione con mio Figlio, vi invito ad un passo difficile e doloroso. Vi invito al riconoscimento completo ed alla confessione dei peccati, alla purificazione. Un cuore impuro non può dare un frutto d’amore e di unità. Un cuore impuro non può compiere cose rette e giuste, non è un esempio della bellezza dell’Amore di Dio per coloro che gli stanno attorno e che non l’hanno conosciuto. Voi, figli miei, vi riunite attorno a me pieni di entusiasmo, di desideri e di aspettative, ma io prego il Padre Buono di mettere, per mezzo dello Spirito Santo del mio Figlio, la fede nei vostri cuori purificati. Figli miei, ascoltatemi, incamminatevi con me.



COMMENTO:

La Madonna ci chiede con determinazione una revisione di vita che certamente comporterà in noi sacrifici, perché dobbiamo purificare il nostro cammino verso il Divino e vivere con generosità la chiamata alla salvezza. Nella revisione della nostra vita la Vergine Santissima ci ha invitato sempre ed in tutte le manifestazioni al Sacramento della Riconciliazione con Dio che frutto di una buona confessione. La Madonna con questa esortazione vuole che noi ci liberiamo dalle incrostazioni della mediocrità della vita terrena e innestiamo il nostro spirito in Dio. La Mamma nostra, fa riferimento a quella beatitudine del Monte Tabor che dice: "Beati i puri di cuore perché vedranno Dio". 

Ribadisco quanto la Madonna esprime nel messaggio: "Un cuore impuro non può compiere cose rette e giuste, non è un esempio della bellezza dell’Amore di Dio per coloro che gli stanno attorno e che non l’hanno conosciuto". Meravigliosa è la chiusura del messaggio mariano che è un invito a crescere nella maturazione di fede; quindi tutte le nostre esigenze riferite al cammino della vita terrena devono essere illuminate dal nostro cammino in Dio che è il suggello della fede che ci porta ad avere sempre presente in tutte le manifestazioni della vita il Cristo mistero di luce, speranza nostra. La Madonna con San Giovanna Evangelista ci ricorda che la conoscenza di Dio avviene nella contemplazione e che Dio è amore: l'amore viene da Dio.

Saremo capaci di amarci gli uni e gli altri solamente se la nostra dimensione spirituale si è elevata fortemente a Dio ed in Lui si apre a una dimensione cosmica di amore; quindi in Dio Amore ha senso il nostro cammino terreno. Restiamo uniti a Maria che è la nostra
ancora di salvezza.
Maria Maistrini

Il Santo Rosario del Vaticano...pregate con me!!!







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Esposizione dei misteri

Il Rosario è composto di venti "misteri" (eventi, momenti significativi) della vita di Gesù e di Maria, divisi dopo la Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae, in quattro Corone.

La prima Corona comprende i misteri gaudiosi (lunedì e sabato), la seconda i luminosi (giovedì), la terza i dolorosi (martedì e venerdì) e la quarta i gloriosi (mercoledì e domenica).

«Questa indicazione non intende tuttavia limitare una conveniente libertà nella meditazione personale e comunitaria, a seconda delle esigenze spirituali e pastorali e soprattutto delle coincidenze liturgiche che possono suggerire opportuni adattamenti» (Rosarium Virginis Mariae, n. 38).

Per aiutare l'itinerario meditativo-contemplativo del Rosario, ad ogni "mistero" sono riportati due testi di riferimento: il primo della Sacra Scrittura, il secondo del Catechismo della Chiesa Cattolica.



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