mercoledì 23 dicembre 2009

Spalancate il cuore, accogliete la Luce del Mondo

Verso il Natale. Le parole del Papa sul Magnificat al centro della liturgia odierna: Gesù nasce dall'umiltà del Creatore e l'umiltà di Maria

“I troni dei potenti di questo mondo sono tutti provvisori, mentre il trono di Dio è l’unica roccia che non muta e non cade”. E’ questa una delle tante riflessioni che Benedetto XVI ha dedicato, in questi anni di Pontificato, al Cantico del Magnificat, che celebra in termini profondi e insieme concreti la grandezza di Dio e la virtù dell’umiltà. Vi ricordo alcune delle affermazioni del Papa nel giorno in cui la liturgia ripropone nel Vangelo i versi di lode della Vergine che ci proiettano verso il Mistero del Natale...

* * *
Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo.
Preghiamo perchè tutte le famiglie dei popoli, sia quelle insigne del nome cristiano, sia quelle che ancora ignorano il loro Salvatore, in pace e concordia siano felicemente riunite in un solo popolo di Dio, a gloria della santissima e indivisibile Trinità.
Sia Benedetta, o Trinità, per l'incarnazione di Gesù:
Egli è il Dio-con noi che non tradisce mai
Eglli è il Redentore, necessario alla salvezza di tutti
Egli è il rivelatore del Dio invisibile
Egli è la Parola che tutto spiega e redime
Egli è il principio della vita spirituale e morale
Egli è l'unico mediatore fra Dio e l'uomo.
Ave Maria

Spalancate il cuore, accogliete la LUCE DEL MONDO.

Buon Natale a tutti

Maria Maistrini

domenica 20 dicembre 2009

Buon compleanno Gesù



Mi sento emozionato, caro Gesù, nel farTi gli auguri di buon compleanno.

In ogni Natale Tu sei il festeggiato, ma quante volte noi ci appropriamo della festa… e Ti lasciamo nell'angolo di un vago ricordo: senza impegno, senza cuore e senza ospitalità sincera! Da più di duemila anni, ad ogni Natale, noi ci scambiamo gli auguri perché avvertiamo che la Tua Nascita è anche la nostra nascita: la nascita della Speranza, la nascita della Vita, la nascita dell'Amore, la nascita di Dio nella grotta della nostra povertà. Però - quanto mi dispiace doverlo riconoscere! - il Tuo Natale è minacciato da un falso natale, che prepotentemente ci invade e ci insidia e ci narcotizza fino al punto da non vedere più e non sentire più il richiamo del vero Natale: il Tuo Natale, il Natale di cui abbiamo bisogno! Quante luci riempiono le vie e le vetrine in questo periodo! Ma la gente sa che la Luce sei Tu? E se interiormente gli uomini restano al buio, a che serve addobbare la notte con variopinte luminarie? Non è una beffa, o Gesù? Non è un tradimento del Natale? Queste domande, caro Gesù, si affollano nel mio cuore e diventano un invito forte alla conversione. E noi cristiani mandiamo luce con la nostra vita? E le famiglie e le parrocchie rassomigliano veramente a Betlemme? Si vede la stella cometa nei nostri occhi pieni di bontà? Dalle case e dai luoghi di divertimento in questi giorni escono musiche che vorrebbero essere invito alla gioia. Ma di quale gioia si tratta? Gli uomini hanno scambiato il piacere con la gioia: quale mistificazione! Il piacere è il solletico della carne e, pertanto, sparisce subito e va continuamente e insaziabilmente ripetuto; la gioia, invece, è il fremito dell'anima che giunge a Betlemme e vede Dio e resta affascinata e coinvolta nella Festa dell'Amore puro.
Sarà questa la nostra gioia?
Sarà questo il nostro Natale? Gesù, come vorrei che fosse così! Ma c'è un altro pensiero che mi turba e mi fa sentire tanto distante il nostro natale dal Tuo Natale. A Natale, o Gesù, Tu non hai fatto il cenone e non hai prenotato una stanza in un lussuoso albergo di una rinomata stazione sciistica: Tu sei nato povero, Tu hai scelto l'umiltà di una grotta e le braccia di Maria (”la poverella” amava chiamarla Francesco d'Assisi, un grande esperto del Natale vero!). Come sarebbe bello se a Natale, invece di riempire le case di cose inutili, le svuotassimo per condividere con chi non ha, per fare l'esperienza meravigliosa del dono, per vivere il Natale insieme a Te, o Gesù! Questo sarebbe il vero regalo natalizio!
A questo punto io Ti auguro ancora con tutto il cuore: buon compleanno, Gesù! Ma ho paura che la Tua Festa non sia la nostra festa. Cambiaci il cuore, o Gesù, affinché noi diventiamo Betlemme e gustiamo la gioia del Tuo Natale con Maria, con Giuseppe, con i pastori, con Francesco d'Assisi, con Francesco Saverio, con Vincenzo de' Paoli, con Teresa di Lisieux, con Carlo de Foucauld, con Papa Giovanni, con Madre Teresa di Calcutta e con tante anime che, con il cuore, hanno preso domicilio a Betlemme.

Buon Natale a tutti…, ma ora sapete di quale Natale intendo parlare.

Mons. Angelo Comastri

lunedì 7 dicembre 2009

L'Immacolata Concezione della B.V. Maria



L'8 dicembre 1854 fu il giorno memorando in cui la verità dell'Immacolata Concezione venne ufficialmente e solennemente definita nella basilica di S. Pietro, alla presenza di cinquantaquattro cardinali, di numerosi vescoovi e di una folla innumerabile.
"Il Santo Padre, Papa Pio IX, altamente commosso del grande atto che compiva, n'ebbe di tanto in tanto dal singhiozzo e dalle lacrime fatta fioca la voce e interrotta la parola; singhiozzo e lacrime che mirabilmente si comunicavano nei devoti astanti. Non è da omettersi che nel punto in cui Sua Santità era per definire il dogma, un raggio di sole, proveniente dai finestroni esistenti sopra l'altare di Maria SS., venne a investire con la sua luce viva la persona del S. Padre e il trono pontificale; la qual cosa
recò non piccola meraviglia per il tempo in cui era avvenuta; e non fu straordinaria o soprannaturale,
come qualcuno pensò, ma certo considerevole per la circostanza" (Sardi, in Roschini, Mariol.p. 92-93 nota).
Erano le ultime parole della definizione appena uscite dalle labbra del Pontefice, che il cannone di Castel S. Angelo annunziò con replicati colpi il grande avvenimento alla città santa e ai paesi vicini.
Tutte le case di Roma si ornarono come per incanto.
Tutte le campane dell'eterna città cominciarono a suonare, e al loro suono faceva eco quello di tutti i campanili della Chiesa Cattolica fino al più remoto paesello.
Era il trionfo di Maria nella Chiesa.
Il Papa, in ricordo, dava ai vescovi presenti una medaglia coniata con l'oro venuto dalla terra più lontana e scoperta più di recente, dall'Australia.
Così anche da quella lontana e nascente CHiesa veniva un plauso di trionfo a Maria Immacolata
che è tenebra per l'inferno, luce per la terra, gloria per il cielo.

1) E' tenebra per l'inferno

All'inizio della dolorosa storia dell'umanità; Dio aveva detto al diabolico serpente: Porrò inimicizia tra te e la donna (Gen. 3,15).
Porrò inimicizia!
Una inimicizia intera, senza fratture, degna della potenza punitrice di Dio; un'inimicizia dunque dal primo istante della donna promessa fino all'ultimo istante del demonio ingannatore.
Il quale ne subirà vergognosa sconfitta. "Essa ti schiaccerà il capo!". (Gen 1.c.).
Per questo la Madonna è l'orrenda tenebra che incombe sull'inferno e vi incute terrore della sconfitta.

2) E' luce per la terra.

Luce che entra negli occhi.
La luce del sole, se vista direttamente, accieca. E' troppo forte.
La luce della luna non accieca. E' blanda. Guida i passi nella notte. Ma è ancora la luce del sole,
perchè la luna sarebbe oscura se non fosse investita dal sole.
La Madonna è vestita di sole e trasmette alla terra che giace nella notte del peccato e specialmente di un certo peccato, l'esempio di ogni virtù. e specialmente di una certa virtù.
Ma l'esempio dell'Immacolata Maria è ancora l'esempio dell'Immacolato Gesù. Esempio però più
blando, più imitabile.

3) E' gloria per il cielo.

Se potessimo farci noi la nostra mamma, chissà come ce la faremmo virtuosamente e bella!
"Chi sarebbe quello, dice bene S. Alfonso, che potendo averla nobile la volesse villana.
Ma noi non possiamo farci la mamma perchè c'era lei prima di noi. Nè se noi fossimo stati prima di lei, avremmo avuto la potenza d'ogni bellezza e il fascino di ogni virtù.
Quello che per noi è impossibile, fu possibile per Gesù...
Il Figlio di Dio esisteva prima di sua madre.

"Vergine Madre, figlia del tuo Figlio" (Dante).
Così che se l'è potuta fare lui la sua mamma; e se lè duque fatta senza macchia e tutta bella, usando della sua potenza e bontà infinite.
Come Gesù ha in Cielo un Padre in cui gli angeli non vedono che splendore, così in terra gli conveniva una madre in cui gli uomini non vedessero macchia alcuna.

E' grande gloria per Gesù aver liberato gli uomini dal peccato: ma è più grande gloria aver addirittuta impedito che la sua mamma cadesse nella colpa originale, per non doverla liberare dopo.
In due modi si può salvare un individuo: o togliendolo dal precipizio in cui è caduto e medicandone le ferite, oppure trattenendolo nel momento in cui sta per cadervi.
Ora, chi non vede che questo secondo modo di salvare una persona e più efficacia e più onorevole?
E' grande liberare: più grande preservare.
L'Immacolato e il primo e più grande frutto della Redenzione.
In tal modo Gesù è arrivato a cime inarrivabili nell'osservanza del quarto comandamento: Onora tuo padre e tua madre.
Si è fatto una Madre Immacolata!

Tota pulchra es, Maria.
Tutta bella sei, Maria,
e il peccato originale
non è in te.
Tu sei la gloria di Gerusalemme,
tu letizia d’Israele,
tu onore del nostro popolo,
tu avvocata dei peccatori.
O Maria! O Maria!
Vergine prudentissima,
Madre clementissima,
prega per noi,
intercedi per noi
presso il Signore Gesù Cristo.

Il Santo Rosario del Vaticano...pregate con me!!!







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Esposizione dei misteri

Il Rosario è composto di venti "misteri" (eventi, momenti significativi) della vita di Gesù e di Maria, divisi dopo la Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae, in quattro Corone.

La prima Corona comprende i misteri gaudiosi (lunedì e sabato), la seconda i luminosi (giovedì), la terza i dolorosi (martedì e venerdì) e la quarta i gloriosi (mercoledì e domenica).

«Questa indicazione non intende tuttavia limitare una conveniente libertà nella meditazione personale e comunitaria, a seconda delle esigenze spirituali e pastorali e soprattutto delle coincidenze liturgiche che possono suggerire opportuni adattamenti» (Rosarium Virginis Mariae, n. 38).

Per aiutare l'itinerario meditativo-contemplativo del Rosario, ad ogni "mistero" sono riportati due testi di riferimento: il primo della Sacra Scrittura, il secondo del Catechismo della Chiesa Cattolica.



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