venerdì 23 aprile 2010
venerdì 16 aprile 2010
giovedì 8 aprile 2010
Tommaso, metti qua la tua mano e credi!
Omelia del giorno 11 Aprile 2010
II Domenica di Pasqua (Anno C)
Tommaso, metti qua la tua mano e credi!
Fino a poco tempo fa, questa seconda domenica di Pasqua era detta 'IN ALBIS', ossia, quanti nella notte di Pasqua erano 'risorti a vita nuova' nel Battesimo o nella conversione della vita, a significare la loro 'nuova vita in Cristo', indossavano una veste bianca, che conservavano per una settimana e deponevano in questa domenica, anche se in realtà erano tenuti, partecipando sempre dello Spirito del Risorto, a conservarla integra, nella vita, fino alla resurrezione dopo la morte.
Se facciamo attenzione, nel rito del Battesimo, dopo aver ricevuto il sacramento, e quindi essere `risorti', il ministro del Battesimo fa indossare al neobattezzato una piccola veste bianca, invitando a non deporla mai con la vita.
C'è da chiedersi se conserviamo quella veste battesimale, ancora oggi, magari stazzonata o sporca per le nostre debolezze, ma con la volontà di non deporla mai?!
In fondo il Mistero pasquale della Resurrezione, dovrebbe essere presente e vissuto e, anche se con tante debolezze e incertezze, accompagnarci nella vita come 'stella polare' delle nostre scelte. Afferma Paolo VI, che ci accompagna sempre nelle nostre riflessioni:
"Così grande, così importante per noi è il fatto della resurrezione di Gesù, che, come la Chiesa prolunga per alcune settimane la meditazione su di essa e ravvisa nell'avvenimento della passione, morte e resurrezione del Signore Gesù, il Mistero per eccellenza, così noi cristiani, rinnovati dalla sua recente celebrazione, sostiamo ancora una volta sulla riflessione, per chiederci qual è il nostro rapporto tra Cristo Risorto e noi. Cosa ci resta di Gesù Risorto. La questione non è una curiosità vana. È una domanda essenziale per la nostra fede e la nostra vita religiosa. Che cosa resta di Gesù Risorto in noi? È presente in noi e come? Le ultime parole di Gesù, registrate da Matteo, ci attestano una cosa meravigliosa. Nell'atto di scomparire dallo sguardo dei suoi discepoli, Gesù disse: 'Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo'. Dunque Gesù continua la Sua Pasqua, oggi. Sta a noi partecipare, anche se è grande ma necessaria fatica sostenuta dalla Grazia sentire e vivere il Mistero della Pasqua nella vita quotidiana. È possibile? Direi necessaria per dare alla vita quel senso di eternità con Cristo che è la verità dell'esperienza".
Il Vangelo di oggi ci prende per mano per superare le debolezze della natura così ansiosa di un vero domani. Racconta l'apostolo Giovanni:
"La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano gli apostoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: 'Pace a voi!: Detto questo mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono nel vedere il Signore Gesù disse loro di nuovo: 'Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi. Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: 'Ricevete lo Spirito Santo, a chi rimetterete i peccati, saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi'. Tommaso, uno dei dodici, chiamato Didimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dissero allora gli altri discepoli: 'Abbiamo visto il Signore. Ma egli disse loro: 'Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi, e non metto la mano nel suo costato, non crederò'.
Otto giorni dopo (oggi per noi) i discepoli erano di nuovo a casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse; si fermò in mezzo a loro e disse: 'Pace a voi. Poi disse a Tommaso: 'Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani, stendi la tua mano e mettila nel mio costato e non essere più incredulo, ma credente!'. Rispose Tommaso: `Mio Signore e mio Dio!'. Gesù gli disse: 'Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!
Molti altri segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli, ma non sono scritti in questo libro. Questi sono stati scritti, perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e perché credendo abbiate la vita nel Suo Nome". (Gv. 20, 19-31)
Possiamo immaginare lo stupore degli apostoli nel vedere ciò che mai avrebbero potuto immaginare, ossia che un morto possa risuscitare.
Ma se vogliamo è anche il nostro stupore quando riflettiamo che 'forse' la vita non finisce qui. Confusi di fronte alla prospettiva di una vita senza domani e senza sapore, quando all'improvviso scopriamo che va oltre con la resurrezione, davvero questo Mistero dà quel senso alla vita che cambia tutto in noi.
Altro è vivacchiare, passando da un'esperienza all'altra, senza mai essere felici, altro è sapere con certezza che, se vivremo nella fede di Tommaso, tutto prende altra forma.
In fondo il nostro domani è sempre quello che ci interpella ed è un domani che non ha un suo traguardo solo qui su questa terra, ma va oltre, e lo sentiamo profondamente nel cuore, anche se a volte qualcuno non vuole ammetterlo!
È questa non accoglienza della verità che crea le incertezze di tanti, che sembrano dare ragione alle parole di Tommaso: 'Se non metto le mie mani nelle piaghe... .'
Ma se ci apriamo al 'dubbio' – quello vero, riguardante le nostre 'scientifiche', pregiudiziali, `troppo terra, terra' certezze – disposti ad accogliere la Verità, anche a noi Gesù si fa presente e mostra i segni della Sua Resurrezione e anche noi diremo: 'Signore, mio Dio!'.
Per gli Apostoli, come per noi, da quel momento la prospettiva cambia.
Essi avevano lasciato tutto per seguire Gesù, lasciando alle spalle le poche sicurezze che offre la vita. C'era stato il momento della prova nella passione e morte del Maestro, come un sogno, forse, di felicità terrena svanita e la grande paura del fallimento e di una fine come quella del Maestro.
Ma poi tutto è cambiato.
Ora sanno, e anche noi lo comprendiamo, che cosa significhi seguire Gesù,
Vuol dire andare dove Lui è andato, essere magari scherniti, essere uccisi... ma è soprattutto partecipare alla gloria del Maestro, che li ha, ci ha chiamati a seguirlo, fino a risorgere con Lui. È la vocazione di tutti coloro che sono stati 'chiamati da Gesù nel Battesimo', sempre che Lo seguiamo.
Ma Gesù non si limita a confermare i suoi nella fede in Lui; apparendo loro li fa partecipi della Sua missione tra di noi, consegnando loro, addirittura, `le chiavi del Regno': 'Tutto quello che voi rimetterete, sarà rimesso'.
Così là dove Gesù risorge inizia la resurrezione degli uomini; là dove si manifesta la gioia, la pace del Signore, questa è estesa a tutti gli uomini.
Gli apostoli sentono ormai di appartenere a quella Resurrezione, di essere inondati da quella gioia, da quella pace, ma nello stesso tempo ricevono il mandato di farne parte all'intera umanità. Il dubbio di Tommaso sembra proprio la provocazione dell'uomo che di fronte a tanto ineffabile Mistero contrappone le sue certezze, ed è accettata da Gesù, per dare una ulteriore conferma alla Resurrezione.
E Tommaso rappresenta molto noi.
C'è troppa gente, magari battezzata e quindi chiamata alla resurrezione, che vive, ma senza pensare al domani che l'attende e neppure si dà pensiero del dopo.
È triste vivere così, è riduttivo...è drammatico, angosciante.
Spiega forse il fallimento di tanti nella vita, che ricorrono al suicidio e di tanti che si disperano interiormente perché non trovano la ragione e il senso del vivere, quasi la vita fosse una maledizione e non una meravigliosa opportunità, una vocazione alla felicità piena con Dio e con gli altri.
È facile incontrare persone così, vanificate o distrutte dentro.
Ne ho incontrate nella mia vita di pastore e si rimane senza parole, perché di fronte a queste tragedie dell'anima, l'unico atteggiamento è l'ascolto... è la preghiera. , . nell'attesa che Gesù si affacci e trovi spazio nel loro cuore per dire: 'La pace sia con te.
Sono tanti questi 'smarriti' tra di noi.
È il dolore di noi pastori che spesso non riusciamo a raggiungerli, perché spesso rifiutano di essere raggiunti.
In questo caso non sono paragonabili a Tommaso: egli non ha rinunciato a stare con gli altri apostoli ed è lì che Gesù lo ha cercato e trovato... ed è rinata la gioia.
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Ricordiamocelo sempre: nella vita non c'è peggior scelta di quella di chiudere la porta del cuore in faccia a Dio o di perdere la fiducia in Lui, nel dono della Sua Resurrezione, tanto da credere che parlare di Pasqua sia qualcosa che non ci appartiene.
Noi pastori vorremmo 'usare le chiavi del Regno' per aprirlo a tutti, rimettendo i peccati.
Ma quanta fatica. Una fatica però necessaria se si ama l'uomo ovunque sia, comunque sia. Vorremmo che la Pasqua fosse la festa per tutti e non resta che pregare e amare.
Lo faccio con le parole di Madre Teresa di Calcutta:
"Signore, Ti prego dona luce agli smarriti e disperati
per vedere la cupa profondità della loro tentazione.
Dà loro il Tuo amore affinché possano almeno intravedere
le ricchezze che Tu hai preparato per tutti noi.
Infondi in loro lo Spirito Santo
affinché possano vedere che Tu hai bisogno di loro
e li ami ed hanno ancora uno scopo nella vita,
quello di trasmettere l'amore e la misericordia che hai per loro.
Dà loro la speranza per il futuro e lasciali vivere, Signore".
Mons. Riboldi
sabato 3 aprile 2010
Pasqua di Risurrezione del Signore
LA PASQUA DI RISURREZIONE DEL SIGNORE
Pasqua di Risurrezione del Signore
Dal Messaggio « Urbi et Orbi » di Sua Santità Benedetto XVI
(Pasqua 2009) :
Cari fratelli e sorelle di Roma e del mondo intero!
Formulo di cuore a voi tutti l’augurio pasquale con le parole di sant’Agostino: “Resurrectio Domini, spes nostra – la risurrezione del Signore è la nostra speranza” (Agostino, Sermo 261, 1). Con questa affermazione, il grande Vescovo spiegava ai suoi fedeli che Gesù è risorto perché noi, pur destinati alla morte, non disperassimo, pensando che con la morte la vita sia totalmente finita; Cristo è risorto per darci la speranza (cfr ibid.).
In effetti, una delle domande che più angustiano l’esistenza dell’uomo è proprio questa: che cosa c’è dopo la morte? A quest’enigma la solennità odierna ci permette di rispondere che la morte non ha l’ultima parola, perché a trionfare alla fine è la Vita. E questa nostra certezza non si fonda su semplici ragionamenti umani, bensì su uno storico dato di fede: Gesù Cristo, crocifisso e sepolto, è risorto con il suo corpo glorioso. Gesù è risorto perché anche noi, credendo in Lui, possiamo avere la vita eterna. Quest’annuncio sta nel cuore del messaggio evangelico. Lo dichiara con vigore san Paolo: “Se Cristo non è risorto, vuota allora è la nostra predicazione, vuota anche la vostra fede”. E aggiunge: “Se noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto per questa vita, siamo da commiserare più di tutti gli uomini” (1 Cor 15,14.19). Dall’alba di Pasqua una nuova primavera di speranza investe il mondo; da quel giorno la nostra risurrezione è già cominciata, perché la Pasqua non segna semplicemente un momento della storia, ma l’avvio di una nuova condizione: Gesù è risorto non perché la sua memoria resti viva nel cuore dei suoi discepoli, bensì perché Egli stesso viva in noi e in Lui possiamo già gustare la gioia della vita eterna.
La risurrezione pertanto non è una teoria, ma una realtà storica rivelata dall’Uomo Gesù Cristo mediante la sua “pasqua”, il suo “passaggio”, che ha aperto una “nuova via” tra la terra e il Cielo (cfr Eb 10,20). Non è un mito né un sogno, non è una visione né un’utopia, non è una favola, ma un evento unico ed irripetibile: Gesù di Nazaret, figlio di Maria, che al tramonto del Venerdì è stato deposto dalla croce e sepolto, ha lasciato vittorioso la tomba. Infatti all’alba del primo giorno dopo il sabato, Pietro e Giovanni hanno trovato la tomba vuota. Maddalena e le altre donne hanno incontrato Gesù risorto; lo hanno riconosciuto anche i due discepoli di Emmaus allo spezzare il pane; il Risorto è apparso agli Apostoli la sera nel Cenacolo e quindi a molti altri discepoli in Galilea.
L’annuncio della risurrezione del Signore illumina le zone buie del mondo in cui viviamo. Mi riferisco particolarmente al materialismo e al nichilismo, a quella visione del mondo che non sa trascendere ciò che è sperimentalmente constatabile, e ripiega sconsolata in un sentimento del nulla che sarebbe il definitivo approdo dell’esistenza umana. È un fatto che se Cristo non fosse risorto, il “vuoto” sarebbe destinato ad avere il sopravvento. Se togliamo Cristo e la sua risurrezione, non c’è scampo per l’uomo e ogni sua speranza rimane un’illusione. Ma proprio oggi prorompe con vigore l’annuncio della risurrezione del Signore, ed è risposta alla ricorrente domanda degli scettici, riportata anche dal libro di Qoèlet: “C’è forse qualcosa di cui si possa dire: / Ecco, questa è una novità?” (Qo 1,10). Sì, rispondiamo: nel mattino di Pasqua tutto si è rinnovato. “Morte e vita si sono affrontate in un prodigioso duello: il Signore della vita era morto; ma ora, vivo, trionfa” (Sequenza pasquale). Questa è la novità! Una novità che cambia l’esistenza di chi l’accoglie, come avvenne nei santi. Così, ad esempio, è accaduto per san Paolo.
Più volte, nel contesto dell’Anno Paolino, abbiamo avuto modo di meditare sull’esperienza del grande Apostolo. Saulo di Tarso, l’accanito persecutore dei cristiani, sulla via di Damasco incontrò Cristo risorto e fu da Lui “conquistato”. Il resto ci è noto. Avvenne in Paolo quel che più tardi egli scriverà ai cristiani di Corinto: “Se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove” (2 Cor 5,17). Guardiamo a questo grande evangelizzatore, che con l’entusiasmo audace della sua azione apostolica, ha recato il Vangelo a tante popolazioni del mondo di allora. Il suo insegnamento e il suo esempio ci stimolano a ricercare il Signore Gesù. Ci incoraggiano a fidarci di Lui, perché ormai il senso del nulla, che tende ad intossicare l’umanità, è stato sopraffatto dalla luce e dalla speranza che promanano dalla risurrezione. Ormai sono vere e reali le parole del Salmo: “Nemmeno le tenebre per te sono tenebre / e la notte è luminosa come il giorno” (139[138],12). Non è più il nulla che avvolge ogni cosa, ma la presenza amorosa di Dio. Addirittura il regno stesso della morte è stato liberato, perché anche negli “inferi” è arrivato il Verbo della vita, sospinto dal soffio dello Spirito (v. 8).
Se è vero che la morte non ha più potere sull’uomo e sul mondo, tuttavia rimangono ancora tanti, troppi segni del suo vecchio dominio. Se mediante la Pasqua, Cristo ha estirpato la radice del male, ha però bisogno di uomini e di donne che in ogni tempo e luogo lo aiutino ad affermare la sua vittoria con le sue stesse armi: le armi della giustizia e della verità, della misericordia, del perdono e dell’amore. [...]
Resurrectio Domini, spes nostra! La risurrezione di Cristo è la nostra speranza! Questo la Chiesa proclama oggi con gioia: annuncia la speranza, che Dio ha reso salda e invincibile risuscitando Gesù Cristo dai morti; comunica la speranza, che essa porta nel cuore e vuole condividere con tutti, in ogni luogo, specialmente là dove i cristiani soffrono persecuzione a causa della loro fede e del loro impegno per la giustizia e la pace; invoca la speranza capace di suscitare il coraggio del bene anche e soprattutto quando costa. Oggi la Chiesa canta “il giorno che ha fatto il Signore” ed invita alla gioia. Oggi la Chiesa prega, invoca Maria, Stella della Speranza, perché guidi l’umanità verso il porto sicuro della salvezza che è il cuore di Cristo, la Vittima pasquale, l’Agnello che “ha redento il mondo”, l’Innocente che “ha riconciliato noi peccatori col Padre”. A Lui, Re vittorioso, a Lui crocifisso e risorto, noi gridiamo con gioia il nostro Alleluia ! © Copyright 2009 - Libreria Editrice Vaticana
Per & il Messaggio completo è "Urbi et Orbi" - Pasqua 2009
Fonte : vatican.va ("RIV.").
venerdì 2 aprile 2010
Via Crucis con Giovanni Paolo II
VIA CRUCIS CON GIOVANNI PAOLO II
Desideriamo perseverare nella preghiera con Maria, Madre del nostro Signore e Maestro: con Te, Madre della speranza. Affidiamo e offriamo a Te, ancella del Signore, tutto il patrimonio del Vangelo, della Croce, della Risurrezione di cui noi tutti siamo testimoni, apostoli. dall'omelia nella basilica di nostra Signora di Guadalupe, Messico, 27 gennaio 1979.
Vi prego: conservate la fedeltà a Cristo, alla Sua Croce, alla Chiesa e ai Suoi pastori. dal discorso ai polacchi, 23 ottobre 1978.
Prima Stazione: GESU' E' CONDANNATO A MORTE
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
DALLA PAROLA DI DIO
Pilato fece condurre fuori Gesù, e sedette in tribunale. Disse ai Giudei: «Ecco il vostro re!». Ma essi gridarono: «Via, via, crocifiggilo!». Pilato domandò loro: « Dovrò crocifiggere il vostro re? ». Risposero i gran sacerdoti: « Noi non abbiamo altro re che Cesare ». Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso. Gv. 19, 13-16
DALLA PAROLA DEL PAPA
Il Cristo-Figlio di Dio ha accettato la morte come necessità di natura, come parte inevitabile della sorte dell'uomo sulla terra. Gesù Cristo ha accettato la morte come conseguenza del peccato. Gesù Cristo ha accettato la morte in pegno di ubbidienza a Dio, al fine di restituire allo spirito umano il pieno dono dello Spirito Santo. Gesù Cristo ha accettato la morte per vincere la morte nella essenza stessa del suo perenne mistero. dall'omelia per il mercoledì delle ceneri, 28 febbraio 1979.
Preghiamo: Guarda, Signore, questa tua famiglia, per la quale il Figlio tuo non ha esitato a consegnarsi nelle mani dei carnefici e a patire il supplizio della croce.. Per Cristo nostro Signore. Amen.
Tutti: Gloria al Padre... Stabat Mater dolorosa iuxta crucem lacrimosa dum pendebat Filius.
Seconda Stazione: GESU' E' CARICATO DELLA CROCE
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
DALLA PAROLA DI DIO
I Giudei presero Gesù e lo condussero via dal pretorio. Ed egli, portando su di sé la croce, uscì verso il luogo, detto Cranio, in ebraico Golgota. Gv. 19, 16
DALLA PAROLA DEL PAPA
Gesù il Cristo andò verso la morte con tutta la sua consapevolezza messianica. Sapeva che portava in se stesso e sulla sua croce il destino dell'umanità intera e del mondo. Flagellato, coronato di spine per ludibrio, portò sul monte Calvario, insieme con tutto il peso della Croce, la verità della umana sofferenza, dell'umiliazione, del vituperio, delle torture, dell'agonia e della morte. da Segno di contraddizione, Milano 1977, p. 98
Preghiamo: Dio, nostro Padre, nella tua bontà hai voluto che il nostro Salvatore patisse la morte di croce per dare l'esempio di umiltà agli uomini, concedi che diveniamo discepoli della sua passione e partecipi della sua risurrezione. Per Cristo nostro Signore. Amen.
Tutti: Gloria al Padre... Cuius animam gementem contristatam et dolentem pertransivit gladius.
Terza Stazione: GESU' CADE LA PRIMA VOLTA
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
DALLA PAROLA DI DIO
E condussero Gesù ad essere crocifisso. Mt. 27, 31
Egli ha portato i nostri mali, egli ha sopportato i nostri dolori: e noi lo abbiamo considerato un battuto, colpito da Dio e umiliato. Ma egli è trafitto per le nostre prevaricazioni, è colpito per i nostri peccati; il castigo che ci avrebbe apportato la salute è ricaduto sopra di lui e nelle sue piaghe sta la guarigione per noi. Is. 53, 4-5
DALLA PAROLA DEL PAPA
Il Cristo f u il segno al quale ci si opponeva, e questa opposizione non ci stupisce; vogliamo solo unirci a Lui ancora di più. Prendiamo questa opposizione su di noi, perché è un'opposizione al bene, alla salvezza degli uomini, alla loro eterna unione a Dio. Preghiamo di essere sempre fedeli al Cristo, preghiamo perché i nostri giovani gli siano sempre fedeli. dal discorso alla processione del Corpus Domini in Cracovia, 13 giugno 1976.
Preghiamo: O Dio onnipotente, guarda all'umanità, sfinita per una debolezza mortale, e concedile di riprendere vita per la Passione del tuo unico Figlio che vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.
Tutti: Gloria al Padre... O quam tristis et afflicta fuit illa benedica Mater Unigeniti!
Quarta Stazione: GESU' INCONTRA SUA MADRE
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
DALLA PAROLA DI DIO
Simeone parlò a Maria, sua madre: « Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima ». Lc. 2, 34-35
DALLA PAROLA DEL PAPA
Gesù Cristo - vero Dio e vero Uomo - era sicuro di sua Madre nello svolgere la sua missione, nel quadro del suo grande dovere, e nel compiere la volontà del Padre. Era sicuro di
sua Madre... Era sicuro del suo cuore, di quel cuore, cioè, che lo aiutò ad esprimere in maniera umana, nelle categorie del pensare e sentire umano, il grande cuore del Padre.
Quel cuore di madre non lo deluse nella difficile ora del Getsemani e del Calvario. Egli l'ebbe infatti vicino a sé sulla strada che conduceva dal pretorio di Pilato al monte Calvario quando portò la croce, e nel momento del suo ultimo respiro. da Segno di contraddizione, Milano 1977, p. 82
Preghiamo: O Padre, che hai voluto che accanto al tuo Figlio fosse presente la sua Madre addolorata, fa' che la tua santa Chiesa, associata con lei alla passione d? Cristo, partecipi alla gloria della risurrezione. Per Cristo nostro Signore. Amen.
Tutti: Ave, Maria... Quae moerebat et dolebat pia Mater, dum videbat, nati poenas incliti.
Quinta Stazione: SIMONE DI CIRENE PORTA LA CROCE DI GESU'
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
DALLA PAROLA DI DIO
Poi lo condussero fuori per crocifiggerlo. Allora costrinsero un tale che passava, un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna, a portare la croce. Mc. 15, 20-21
DALLA PAROLA DEL PAPA
Sulle spalle di Gesù c'è il peso della croce! Lo strumento della propria sorte, il segno del disonore e, innanzitutto, un enorme peso. Peso, sotto il quale Gesù cade. Gli stessi persecutori devono cercare qualcuno che lo aiuti, che insieme con Lui porti la croce sul posto dell'esecuzione. Il portare il peso... Il portare la croce... Forse in quest'istante appaiono davanti ai nostri occhi uomini caricati in maniera simile, i prigionieri dei campi di sterminio, che portano sulle loro spalle nelle cave di pietra massi di peso enorme, oppure altri che sono messi al tiro di macchine pesanti invece degli animali. La storia del XX secolo conosce ormai tanti quadri del genere. da Segno di contraddizione, Milano 1977, p. 89
Preghiamo: Previeni, o Signore, le nostre azioni con la tua ispirazione e accompagnale con il tuo aiuto; e fa' che ogni nostra preghiera e lavoro incominci sempre da te, e iniziato con te, si concluda ancora per te. Per Cristo nostro Signore. Amen.
Tutti: Gloria al Padre... Quis est homo qui non fleret, Matrem Christi si videret in tanto supplicio?
Sesta Stazione: IL VOLTO SANTO DI GESU'
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
DALLA PAROLA DI DIO
Molti erano spaventati nel vederlo, tanto il suo aspetto era sfigurato: non aveva più l'aspetto di un uomo. Is. 52, 14
DALLA PAROLA DEL PAPA
La Chiesa ci esorta a soffermarci in modo del tutto particolare, ed eccezionale accanto a Cristo, solo presso di Lui. Ci esorta a sforzarci - come san Paolo - a « non sapere altro... se non Gesù Cristo e questi crocifisso» (1 Cor. 2,2).
Tale esortazione, la Chiesa la rivolge a tutti: non soltanto a tutte le comunità dei credenti, a tutti i seguaci di Cristo, ma anche a tutti gli altri. Fermarsi davanti a Cristo che soffre, ritrovare in se stesso la solidarietà con Lui - ecco il dovere e il bisogno di ogni cuore umano, ecco la verifica della sensibilità umana. In ciò si manifesta la nobiltà dell'uomo. dal discorso all'udienza generale, 11 aprile 1979
Preghiamo: Guarda, o Padre, il volto del tuo Cristo, che ha dato se stesso per salvare l'umanità; e fa' che dall'oriente all'occidente sia glorificato il suo nome tra i popoli. Per Cristo nostro Signore. Amen.
Tutti: Gloria al Padre... Quis non posset contristari, Christi Matrem contemplari, dolentem cum Filio?
Settima Stazione: GESU' CADE LA SECONDA VOLTA
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
DALLA PAROLA DI DIO
Tutti noi andavamo, come pecore, errando: ciascuno deviava per la sua strada: ma il Signore ha posto sopra di lui l'iniquità di tutti. Is. 53, 6
DALLA PAROLA DEL PAPA
Gesù ci ha parlato di Dio, e forse con quell'unica frase della preghiera nel Getsemani, o con le sue sette parole pronunciate sulla croce, ci ha detto chi è Dio ancor più che non in tutto il Vangelo. La rivelazione di Dio diventa penetrante proprio per il fatto che Egli « pur essendo di natura divina... spogliò se stesso assumendo la condizione di servo » (Fil. 2,6s).
La penetrante rivelazione della giustizia e, insieme, dell'amore, che è la misericordia. Giustizia, amore, misericordia sarebbero rimasti concetti senza un contenuto ultimo e definitivo, se non ci fosse stata questa Passione e questa Croce.
Occorreva la rivelazione di questa estrema « debolezza » di Dio, perché si potesse manifestare che cosa è la Sua Potenza. dall'Angelus domenicale, 8 aprile 1979
Preghiamo: Signore Gesù, ti preghiamo per la tua Chiesa, per la quale ti sei offerto in sacrificio, per santificarla e purificarla nel lavacro dell'acqua nella parola di vita: rinnovala continuamente e purificala con la penitenza. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.
Tutti: Gloria al Padre... Pro peccatis suae gentis vidit Jesum in tormentis, et flagellis subditum.
Ottava Stazione: L'INCONTRO CON LE PIE DONNE
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
DALLA PAROLA DI DIO
Lo seguiva una grande moltitudine di gente e di donne, che si battevano il petto e si lamentavano su di lui.
Gesù allora si voltò verso di esse e disse: « Figlie di Gerusalemme, non piangete per me, piangete per voi stesse e per i vostri figli ». Le. 23, 27-28
DALLA PAROLA DEL PAPA
Gesù mostrò sempre la massima stima e il massimo rispetto per le donne, per ogni donna, e in particolare f u sensibile verso la sofferenza femminile.
Come non ricordare... che Gesù volle associare alcune donne ai dodici (Lc. 8, 2-3), che lo accompagnavano e lo servivano, e gli furono di conforto durante la via dolorosa fin sotto la croce?
Perciò la consolazione suprema è e deve essere ancora e sempre la presenza di Gesù nella nostra vita. dal discorso alle colf, 29 aprile 1979
Preghiamo: O Dio, che preferisci essere misericordioso piuttosto che adirato con quelli che sperano in te, concedici di piangere, come si deve, i peccati commessi, e di meritare la grazia della tua gioia. Per Cristo nostro Signore. Amen.
Tutti: Gloria al Padre... Vidit suum dulcem natum moriendo desolatum dum emisit spiritum.
Nona Stazione: GESU' CADE PER LA TERZA VOLTA
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
DALLA PAROLA DI DIO
Noi non abbiamo un pontefice che non sia in grado d'aver compassione delle nostre infermità, ma, al contrario, è stato messo alla prova in tutto come noi, escluso il peccato. Accostiamoci dunque con fiducia al trono della grazia, affinché si possa ottenere misericordia e trovare grazia al momento opportuno. Eb. 4, 15-16
DALLA PAROLA DEL PAPA
Sant'Agostino scrisse: « Amor meus - pondus meum », (amore mio - mio peso). (Confessiones, XIII, 9,10).
Ecco la definizione del carico che scaturisce dalla contemplazione della Croce di Cristo! L'Amore non solo eleva, ma sublima e anche carica. E forse i carichi parlano dell'Amore più che non i momenti di estasi e di slancio spirituale. « Amore mio - mio peso ». Per questa ragione Gesù disse: « Se aualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua » (Mc. 8,34). Quando pronunciò queste parole, nessuno intuì che. questo « Grande Profeta » (cfr. Lc. 7, 16) nell'avvenire sarebbe stato caricato della sua propria Croce sulla quale sarebbe morto, sigillando così la Verità delle sue parole. da Segno di contraddizione, Milano 1977, pp. 89-90
Preghiamo: O Dio, nostro protettore, volgi il tuo sguardo su di noi, oppressi dal peso dei nostri peccati e donaci il tuo perdono: così potremo servirti con lo slancio del cuore. Per Cristo nostro Signore. Amen.
Tutti: Gloria al Padre... Eia, Mater, fons amoris, me sentire vim doloris fac, ut tecum lugeam.
Decima Stazione: GESU' SPOGLIATO DELLE VESTI
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
DALLA PAROLA DI DIO
I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una per ciascun soldato. E la tunica. Gv. 19, 23
DALLA PAROLA DEL PAPA
La vittoria mediante la fede, e l'amore l'ha riportata un uomo, Massimiliano Kolbe, in questo luogo, Auschwitz, che f u costruito per la negazione della fede - della fede in Dio e
della fede nell'uomo - per calpestare radicalmente non soltanto l'amore ma tutti i segni della dignità umana, dell'umanità.
Può ancora meravigliarsi qualcuno che il Papa abbia iniziato la sua prima enciclica colle parole « Redemptor Hominis » e che l'abbia dedicata nell'insieme alla dignità dell'uomo, alle minacce contro di lui e infine ai suoi diritti inalienabili che così facilmente possono essere calpestati ed annientati dai suoi simili? dall'omelia ad Auschwitz, 7 giugno 1979
Preghiamo: Signore Gesù, concedi ai tuoi fedeli di mortificare i propri sensi perché possano essere più pronti a celebrare la tua risurrezione. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen. Tutti. Gloria al Padre... Fac ut ardeat cor meum in amando Christum Deum ut sibi complaccam.
Undicesima Stazione: GESU' E' INCHIODATO ALLA CROCE
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
DALLA PAROLA DI DIO
Quando furono giunti al luogo chiamato del Cranio, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l'altro a sinistra. Lc. 23, 33
DALLA PAROLA DEL PAPA
La croce era uno strumento di tortura e di vituperio del condannato (cfr. Mc. 15, 27; Gv. 19,17; Gal. 5,11). La Croce f u un segno prescelto (Fil. 2,8-9; Gal. 6,14; 1 Cor. 1,18).
S'incontrano in essa due direzioni: quella orizzontale e quella verticale, ed essa esprime così il più profondo incrocio delle due dimensioni: la divina e l'umana.
A questo punto dell'incrocio simbolico, ma ugualmente reale, è stato collocato il sacrificio, l'Agnello di Dio, l'Uomo-Dio.
Gesù ha abbracciato tutto per restituire di nuovo tutto al Padre suo. E nell'atto di quella Restituzione, nell'atto di quel Sacrificio, Egli tutto ha fatto « nuovo » (cfr. Ger. 31, 31; Es. 35. 36). da Segno di contraddizione, Milano 1977, p. 99
Preghiamo: O Signore, con il segno della santa croce, proteggi il tuo popolo dalle insidie di tutti i nemici: così potremo offrirti un servizio gradito, e ti sarà accetto il nostro sacrificio. Per Cristo nostro Signore. Amen.
Tutti: Gloria al Padre... Sancta Mater, istud agas. crucifixi fige plagas, tordi meo valide.
Dodicesima Stazione: GESU' MUORE SULLA CROCE
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
DALLA PAROLA DI DIO
Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio si fece buio su tutta la terra.
Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: « Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». E Gesù, emesso un alto grido, spirò. Mt. 27, 45-46.50
DALLA PAROLA DEL PAPA
Cristo Gesù! Come un tempo a Gerusalemme ai piedi della Croce stavano tua Madre, Giovanni e Maddalena ed altre donne così anche noi stiamo qui.
Guardando questa Croce, dobbiamo sentire ed esprimere una solidarietà particolarmente
profonda con tutti i nostri fratelli nella fede, che anche nella nostra epoca sono oggetto di persecuzioni e di discriminazioni in diversi luoghi della terra. Pensiamo soprattutto a coloro che sono condannati, in un certo senso, alla « morte civile » col rifiuto del diritto di vivere secondo la propria fede, il proprio rito, secondo le proprie convinzioni religiose.
Chiediamo a Cristo che non manchi loro la potenza dello Spirito, di cui hanno bisogno i confessori e i martiri dei nostri tempi... alla Via crucis del Colosseo, 13 aprile 1979
Preghiamo: O Dio, onnipotente e misericordioso, che ci hai redento con la passione e morte del tuo Figlio, conserva in noi l'opera della sua misericordia e per la partecipazione a questo mistero ci sia dato di rivivere in una devozione perenne. Per Cristo nostro Signore. Amen. Tutti: Gloria al Padre... Tui nati vulnerati, tam dignati pro me pati, poenas mecum divide.
Tredicesima Stazione: GESU' E' DEPOSTO DALLA CROCE
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
DALLA PAROLA DI DIO
C'era un uomo di nome Giuseppe, membro del Sinedrio, persona buona e giusta. Si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Lo calò dalla croce, lo avvolse in un lenzuolo e lo depose in una tomba scavata nella roccia, nella quale nessuno era stato deposto. Era il giorno della parasceve e già splendevano le luci del sabato. Lc. 23, 50. 52-54
DALLA PAROLA DEL PAPA
Quando dopo essere tolto dalla Croce, Ti hanno deposto in un sepolcro ai piedi del Calvario desideriamo pregarti affinché Tu rimanga con noi mediante la Tua Croce: Tu, che per la Croce Ti sei separato da noi. Ti preghiamo perché rimanga con la Chiesa, perché Tu rimanga con l'umanità, perché non ti sgomenti se molti, forse, passano indifferenti accanto alla Tua Croce, se alcuni si allontanano da essa ed altri non vi arrivano.
Resta con noi e attiraci a Te (cfr. Gv. 12,32), Tu, che sotto questa Croce sei caduto. Resta con noi mediante la Tua Madre, alla quale dalla Croce hai affidato in modo particolare ogni uomo (Gv. 19,37). Resta con noi! alla Via crucis del Colosseo, 13 aprile 1979
Preghiamo: Salgano a Te, o Signore, le nostre preghiere, espresse nella partecipazione ai sentimenti della Vergine addolorata, e rendici come Lei umili nell'amore e generosi nel sacrificio per la salvezza dei nostri fratelli. Per Cristo nostro Signore. Amen.
Tutti: Gloria al Padre... Fac me tecum pie flere, crucifixo condolere, donec ego vixero
Quattordicesima Stazione: GESU' E' MESSO NEL SEPOLCRO DA DOVE RISORGERA'
Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
DALLA PAROLA DI DIO
Le donne che erano venute con Gesù dalla Galilea seguivano Giuseppe; esse osservarono la tomba e come era stato deposto il corpo di Gesù, poi tornarono indietro e prepararono aromi e olii profumati. Il primo giorno dopo il sabato, di buon mattino, si recarono alla tomba, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono la pietra rotolata via dal sepolcro; ma, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù... Due uomini in vesti splendenti dissero loro: « Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risuscitato ». Le. 23, 55-56; 24, 1-3; 5-6
DALLA PAROLA DEL PAPA
Chi è Cristo? E' il Figlio di Dio, che ha assunto la vita umana nel suo temporale orientamento verso la morte. Ha accettato la necessità della morte. Cristo è Colui che ha accettato tutta la realtà del morire umano. E proprio perciò Egli è Colui che ha compiuto un rivolgimento fondamentale nel modo di capire la vita. Ha mostrato che la vita è un passaggio, non solamente al limite della morte, ma a una vita nuova. Così la Croce per noi è diventata suprema Cattedra della verità, di Dio e dell'uomo. Tutti dobbiamo essere alunni di questa Cattedra. Allora comprenderemo che la Croce è anche la culla dell'uomo nuovo.
dall'omelia agli universitari di Roma, 5 aprile 1979
Preghiamo: O Dio, che hai portato a compimento l'opera della redenzione nel mistero pasquale del tuo Figlio, fa' che commemorando con fede la sua morte e risurrezione, sperimentiamo sempre più i doni della salvezza. Per Cristo nostro Signore. Amen.
Tutti: Gloria al Padre... Quando corpus morietur, fac ut animae donetur paradisi gloria. Amen.
Il terzo giorno è risuscitato.
Questa verità, sulla quale, come su « pietra angolare » (cfr. El. 2,20), si basa tutta la costruzione della nostra fede, vogliamo oggi di nuovo condividerla tra noi, reciprocamente come pienezza del Vangelo, Noi: confessori di Cristo, Noi cristiani, Noi Chiesa. Noi la condividiamo nella gioia. Come non rallegrarsi della vittoria di questo Cristo, che passò per il mondo beneficando tutti (At. 10, 38), come non rallegrarsi della vittoria di colui, che così ingiustamente è stato condannato alla passione più terribile ed alla morte sulla croce; della vittoria di colui che prima è stato flagellato, schiaffeggiato, imbrattato di sputi, con tanta inumana crudeltà? Ecco il Giorno che ha fatto il Signore!
dal messaggio pasquale, 15 aprile 1979.
Novena alla Divina Misericordia, richiesta da Gesù stesso come preparazione alla Festa della Divina Misericordia (II di Pasqua "della Divina Misericor
Il Santo Rosario del Vaticano...pregate con me!!!
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Il Rosario è composto di venti "misteri" (eventi, momenti significativi) della vita di Gesù e di Maria, divisi dopo la Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae, in quattro Corone.
La prima Corona comprende i misteri gaudiosi (lunedì e sabato), la seconda i luminosi (giovedì), la terza i dolorosi (martedì e venerdì) e la quarta i gloriosi (mercoledì e domenica).
«Questa indicazione non intende tuttavia limitare una conveniente libertà nella meditazione personale e comunitaria, a seconda delle esigenze spirituali e pastorali e soprattutto delle coincidenze liturgiche che possono suggerire opportuni adattamenti» (Rosarium Virginis Mariae, n. 38).
Per aiutare l'itinerario meditativo-contemplativo del Rosario, ad ogni "mistero" sono riportati due testi di riferimento: il primo della Sacra Scrittura, il secondo del Catechismo della Chiesa Cattolica.
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