giovedì 29 agosto 2013
Caro Gesù ora so che mi ami
Caro Gesù, anch'io ti amo e nessuno ostacolo al mondo mi può trattenere dal raggiungerti... Tu sei il mio unico amore e il tuo Nome la mia unica scienza. Ti amo! Cosa sarebbe la mia vita senza di te? Che mi gioverebbe essere tra le donne più grandi e ricche del mondo se non avessi te???? Preferisco essere ultima ma possedere il tuo tesoro...l'Amore.
L'amarezza è dolce e la tribolazione è leggera con te accanto!
Ti lodo, perché mi hai fatto come un prodigio. Sono stupende le tue opere, tu mi conosci fino in fondo. (Salmo 138, 14)
Ave Maria!
Maria Maistrini
LA VITA E' UNA PARABOLA DA PERCORRERE
martedì 27 agosto 2013
Ciò di cui abbiamo bisogno è la preghiera.
La Beata Madre Teresa di Calcutta parla alle donne sul loro ruolo nella vita - Pechino, 13 settembre 1995
"Devo dire che non arrivo a comprendere perché alcuni affermino che l'uomo e la donna sono esattamente uguali, e che si trovino così a negare la bellezza delle diversità che esistono fra l'uomo e la donna. I doni di Dio sono tutti ugualmente buoni ma non sono necessariamente gli stessi. Rispondo spesso a chi mi dice che gli piacerebbe servire i poveri come faccio io: " Ciò che faccio io, non siete in grado di farlo Ciò che voi fate , io non sono in grado di farlo. Ma voi ed io insieme, possiamo fare qualcosa di bello per Dio.
E' così anche per le differenze fra l'uomo e la donna. Dio ha creato ciascuno di noi , ciascun essere umano, in vista di una cosa più grande: amare ed essere amati. Perché Dio ci ha creato uomini e donne? Perché l'amore di una donna è uno dei volti dell'amore di Dio. L'amore di un uomo è un altro volto di questo stesso amore. L'uomo e la donna sono entrambi creati per amare, ma ognuno in modo diverso; l'uomo e la donna si completano l'un l'altro, e tutti e due insieme manifestano l'amore di Dio molto meglio di quello che potrebbe fare ciascuno separatamente.
Questa potenza .speciale di amore che hanno le donne non è così evidente come quando esse diventano madri. La maternità è il dono che Dio fa alle donne. Quanto dobbiamo essere riconoscenti a Dio per questo dono che porta una così gran gioia al mondo intero, agli uomini come alle donne. E tuttavia questo dono della maternità , noi lo possiamo distruggere e in modo tutto speciale attraverso il male dell'aborto, ma anche attraverso il fatto di pensare che ci sono delle cose più importanti che amare, che donarsi al servizio degli altri: la carriera, per esempio, il lavoro fuori casa. Nessun lavoro, nessun programma di carriera ,nessun possesso materiale, nessuna idea di " libertà" può sostituire l'amore. Di modo che tutto ciò che distrugge il dono della maternità, che è un dono di Dio, distrugge il più prezioso dei doni fatti da Dio alle donne, quello di amare in quanto donne.
Dio ci ha detto : " Ama il prossimo tuo come te stesso". Di modo che io devo prima di tutto amare me stesso, come si deve, e poi amare il mio prossimo alla stessa maniera. Ma come posso amare me stesso se non mi accetto come Dio mi ha fatto? Coloro che negano la bellezza delle differenze fra l'uomo e la donna non si accettano come Dio li ha fatti, e non possono dunque amare il loro prossimo. Essi non possono portare con sé che divisione e infelicità e distruggere la pace del mondo. Per esempio, come ho spesso sostenuto, l'aborto è ciò che distrugge maggiormente la pace del mondo d'oggi. E coloro che vogliono assolutamente che l'uomo e la donna siano la medesima cosa sono tutti favorevoli all'aborto.
Al posto della sofferenza e della morte, portiamo la pace e la gioia al mondo. A questo scopo, dobbiamo chiedere a Dio il dono della pace ed imparare ad amarsi e ad accettarsi come fratelli e sorelle, figli di Dio. Sappiamo che l'ambiente dove il bambino può meglio imparare ad amare e a pregare, è la famiglia, dove egli è testimone dell'amore e della preghiera del padre e della madre. Quando c'è una frattura o disunione nella famiglia, i figli, molto spesso, crescono senza sapere cosa vuol dire amare e pregare. Un Paese dove sono numerose la famiglie distrutte in questo modo non può non essere esposto a parecchi problemi. Sono spesso stata testimone, specie nei Paesi ricchi, del fatto che i figli cercano rifugio nella droga o altre cose dal momento che sono costretti a far fronte all'indifferenza o al rifiuto della famiglia.
D'altra parte quando le famiglie sono forti ed unite, i figli sono in grado di vedere nell'amore del padre e della madre l'amore tutto speciale che Dio ha per loro e possono anche arrivare a fare dei loro paesi un luogo dove si ama e si prega. Il bambino è il più bel dono che Dio possa fare alla famiglia: egli ha altrettanto bisogno del padre come della madre perché l'uno e l'altra manifestano l'amore di Dio in una maniera speciale. Una famiglia che prega insieme resta insieme, e se essi restano insieme, si ameranno gli uni gli altri come Dio li ha amati, tutti ed ognuno vicendevolmente. E le opere dell'amore sono sempre opere di pace. Allora, custodiamo ognuno nel nostro cuore la gioia di amare e condividiamo questa gioia con tutti coloro che si trovano sul nostro cammino. La preghiera che rivolgo a Dio è che tutti i delegati, e che tutte le donne che la Conferenza di Pechino cerca di aiutare, che tutte e ciascuna di loro, io dico, arrivino a fare propria l'umiltà e la purezza di Maria per poter vivere in pace e in amore gli uni con gli altri, facendo così delle nostre famiglie e del nostro mondo un luogo di bellezza per Dio. Ciò di cui abbiamo bisogno è la preghiera.Tutto per la gloria di Dio ed il bene degli uomini. Che Dio benedica voi tutti.
Beata Madre Teresa di Calcutta - Conferenza ONU sul ruolo della donna - Pechino, 13 settembre 1995
lunedì 26 agosto 2013
BREVE COMMENTO PERSONALE AL MESSAGGIO DEL 25 AGOSTO 2013
"Cari figli! Anche oggi l’Altissimo mi dona la grazia di essere con voi e di guidarvi verso la conversione. Giorno dopo giorno Io semino e vi invito alla conversione perché siate preghiera, pace, amore e grano che morendo genera il centuplo. Non desidero che voi, cari figli, abbiate a pentirvi per tutto ciò che potevate fare e che non l’avete voluto. Perciò, figlioli, di nuovo con entusiasmo dite: “ Desidero essere segno per gli altri”. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.”
La sofferenza della Madonna è grande, vede i suoi figli che ostinatamente mischiamo umano e divino, soffre perché nonostante
tutti i segni che ci vengono inviati, giriamo la faccia e pensiamo di poter camminare senza il Figlio suo Gesù. Ci ammonisce, ce
lo fa capire molto limpidamente che senza Gesù non si va da nessuna parte, Lui è la la PORTA Stretta, la Via la Verità e la Vita.
Senza di Lui ci avviamo verso la perdizione eterna, ci implora, ci chiede di aprire i nostri cuori, ad essere veri apostoli del suo
amore, perché vivendo l'amore di Dio siamo semi buoni per quelli che non lo conoscono, come il seme evangelico di grano che, morendo sotto terra, produce il centuplo. Pregare e digiunare sono le armi essenziali per poter allontanare il demonio dalle nostre famiglie, dai nostri giovani. La Madonna desidera che gli altri vedano riflesso in noi il vero amore e che gli altri ci vedono come il fratello misericordioso. Il mondo è in tumulto, la Madonna è preoccupata per gli
ultimi avvenimenti e catastrofi proveniente da ogni parte del mondo. La Madre di Dio ci dice che con la preghiera perseverante e
il digiuno possiamo fermare le guerre, impedire le guerre. La nostra umanità che vuole fare a meno di Dio è coperta dalle tenebre
del peccato e ci invita a non perdere la speranza per un tempo di pace che il suo cuore di Mamma attende con impazienza, noi
possiamo alleggerire e accorciare il tempo della prova con la preghiera e il digiuno. Noi possiamo fare molto.
SECONDA LETTERA AI TESSALONICESI
La Sacra Bibbia (testo CEI 2008)
SECONDA LETTERA AI TESSALONICESI
1Paolo e Silvano e Timòteo alla Chiesa dei Tessalonicesi che è in Dio Padre nostro e nel Signore Gesù Cristo: 2
a voi, grazia e pace da Dio Padre e dal Signore Gesù Cristo.
3Dobbiamo sempre rendere grazie a Dio per voi, fratelli, come è giusto, perché la vostra fede fa grandi progressi e l’amore di ciascuno di voi verso gli altri va crescendo. 4 Così noi possiamo gloriarci di voi nelle Chiese di Dio, per la vostra perseveranza e la vostra fede in tutte le vostre persecuzioni e tribolazioni che
sopportate.
5 È questo un segno del giusto giudizio di Dio, perché siate fatti degni del regno di Dio, per il quale appunto soffrite. 6 È proprio della giustizia di Dio ricambiare con afflizioni coloro che vi affliggono 7 e a voi, che siete afflitti, dare sollievo insieme a noi, quando si manifesterà il Signore Gesù dal cielo, insieme agli
angeli della sua potenza, con 8 fuoco ardente, per punire quelli che non riconoscono
Dio e quelli che non obbediscono al vangelo del Signore nostro Gesù. 9 Essi saranno castigati con una rovina eterna, lontano dal volto del Signore e dalla sua gloriosa potenza. 10 In quel giorno, egli verrà per essere glorificato nei suoi santi ed essere riconosciuto mirabile da tutti quelli che avranno creduto, perché è stata accolta la nostra testimonianza in mezzo a voi.
11 Per questo preghiamo continuamente per voi, perché il nostro Dio vi renda degni della sua chiamata e, con la sua potenza, porti a compimento ogni proposito di bene e l’opera della vostra fede, 12 perché sia glorificato il nome del Signore nostro Gesù in voi, e voi in lui, secondo la grazia del nostro Dio e del Signore Gesù
Cristo.
1 Riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e al nostro radunarci con lui, vi preghiamo, fratelli, 2 di non lasciarvi troppo presto confondere la mente e allarmare né da ispirazioni né da discorsi, né da qualche lettera fatta passare come
nostra, quasi che il giorno del Signore sia già presente.
3 Nessuno vi inganni in alcun modo! Prima infatti verrà l’apostasia e si rivelerà l’uomo dell’iniquità, il figlio della perdizione, 4
l’avversario, colui che s’innalza sopra ogni essere chiamato e adorato come Dio, fino a insediarsi nel tempio di Dio,
pretendendo di essere Dio.
5 Non ricordate che, quando ancora ero tra voi, io vi dicevo queste cose? 6 E ora voi sapete che cosa lo trattiene perché non si manifesti se non nel suo tempo. 7 Il mistero dell’iniquità è già in atto, ma è necessario che sia tolto di mezzo colui che
finora lo trattiene. 8 Allora l’empio sarà rivelato e il Signore Gesù lo distruggerà con il soffio della sua bocca e lo annienterà con lo splendore della sua venuta. 9
La venuta dell’empio avverrà nella potenza di Satana, con ogni specie di miracoli e segni e prodigi menzogneri 10 e con tutte le seduzioni dell’iniquità, a danno di quelli che vanno in rovina perché non accolsero l’amore della verità per essere salvati.
11 Dio perciò manda loro una forza di seduzione, perché essi credano alla menzogna 12 e siano condannati tutti quelli che, invece di credere alla verità, si sono compiaciuti nell'iniquità.
13 Noi però dobbiamo sempre rendere grazie a Dio per voi, fratelli amati dal Signore, perché Dio vi ha scelti come primizia per la salvezza, per mezzo dello Spirito santificatore e della fede nella verità. 14 A questo egli vi ha chiamati mediante il nostro Vangelo, per entrare in possesso della gloria del Signore nostro Gesù Cristo.
15 Perciò, fratelli, state saldi e mantenete le tradizioni che avete appreso sia dalla nostra parola sia dalla nostra lettera. 16 E lo stesso Signore nostro Gesù Cristo Dio, Padre nostro, che ci ha amati e ci ha dato, per sua grazia, una consolazione eterna e una buona speranza, 17 conforti i vostri cuori e li confermi in ogni opera e
parola di bene. 3 Per il resto, fratelli, pregate per noi, perché la parola del Signore corra e sia glorificata, come lo è anche tra voi, 2
e veniamo liberati dagli uomini corrotti e malvagi. La fede infatti non è di tutti. 3 Ma il Signore è fedele: egli vi confermerà e vi
custodirà dal Maligno. 4 Riguardo a voi, abbiamo questa fiducia nel Signore: che quanto noi vi ordiniamo già lo facciate e continuerete a farlo. 5 Il Signore guidi i vostri cuori all’amore di Dio e alla pazienza di Cristo. 6 Fratelli, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo, vi raccomandiamo di tenervi lontani da ogni fratello che conduce una vita disordinata, non secondo l’insegnamento che vi è stato trasmesso da noi. 7 Sapete in che modo dovete
prenderci a modello: noi infatti non siamo rimasti oziosi in mezzo a voi, 8 né abbiamo mangiato gratuitamente il pane di alcuno, ma abbiamo lavorato duramente, notte e giorno, per non essere di peso ad alcuno di voi. 9 Non che non ne avessimo diritto, ma per darci a voi come modello da imitare. 10 E infatti quando eravamo presso di voi, vi abbiamo sempre dato questa regola: chi non vuole
lavorare, neppure mangi. 11 Sentiamo infatti che alcuni fra voi vivono una vita disordinata, senza fare nulla e sempre in agitazione. 12 A questi tali, esortandoli nel Signore Gesù Cristo, ordiniamo di guadagnarsi il pane lavorando con tranquillità. 13 Ma voi, fratelli, non stancatevi di fare il bene. 14 Se qualcuno non obbedisce a
quanto diciamo in questa lettera, prendete nota di lui e interrompete i rapporti, perché si vergogni; 15 non trattatelo però come un nemico, ma ammonitelo come un
fratello. 16 Il Signore della pace vi dia la pace sempre e in ogni modo. Il Signore sia con tutti voi.
17 Il saluto è di mia mano, di Paolo. Questo è il segno autografo di ogni mia lettera; io scrivo così. 18 La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con tutti voi.
domenica 25 agosto 2013
Breve guida alla preparazione del servizio della Proclamazione della Parola di Dio
Breve guida alla preparazione del servizio della Proclamazione della Parola di Dio
La Bibbia è un insieme di libri. Il termine stesso dal greco Biblia indica, appunto, un insieme di libri.
Per esattezza 73; 46 dell'Antico Testamento e 27 del Nuovo Testamento.
Il nuovo lezionario liturgico consente nel corso dell'anno e dei tre anni (A, B, C) di avere una lettura pressoché continuativa e sapienziale della Bibbia. Tuttavia per una lettura completa bisogna affidarsi ad una propria disciplina spirituale.
Il lezionario propone, nelle domeniche, sempre una lettura dall'Antico Testamento ad eccezione del periodo Pasquale fino a Pentecoste, in cui viene proposta - a preparazione della Solennità di Pentecoste - quello che viene definito il "Vangelo dello Spirito Santo", cioè gli Atti degli Apostoli.
Per capire bene la Parola di Dio occorre rifarsi all'essenza della Parola, il Verbo, ed al suo autore che è lo Spirito Santo.
Cura della Parola di Dio
Da sempre la Chiesa, in obbedienza al Suo Signore, ha avuto una cura particolare della Parola di Dio.
Leggiamo un brano di San Cesario di Arles:
Parola di Dio o Corpo di Cristo?
(Cesario di Arles, Cesario di Arles, Sermo 78, 2)
Vi domando, fratelli e sorelle, che cosa vi sembra più importante: la Parola di Dio, o il Corpo di Cristo? Se volete rispondere bene, dovete senza dubbio dire che la Parola di Dio non è da meno del Corpo di Cristo. E allora, se poniamo tanta cura quando ci viene consegnato il Corpo di Cristo perché nulla di esso cada per terra dalle nostre mani, non dovremmo porre altrettanta attenzione perché la Parola di Dio, che ci è offerta, non sfugga dal nostro cuore, cosa che avverrebbe se stiamo pensando ad altro? Colui che avrà ascoltato con negligenza la Parola di Dio non sarà meno colpevole di colui che, per la propria negligenza, avrà fatto cadere a terra il Corpo di Cristo.
Nella Parola infatti è presente Cristo:
qui parla - qui insegna - qui - nutre - qui guarisce; oggi come allora.
Il lettore, dunque presta se stesso a Cristo, perché Cristo - che è il protagonista della liturgia - possa svolgere con pienezza il suo ministero docente, salvifico e taumaturgico.
Come dovrà dunque essere il lettore? Dovrà essere preparato, dignitoso, servo.
Facciamo memoria che il "dovere" biblico non è mai un dovere volontaristico ma un dono da espletare e condividere (Rm. 8, 1ss). Il dovere è sempre un "dovere nello Spirito".
1 - Preparato: Invocazione dello Spirito Santo - preghiera personale - meditazione e ruminazione della Parola - scrutatio - applicazione della Parola
2 - Dignitoso: Dignità nei modi, nei gesti e nel vestire. Preparazione previa della voce e degli strumenti atti a diffondere la Parola (microfono, lezionario, ecc). I modi, i gesti, i tempi e le pause sono a servizio dell'immensa dignità di ciò che viene proclamato.
3 - Servo: il lettore proclama la Parola e la serve nel senso del suo testo. Rispetta il tono di esortazione, di narrazione, di richiamo, di parenesi o di poesia della Parola stessa. Inoltre crede fermamente che Dio stesso viene donato a chi ascolta. La Parola non è solo ispirata ma "spirante" Dio; compie, per mezzo del suo ministero, una istruzione, una illuminazione, una conversione ed una guarigione.
La preparazione nello Spirito Santo
La Parola di Dio è generata nello Spirito Santo e dallo Spirito Santo e diffonde Spirito Santo, non per canale di magia ma per canale soprannaturale in forma di seme e di trasformazione.
S. Ambrogio nel trattato dogmatico De Spiritu Sancto ad Gratianum Augustum riconosce alla Parola di Paolo a Timoteo un senso anche attivo. Leggiamo nella seconda lettera a Timoteo:
"Tutta la Scrittura infatti è ispirata da Dio e utile per insegnare, convincere, correggere e formare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona." (2Tim. 3,16)
S. Ambrogio riconosce alla parola Theopneustos un valore anche attivo e non solo passivo. Pertanto la Parola di Dio non è solo "ispirata da Dio" ma anche "spirante Dio".
Dio infatti compie ciò che dice ed illumina le coscienze ferite.
Qui l'aspetto taumaturgico fondamentale: la guarigione per una vita nuova nello Spirito Santo.
Tuttavia questo non accade se non nella presenza ecclesiale. Sebbene anche nella preghiera personale ci sia un rapporto tra la persona e Dio, questo rapporto include sempre la dimensione ecclesiale della Parola. La Parola infatti senza la tradizione apostolica e para-apostolica che l'ha co-generata, senza il Magistero che la spiega e la attualizza, senza la vita e la testimonianza dei santi che la rendono "storia vicina", senza tutte queste componenti, non è comprensibile correttamente ma apre ad un soggettivismo che snatura la Parola stessa. Pertanto ogni preghiera, anche personale è sempre un momento ed un atto ecclesiale.
Infatti il senso più profondo dell'efficacia della Parola si ha proprio nella liturgia domenicale quando essa è solennemente proclamata.
Pertanto se c'è un luogo in cui la Parola "espira Dio" quella è la Santa Messa.
La preparazione morale
Come può il lettore non essere preparato anche spiritualmente e moralmente? La Preparazione spirituale accompagnata da una buona confessione meglio veicolerà il suo servizio di proclamazione.
Se infatti si farà uso disciplinato della Parola letta, meditata ma anche discorsiva si otterrà, pian piano una purezza atta a contenere il ministero della Parola. La castità, infatti, comincia dalla lingua. Cioè dall'uso temperante del proprio linguaggio. Come si potrà proclamare la Parola se si è "mormoratori e detrattori"?
Una buona confessione, fatta con radicale e profonda compunzione e forte desiderio di conversione, aiuterà il "ministrante" della Parola ad essere servo della Parola e della comunità.
Le buone letture, inoltre accompagnano la lettura e la meditazione della Parola, fornendo quella piattaforma culturale necessaria per far si che il "ministero" della Parola continui nel quotidiano. Attraverso le piccole e grandi scelte, la vita civile e politica. Per tale motivo il "ministrante" della Parola è tenuto a conoscere bene anche il catechismo della Chiesa Cattolica e ad usarlo sovente nel chiarirsi dubbi di carattere spirituale, teologico, di dottrina morale e sociale.
I luoghi della proclamazione della Parola
L'Ambone è il luogo della Proclamazione della Parola. Pertanto esso va curato nella dignità delle forme e dell'arredo confacente all'immensa grazia della Proclamazione.
Nelle chiese paleocristiane e romaniche si avevano due amboni ai lati dell'altare per la lettura, in quello di destra, generalmente più piccolo, dell'Epistola, in quello di sinistra, del Vangelo.
Per semplicità ed evoluzione liturgica si è riassunto in un solo ambone e va sempre distinto dal luogo in cui si danno avvisi, guidano canti e si danno monizioni.
L'omelia invece, per il suo stretto legame con la Parola - e deve sempre necessariamente avere uno stretto legame con la Parola proclamata ed ascoltata - può essere fatta dall'ambone.
Epilogo
Costituzione Dogmatica sulla Divina Rivelazione - Dei Verbum:
21. La Chiesa ha sempre venerato le divine Scritture come ha fatto per il Corpo stesso di Cristo, non mancando mai, soprattutto nella sacra liturgia, di nutrirsi del pane di vita dalla mensa sia della parola di Dio che del Corpo di Cristo, e di porgerlo ai fedeli. Insieme con la sacra Tradizione, ha sempre considerato e considera le divine Scritture come la regola suprema della propria fede; esse infatti, ispirate come sono da Dio e redatte una volta per sempre, comunicano immutabilmente la parola di Dio stesso e fanno risuonare nelle parole dei profeti e degli apostoli la voce dello Spirito Santo. È necessario dunque che la predicazione ecclesiastica, come la stessa religione cristiana, sia nutrita e regolata dalla sacra Scrittura. Nei libri sacri, infatti, il Padre che è nei cieli viene con molta amorevolezza incontro ai suoi figli ed entra in conversazione con essi; nella parola di Dio poi è insita tanta efficacia e potenza, da essere sostegno e vigore della Chiesa, e per i figli della Chiesa la forza della loro fede, il nutrimento dell'anima, la sorgente pura e perenne della vita spirituale. Perciò si deve riferire per eccellenza alla sacra Scrittura ciò che è stato detto: «viva ed efficace è la parola di Dio » (Eb 4,12), « che ha il potere di edificare e dare l'eredità con tutti i santificati» (At 20,32; cfr. 1 Ts 2,13).
La Santa Messa oggi come ieri
CCC 1345 Fin dal secondo secolo, abbiamo la testimonianza di san Giustino martire riguardo alle linee fondamentali dello svolgimento della celebrazione eucaristica. Esse sono rimaste invariate fino ai nostri giorni in tutte le grandi famiglie liturgiche. Ecco ciò che egli scrive, verso il 155, per spiegare all’imperatore pagano Antonino Pio (138-161) ciò che fanno i cristiani:
« Nel giorno chiamato del sole ci si raduna tutti insieme, abitanti delle città o delle campagne.
Si leggono le memorie degli Apostoli o gli scritti dei profeti, finché il tempo consente.
Poi quando il lettore ha terminato, il preposto con un discorso ci ammonisce ed esorta ad imitare questi buoni esempi.
Poi tutti insieme ci alziamo in piedi ed innalziamo preghiere » (S. Giustino, apologia I, 67)
« sia per noi stessi [...] sia per tutti gli altri, dovunque si trovino, affinché, appresa la verità, meritiamo di essere nei fatti buoni cittadini e fedeli custodi dei precetti, e di conseguire la salvezza eterna.
Finite le preghiere, ci salutiamo l’un l’altro con un bacio.
Poi al preposto dei fratelli vengono portati un pane e una coppa d’acqua e di vino temperato.
Egli li prende ed innalza lode e gloria al Padre dell’universo nel nome del Figlio e dello Spirito Santo, e fa un rendimento di grazie (in greco: ευχαριστία), per essere stati fatti degni da lui di questi doni.
Quando egli ha terminato le preghiere ed il rendimento di grazie, tutto il popolo presente acclama: Amen
Dopo che il preposto ha fatto il rendimento di grazie e tutto il popolo ha acclamato, quelli che noi chiamiamo diaconi distribuiscono a ciascuno dei presenti il pane, il vino e l’acqua "eucaristizzati" (ευχαριστηθέvτoς) e ne portano agli assenti » (S. Giustino, apologia I, 65)
San Giustino - Giustino di Nablus (Flavia Neapolis, 100 – Roma, 162/168)
La sua famiglia è di probabile origine latina e vive a Flavia Neapolis, in Samaria. Nato nel paganesimo, Giustino studia a fondo i filosofi greci, e soprattutto Platone. Poi viene attratto dai Profeti di Israele, e per questa via arriva a farsi cristiano, ricevendo il battesimo verso l'anno 130, a Efeso. Ma questo non significa una rottura con il suo passato di studioso dell'ellenismo. Negli anni 131-132 lo troviamo a Roma, annunciatore del Vangelo agli studiosi pagani. Al tempo stesso, Giustino si batte contro i pregiudizi che l'ignoranza alimenta contro i cristiani. Famoso il suo «Dialogo con Trifone». Predicatore e studioso itinerante, Giustino soggiorna in varie città dell'Impero; ma è ancora a Roma che si conclude la sua vita. Qui alcuni cristiani sono stati messi a morte come "atei" (cioè nemici dello Stato e dei suoi culti). Scrive una seconda Apologia, indirizzata al Senato romano, e si scaglia contro il filosofo Crescente. Ma questo sta con il potere, e Giustino finisce in carcere, anche lui come "ateo", per essere decapitato con altri sei compagni di fede, al tempo dell'imperatore Marco Aurelio.
Pillole
Per quanto riguarda la preparazione respiratoria si ricordi che sia nella proclamazione come nel canto è importante saper dosare la respirazione diaframmatica.
Pertanto è necessario che il lettore faccia sovente esercizi di respirazione diaframmatica ed esercizi di proclamazione a voce alta della Parola.
Sappia dosare pause, respiri, virgole, due punti e punti.
Saper valorizzare gli a capo.
Saper distinguere il testo della Parola dalla sua introduzione di provenienza (per es. "Dalla Lettera di San Paolo Apostolo ai Tessalonicesi" - pausa - segue lettura)
Saper distinguere il testo della Parola dall'affermazione (per es. lettura Parola - pausa - si dice fermamente: "Parola di Dio").
Le parole in ebraico quasi sempre hanno l'accento sulla penultima vocale:
Naum si pronuncia Nàum e non Naùm
Baruc si pronuncia Bàruc e non Barùc
Non mancano eccezioni: Abacuc si pronuncia Àbacuc e non Abàcuc o Abacùc
Giosue si pronuncia Giosuè
Il termine greco Omega si pronuncia Òmega e non Omèga, come comunemente si fa.
Il lettore, nel dubbio, prima della proclamazione, consulti sempre un buon dizionario o il sacerdote.
venerdì 23 agosto 2013
La vita è un viaggio
La vita è un viaggio e noi dobbiamo pensare alla meta, a quello cui si va incontro. Il nostro viaggio ha per inizio e temine Dio perché noi siamo
opera delle sue mani. Quindi cerchiamo di pensare seriamente al nostro
avvenire e facciamolo con la luce della fede.
martedì 20 agosto 2013
L'AZIONE STRAORDINARIA DEL MALIGNO
Don Manlio
Il Santo Rosario del Vaticano...pregate con me!!!
| ||||||||
Il Rosario è composto di venti "misteri" (eventi, momenti significativi) della vita di Gesù e di Maria, divisi dopo la Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae, in quattro Corone.
La prima Corona comprende i misteri gaudiosi (lunedì e sabato), la seconda i luminosi (giovedì), la terza i dolorosi (martedì e venerdì) e la quarta i gloriosi (mercoledì e domenica).
«Questa indicazione non intende tuttavia limitare una conveniente libertà nella meditazione personale e comunitaria, a seconda delle esigenze spirituali e pastorali e soprattutto delle coincidenze liturgiche che possono suggerire opportuni adattamenti» (Rosarium Virginis Mariae, n. 38).
Per aiutare l'itinerario meditativo-contemplativo del Rosario, ad ogni "mistero" sono riportati due testi di riferimento: il primo della Sacra Scrittura, il secondo del Catechismo della Chiesa Cattolica.
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