venerdì 30 settembre 2011
Vivere d'Amore
mercoledì 28 settembre 2011
Gli Arcangeli Michele Gabriele e Raffael
Benedetto XVI
Tag: Angeli, Benedetto XVI
Da una parte, l’Angelo è una creatura che sta davanti a Dio, orientata con l’intero suo essere verso Dio. Tutti e tre i nomi degli Arcangeli finiscono con la parola "El", che significa "Dio". Dio è iscritto nei loro nomi, nella loro natura. La loro vera natura è l’esistenza in vista di Lui e per Lui.
Proprio così si spiega anche il secondo aspetto che caratterizza gli Angeli: essi sono messaggeri di Dio. Portano Dio agli uomini, aprono il cielo e così aprono la terra. Proprio perché sono presso Dio, possono essere anche molto vicini all’uomo. Dio, infatti, è più intimo a ciascuno di noi di quanto non lo siamo noi stessi.
Come un angelo per gli altri
Gli Angeli parlano all’uomo di ciò che costituisce il suo vero essere, di ciò che nella sua vita tanto spesso è coperto e sepolto. Essi lo chiamano a rientrare in se stesso, toccandolo da parte di Dio. In questo senso anche noi esseri umani dovremmo sempre di nuovo diventare angeli gli uni per gli altri – angeli che ci distolgono da vie sbagliate e ci orientano sempre di nuovo verso Dio.
Se la Chiesa antica chiama i Vescovi "angeli" della loro Chiesa, intende dire proprio questo: i Vescovi stessi devono essere uomini di Dio, devono vivere orientati verso Dio. "Multum orat pro populo" – "Prega molto per il popolo", dice il Breviario della Chiesa a proposito dei santi Vescovi. Il Vescovo deve essere un orante, uno che intercede per gli uomini presso Dio. Più lo fa, più comprende anche le persone che gli sono affidate e può diventare per loro un angelo – un messaggero di Dio, che le aiuta a trovare la loro vera natura, se stesse, e a vivere l’idea che Dio ha di loro.
Tutto ciò diventa ancora più chiaro se ora guardiamo le figure dei tre Arcangeli la cui festa la Chiesa celebra oggi. C’è innanzitutto Michele. Lo incontriamo nella Sacra Scrittura soprattutto nel Libro di Daniele, nella Lettera dell’Apostolo san Giuda Taddeo e nell’Apocalisse. Di questo Arcangelo si rendono evidenti in questi testi due funzioni. Egli difende la causa dell’unicità di Dio contro la presunzione del drago, del "serpente antico", come dice Giovanni. È il continuo tentativo del serpente di far credere agli uomini che Dio deve scomparire, affinché essi possano diventare grandi; che Dio ci ostacola nella nostra libertà e che perciò noi dobbiamo sbarazzarci di Lui.
Ma il drago non accusa solo Dio. L’Apocalisse lo chiama anche "l’accusatore dei nostri fratelli, colui che li accusa davanti a Dio giorno e notte" (12, 10). Chi accantona Dio, non rende grande l’uomo, ma gli toglie la sua dignità. Allora l’uomo diventa un prodotto mal riuscito dell’evoluzione. Chi accusa Dio, accusa anche l’uomo. La fede in Dio difende l’uomo in tutte le sue debolezze ed insufficienze: il fulgore di Dio risplende su ogni singolo.
È compito del cristiano di far spazio a Dio nel mondo contro le negazioni e di difendere così la grandezza dell’uomo. E che cosa si potrebbe dire e pensare di più grande sull’uomo del fatto che Dio stesso si è fatto uomo? L’altra funzione di Michele, secondo la Scrittura, è quella di protettore del Popolo di Dio (cfr Dn 10, 21; 12, 1). Cari amici, siate veramente "angeli custodi" delle Chiese che vi saranno affidate! Aiutate il Popolo di Dio, che dovete precedere nel suo pellegrinaggio, a trovare la gioia nella fede e ad imparare il discernimento degli spiriti: ad accogliere il bene e rifiutare il male, a rimanere e diventare sempre di più, in virtù della speranza della fede, persone che amano in comunione col Dio-Amore.

Incontriamo l’Arcangelo Gabriele soprattutto nel prezioso racconto dell’annuncio a Maria dell’incarnazione di Dio, come ce lo riferisce san Luca (1, 26 – 38). Gabriele è il messaggero dell’incarnazione di Dio. Egli bussa alla porta di Maria e, per suo tramite, Dio stesso chiede a Maria il suo "sì" alla proposta di diventare la Madre del Redentore: di dare la sua carne umana al Verbo eterno di Dio, al Figlio di Dio.
Ripetutamente il Signore bussa alle porte del cuore umano. Nell’Apocalisse dice all’"angelo" della Chiesa di Laodicea e, attraverso di lui, agli uomini di tutti i tempi: "Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me" (3, 20). Il Signore sta alla porta – alla porta del mondo e alla porta di ogni singolo cuore. Egli bussa per essere fatto entrare: l’incarnazione di Dio, il suo farsi carne deve continuare sino alla fine dei tempi.
Tutti devono essere riuniti in Cristo in un solo corpo: questo ci dicono i grandi inni su Cristo nella Lettera agli Efesini e in quella ai Colossesi. Cristo bussa. Anche oggi Egli ha bisogno di persone che, per così dire, gli mettono a disposizione la propria carne, che gli donano la materia del mondo e della loro vita, servendo così all’unificazione tra Dio e il mondo, alla riconciliazione dell’universo.
Cari amici, è vostro compito bussare in nome di Cristo ai cuori degli uomini. Entrando voi stessi in unione con Cristo, potrete anche assumere la funzione di Gabriele: portare la chiamata di Cristo agli uomini.

San Raffaele ci viene presentato soprattutto nel Libro di Tobia come l’Angelo a cui è affidata la mansione di guarire. Quando Gesù invia i suoi discepoli in missione, al compito dell’annuncio del Vangelo vien sempre collegato anche quello di guarire. Il buon Samaritano, accogliendo e guarendo la persona ferita giacente al margine della strada, diventa senza parole un testimone dell’amore di Dio. Quest’uomo ferito, bisognoso di essere guarito, siamo tutti noi. Annunciare il Vangelo, significa già di per sé guarire, perché l’uomo necessita soprattutto della verità e dell’amore.
Dell’Arcangelo Raffaele si riferiscono nel Libro di Tobia due compiti emblematici di guarigione. Egli guarisce la comunione disturbata tra uomo e donna. Guarisce il loro amore. Scaccia i demoni che, sempre di nuovo, stracciano e distruggono il loro amore. Purifica l’atmosfera tra i due e dona loro la capacità di accogliersi a vicenda per sempre. Nel racconto di Tobia questa guarigione viene riferita con immagini leggendarie.
Nel Nuovo Testamento, l’ordine del matrimonio, stabilito nella creazione e minacciato in modo molteplice dal peccato, viene guarito dal fatto che Cristo lo accoglie nel suo amore redentore. Egli fa del matrimonio un sacramento: il suo amore, salito per noi sulla croce, è la forza risanatrice che, in tutte le confusioni, dona la capacità della riconciliazione, purifica l’atmosfera e guarisce le ferite. Al sacerdote è affidato il compito di condurre gli uomini sempre di nuovo incontro alla forza riconciliatrice dell’amore di Cristo. Deve essere "l’angelo" risanatore che li aiuta ad ancorare il loro amore al sacramento e a viverlo con impegno sempre rinnovato a partire da esso.
In secondo luogo, il Libro di Tobia parla della guarigione degli occhi ciechi. Sappiamo tutti quanto oggi siamo minacciati dalla cecità per Dio. Quanto grande è il pericolo che, di fronte a tutto ciò che sulle cose materiali sappiamo e con esse siamo in grado di fare, diventiamo ciechi per la luce di Dio.
Guarire questa cecità mediante il messaggio della fede e la testimonianza dell’amore, è il servizio di Raffaele affidato giorno per giorno al sacerdote e in modo speciale al Vescovo. Così, spontaneamente siamo portati a pensare anche al sacramento della Riconciliazione, al sacramento della Penitenza che, nel senso più profondo della parola, è un sacramento di guarigione. La vera ferita dell’anima, infatti, il motivo di tutte le altre nostre ferite, è il peccato. E solo se esiste un perdono in virtù della potenza di Dio, in virtù della potenza dell’amore di Cristo, possiamo essere guariti, possiamo essere redenti.
"Rimanete nel mio amore", ci dice oggi il Signore nel Vangelo (Gv 15, 9). Rimanete in quell’amicizia con Lui piena di amore che Egli in quest’ora vi dona di nuovo! Allora la vostra vita porterà frutto – un frutto che rimane (Gv 15, 16).
Benedetto XVI, frammenti di un’omelia pronunciata il 29 settembre 2007
lunedì 26 settembre 2011
PORTIAMO L'AMORE DI DIO NEL MONDO

"Cari figli, vi invito affinché questo tempo sia per tutti voi il tempo per testimoniare. Voi che vivete nell’amore di Dio e avete sperimentato i Suoi doni, testimoniateli con le vostre parole e con la vostra vita perché siano gioia ed esortazione alla fede per gli altri. Io sono con voi e intercedo incessantemente presso Dio per tutti voi perché la vostra fede sia sempre viva, gioiosa e nell’amore di Dio. Grazie per aver risposto alla mia chiamata."



oggi mi sono soffermata a contemplare la tua immagine e non mi stancavo mai di ammirare i tuoi occhi, il tuo volto, di pensare alla tua infinita dolcezza e tenerezza.
Il mio cuore è ricolmo di affetto verso di Te, vorrei accarezzarti e stringerti forte,
forte al mio cuore. Aiutami Mamma ad essere una buona figlia, a rafforzare l'unione con Dio e con Te, a riversare acqua viva sopra gli altri quando ne sarò satura.
Tu ,Madre Santa, portami a Gesù, Luce del mondo e Sole dell'umanità, fiamma che sempre arde, pace che penetra e lenisce le amarezze che mi affliggono.
Io, che vivo nell'amore di Dio ed ho sperimentato i Suoi doni, devo testimoniare con le mie parole e farLo conoscere anche a quelli che si ribellano e Lo combattono.
Ho il compito di essere gioiosa e far comprendere a quanti cercano di tenere lontano Dio dal proprio cuore che Dio è Amore. Egli ama tutti al punto tale che è voluto divenire ,per Gesù e in Gesù,la naturale meta di coloro i quali cercano la luce e realmente Lo amano, mentre le tenebre eterne rappresentano il naturale sbocco di quanti rifiutano di cercare la verità e di quanti non amano. Madre mia e Madre dell' umanità, sono consapevole dell' importanza della missione che mi affidi
e ti prometto che cercherò si svolgerla con tutto l' ardore che infiamma il mio umile cuore per Te e l'intensità che scaturisce dal mio amore per Dio, sorgente inesauribile della forza della mia fede.
Ave Maria!
Maria Maistrini
lunedì 19 settembre 2011
L’apparizione e il messaggio di La Salette: le lacrime della Mamma Celeste...
Carissimi Innamorati di Maria, oggi festeggiamo l'apparizione approvata di La Salette (Francia), avvenuta il 19 settembre 1846.
Riflettiamo insieme sul messaggio ancora attuale che la Mamma Celeste ci ha voluto donare in quell'occasione.
Una bella Signora appare a Melania e Massimino, due ragazzini di 15 e 11 anni che pascolano le mucche su una montagna a 1800 metri d’altezza.
Si tratta di una donna seduta, con i gomiti sulle ginocchia ed il viso nascosto tra le mani: sta piangendo. La bella Signora porta sul suo petto una croce con sopra un Cristo splendente. Ai lati della traversa orizzontale della croce, sono posti gli strumenti della passione: a destra un paio di tenaglie e a sinistra un martello.La Signora piange a dirotto…e, mentre le lacrime scendono copiose, prende a parlare con quelle parole che sono giunte fino a noi:
"Venite avanti, bambini miei; non abbiate paura; io sono qui per annunziarvi una grande notizia.
Se il mio popolo non vuole sottomettersi, sono costretta a lasciar cadere il braccio di mio Figlio; esso è così grave e così pesante che non posso più sostenerlo!
Da quanto tempo io soffro per voi! Se voglio che mio Figlio non vi abbandoni, io devo pregarlo continuamente, e voi non ci fate caso. Voi avrete un bel pregare, un bel fare; mai potrete compensarmi della pena che mi sono presa per voi!
Vi ho dato sei giorni per lavorare, mi sono riservato il settimo, e non me lo si vuole concedere...Coloro che conducono i carri non sanno smettere di bestemmiare il nome di Mio Figlio.
Queste sono le due cose che appesantiscono tanto il braccio di mio Figlio!
Se il raccolto va a male, è soltanto per colpa vostra. Ve l'ho fatto vedere l'anno scorso con le patate... voi non ci avete fatto caso. Anzi, quando ne trovavate guaste, voi bestemmiavate il nome di Mio Figlio! Esse continueranno a marcire, e quest'anno a Natale non ve ne saranno più!
Se avete del grano, non bisogna seminarlo, perché tutto quello che seminerete sarà mangiato dagli insetti, e quello che verrà cadrà in polvere quando lo batterete. Sopraggiungerà una grande carestia, ma prima che essa venga, i bimbi al di sotto dei sette anni saranno colti da un tremore e morranno tra le braccia di coloro che li terranno. I grandi invece faranno penitenza per la fame. Le uve marciranno e le noci diventeranno cattive.".La conversazione tra la Signora e i veggenti prosegue con l’affidamento di un segreto. Quindi la Mamma Celeste continua con una promessa:"Se invece si convertiranno, le pietre e le rocce si tramuteranno in mucchi di grano e le patate si troveranno seminate da loro stesse!."Quindi confidenzialmente e maternamente la Vergine dice ai due piccoli:"Dite bene le vostre preghiere, bambini miei?""non molto, Signora..." rispondono."Ah! Bambini miei, - riprende la Madonna - bisogna farle bene, sera e mattina. Quando non avrete tempo, dite almeno un Pater e un 'Ave Maria; e, quando lo potete, ditene di più.
A messa non vanno che alcune donne già anziane. Gli altri lavorano di domenica tutta l'estate e, l'inverno, quando non sanno che fare, non vanno alla messa che per burlarsi della religione. In Quaresima vanno in macelleria come dei cani! Non avete mai veduto del grano guasto, bambini miei?""no, Signora!" rispondono.Ora la Signora si rivolge a Massimino:
"Ma tu, bimbo mio, tu ne devi aver ben visto una volta, vicino a Coin, con tuo padre. Il padrone del podere disse a tuo padre: "Venite a vedere il mio grano guasto". Voi ci siete andati tutti e due. Prendeste due o tre spighe di grano nelle vostre mani, le avete strofinate, e tutto andò in polvere. In seguito voi siete ritornati. Quando non eravate più che una mezz' 'ora distanti da Corps, tuo padre ti diede un pezzo di pane, dicendoti: "Prendi, bambino mio, mangia ancora del pane quest'anno; non so chi ne mangerà l'anno venturo, se il grano continua ancora a guastarsi in questo modo"..""Oh sì, Signora, ora ricordo. Prima non me lo ricordavo più..."Il colloquio con la Vergine ha termine con un accorato appello:"Ebbene, bambini miei, voi lo farete sapere a tutto il mio popolo..."La Signora passa davanti ai pastorelli, attraversa il piccolo ruscello, posando i piedi su una pietra che emerge a metà e, giunta a due o tre metri dall'altro lato, ripete senza voltarsi né fermarsi: "Su, bambini miei, fate dunque sapere ciò a tutto il mio popolo!"Detto ciò si eleva da terra e, lentamente si solleva: è raggiunta dagli sguardi attoniti di Massimino e Melania che vedono la Sua figura dileguarsi e confondersi con la luce di cui è avvolta, quindi scompare anche la luce.Facciamo attenzione al "costume" con cui Maria si presenta, al luogo geografico da Lei scelto, alla condizione sociale dei veggenti, al momento storico dell' apparizione. Tutto ha la sua importanza per comprendere il vero significato del messaggio di Maria. A La Salette Maria è addolorata per i nostri peccati, fa vedere le sue lacrime e mostra i segni della passione di Gesù Cristo. Esorta a evitare i peccati di omissione e commissione (santificare la domenica, seguire le norme della Quaresima e non bestemmiare), bene espressi dalle tenaglie e dal martello, strumenti materiali della crocifissione di Gesù. Fa vedere Gesù sulla croce per strapparci il pentimento sincero dei nostri peccati, vera causa della morte di suo Figlio.
La Madre Celeste ci fa notare come il comportamento spirituale delle anime è strettamente legato ai flagelli della natura: carestie e malattie mortali sono le conseguenze dei nostri peccati, mentre la provvidenza di Dio ci aiuta se viviamo santamente: "Se invece si convertiranno, le pietre e le rocce si tramuteranno in mucchi di grano e le patate si troveranno seminate da loro stesse!." "Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta" Mt 6,33. Guardiamoci intorno e vedremo anche oggigiorno gli stessi avvertimenti. Come porrre rimedio? La fede e la storia ci dicono che la Vergine Maria ci ha sempre avvisati e soccorsi, non ci ha abbandonati mai. Ha uno stile davvero materno, che le apparizioni degli ultimi secoli ci hanno ancora una volta dimostrato. Maria è sempre madre di Dio e madre nostra, avvocata, aiuto dei cristiani e rifugio dei peccatori. Ascoltiamola e viviamo cio' che ci chiede: Rosario, Digiuno, Eucarestia, lettura della Bibbia, Confessione.PREGHIERA:Ricordati o Nostra Signora di La Salette, delle lacrime che hai versato per noi sul Calvario.
Ricordati anche della continua sollecitudine che hai per noi, tuo popolo, affinché nel nome di Cristo Gesù ci lasciamo riconciliare con Dio. Confortàti dalla tua tenerezza, o Madre, noi Ti supplichiamo, malgrado le nostre infedeltà e ingratitudini.Accogli le nostre preghiere, o Vergine Riconciliatrice, e converti i nostri cuori al tuo Figlio.
Ottienici la grazia di amare Gesù sopra ogni cosa e di consolare anche Te con una vita dedicata alla gloria di Dio e all'amore dei nostri fratelli.AMENFonte: Innamorati di Maria
mercoledì 14 settembre 2011
Maria La Madre ci mostra la sua forza sempre rinnovata
Maria la Madre ci mostra la sua forza sempre rinnovata
tu hai donato al mondo la vera luce,
Gesù, tuo Figlio – Figlio di Dio.
Ti sei consegnata completamente
alla chiamata di Dio
e sei così diventata sorgente
della bontà che sgorga da Lui.
perché possiamo anche noi
diventare capaci di vero amore
ed essere sorgenti di acqua viva
in mezzo a un mondo assetato.
lunedì 12 settembre 2011
NOME DOLCISSIMO NOME D'AMORE
Sei discesa dal Cielo come una colomba e con il tuo immacolato candore sei
venuta tra noi.
Grazie, Mamma, per il tuo incommensurabile amore, segno tangibile e santo della
tua materna protezione.
E' una grande grazia averti per Madre perchè irradi nel mondo la luce che
conduce a Gesù.
Nel dubbio, nella solitudine, nel bisogno, sei sempre pronta a stringerci a te
ed a consolarci.
Grazie a te non saremo mai soli.
A te, scelta da Dio, ci consacriamo...
Riversa sempre su di noi il tuo amore di Madre, accompagnaci lungo il viaggio
della vita e sazia la nostra fame con il pane della Parola e dell'Eucarestia...
Non permettere che Satana ci distolga da te...proteggici dalle
sue temibili insidie.
Buon Onomastico, Mamma!
Maria Maistrini
lunedì 5 settembre 2011
Una perla preziosa
mais
domenica 4 settembre 2011
IO MANDO UN ANGELO DAVANTI A TE
venerdì 2 settembre 2011
Messaggio della Regina della Pace del 2 settembre 2011
Mio Figlio ha fatto conoscere a voi, popolo di tutto il mondo, l’unico vero Dio ed il Suo Amore.
Vi ha condotto sulla strada della verità e vi ha reso fratelli e sorelle.
Perciò, figli miei, non vagate inutilmente, non chiudete il cuore di fronte a questa verità, speranza ed amore.
Vi ringrazio!

Dio deve essere il centro della nostra vita, l'apice dei nostri pensieri. In Gesù, Dio è entrato nella storia dell'uomo.
Il Figlio di Dio è morto per noi, perché credendo in Lui
vivessimo per sempre; é diventato, nel tempo, quello che noi
siamo, perché nell'eternità partecipassimo alla Sua Gloria
(Gv 17,24); è risorto da morte per donarci la speranza
della vita immortale.
Gesù è la vita dell'anima e del corpo. Dio è diventato Figlio
dell'uomo perchè noi potessimo diventare figli di Dio.
L'Istituzione dell'Eucaristia è la più grande meraviglia
operata da Gesù, è il miracolo d'Amore da Lui operato per l'
intera umanità. Gesù diede ai Sacerdoti il potere di compiere questo miracolo "Fate questo in memoria di me" (Lc 22,19). Ecco
Ave Maria!
Il Santo Rosario del Vaticano...pregate con me!!!
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Il Rosario è composto di venti "misteri" (eventi, momenti significativi) della vita di Gesù e di Maria, divisi dopo la Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae, in quattro Corone.
La prima Corona comprende i misteri gaudiosi (lunedì e sabato), la seconda i luminosi (giovedì), la terza i dolorosi (martedì e venerdì) e la quarta i gloriosi (mercoledì e domenica).
«Questa indicazione non intende tuttavia limitare una conveniente libertà nella meditazione personale e comunitaria, a seconda delle esigenze spirituali e pastorali e soprattutto delle coincidenze liturgiche che possono suggerire opportuni adattamenti» (Rosarium Virginis Mariae, n. 38).
Per aiutare l'itinerario meditativo-contemplativo del Rosario, ad ogni "mistero" sono riportati due testi di riferimento: il primo della Sacra Scrittura, il secondo del Catechismo della Chiesa Cattolica.
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