lunedì 20 aprile 2015

I 7 consigli di Sant'Ambrogio per educare tuo figlio

Sul frigorifero di casa, mio padre, un giorno appese un foglio con questa citazione: “Più dei vostri consigli li aiuterà la stima che hanno di voi e la stima che voi avete di loro; più di mille raccomandazioni soffocanti, saranno aiutati dai gesti che videro in casa: gli affetti semplici, certi ed espressi con pudore, la stima vicendevole, il senso della misura, il dominio delle passioni, il gusto per le cose belle e l’arte, la forza anche di sorridere.” firmatoSant'Ambrogio.

Ogni volta che aprivo il frigo l'occhio mi cadeva sempre su una o due parole. E anche se ero distratto, non potevo non fare i conti con quanto era scritto su quel foglietto che ingialliva col passare degli anni, ma che imperterrito restava lì. Come se Sant'Ambrogio continuasse a dirmi “guarda che queste parole le ho preparate per te: valevano quando le ho scritte, valgono ora e varranno per sempre”.

Oggi mi appresto a diventare padre e per la prima volta rileggo queste righe in qualità di soggetto e non più solo di “oggetto” (dico "solo" perché comunque si resta sempre figli). Un senso di impotenza, misto a timore, pervadono il mio cuore. Sarò un buon padre? Saprò accompagnare mio figlio nella strada che è stata preparata per lui? E poi che ne sarà di lui? La sfida sta per cominciare. Ed essere dentro la compagnia della Chiesa, con un grande alleato come Sant'Ambrogio non può che rendere più gustoso e avvincente l'inizio di questo cammino.

Desidero quindi condividere con tutti voi il testo che va a completare la citazione. E' un estratto dai "Sette dialoghi con Ambrogio, Vescovo di Milano" (Centro Ambrosiano, 1996).

1. L’educazione dei figli è impresa per adulti disposti ad una dedizione che dimentica se stessa: ne sono capaci marito e moglie che si amano abbastanza da non mendicare altrove l’affetto necessario.

2. Il bene dei vostri figli sarà quello che sceglieranno: non sognate per loro i vostri desideri. Basterà che sappiano amare il bene e guardarsi dal male e che abbiano in orrore la menzogna.

3. Non pretendete dunque di disegnare il loro futuro; siate fieri piuttosto che vadano incontro al domani con slancio anche quando sembrerà che si dimentichino di voi.

4. Non incoraggiate ingenue fantasie di grandezza, ma se Dio li chiama a qualcosa di bello e di grande, non siate voi la zavorra che impedisce di volare.

5. Non arrogatevi il diritto di prendere decisioni al loro posto, ma aiutateli a capire che decidere bisogna, e non si spaventino se ciò che amano richiede fatica e fa qualche volta soffrire: è insopportabile una vita vissuta per niente.

6. Più dei vostri consigli li aiuterà la stima che hanno di voi e la stima che voi avete di loro; più di mille raccomandazioni soffocanti, saranno aiutati dai gesti che videro in casa: gli affetti semplici, certi ed espressi con pudore, la stima vicendevole, il senso della misura, il dominio delle passioni, il gusto per le cose belle e l’arte, la forza anche di sorridere. E tutti i discorsi sulla carità non mi insegneranno di più del gesto di mia madre che fa posto in casa per un vagabondo affamato: e non trovo gesto migliore per dire la fierezza di essere uomo di quando mio padre si fece avanti a prendere le difese di un uomo ingiustamente accusato.

7. I vostri figli abitino la vostra casa con quel sano trovarsi bene che ti mette a tuo agio e ti incoraggia anche ad uscire di casa, perché ti mette dentro la fiducia in Dio e il gusto di vivere bene.

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Il Rosario è composto di venti "misteri" (eventi, momenti significativi) della vita di Gesù e di Maria, divisi dopo la Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae, in quattro Corone.

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Per aiutare l'itinerario meditativo-contemplativo del Rosario, ad ogni "mistero" sono riportati due testi di riferimento: il primo della Sacra Scrittura, il secondo del Catechismo della Chiesa Cattolica.



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