giovedì 21 novembre 2013

Un cristiano per interesse o vanità segue un altro vangelo

Un cristiano per interesse o vanità segue un altro vangelo

     

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di FRANÇOIS-XAVIER NGUYÊN VĂN THUÂN
Lo spirito mondano diventa modello di vita.
Si crede di lavorare per Dio, ma non si segue lo spirito del Vangelo, perché si prendono a riferimento criteri totalmente mondani. Questo modo di essere cristiano a seconda delle circostanze, risulta ondivago: se tutto va bene, ci si professa cristiani, se la situazione precipita, si rinnegano i principi evangelici. Un cristiano per interesse accetta di far parte di una comunità soltanto se ne vede i vantaggi materiali. Un cristiano vanitoso si presenta soltanto quando c’è una celebrazione importante ed è invitato al posto d’onore, altrimenti non si fa vedere.

A volte, il voler apparire a ogni costo è causa di continua sofferenza. Giunto in Occidente, ho visto belle automobili, case grandi, ma ho anche verificato che non di rado ognuno vuole avere più del vicino e per riuscirci diventa schiavo del lavoro. Spesso i criteri mondani che assumiamo dipendono da quello che dicono i giornali, la radio, la televisione. Per determinare ciò che è bello e buono vale allora il principio di maggioranza, anche se contrasta con la coscienza. L’anno scorso, in Norvegia, ho incontrato una professoressa che era vice-ministro del suo Governo. In quel Paese come in altri, la maggioranza della popolazione è di religione protestante, e la Chiesa deve dipendere dall’autorità civile. La signora lamentava questa situazione denunciandone la pericolosità, perché riteneva che la Chiesa stesse cadendo sotto il controllo dell’opinione pubblica. Il Governo comanda alla Chiesa; il Parlamento con i suoi decreti comanda il Governo, ma le leggi sono approvate sotto la pressione che l’opinione pubblica esercita tramite i mass media. Poco tempo prima, quel Governo aveva ottenuto le dimissioni di due pastori, perché si opponevano all’ab orto. Alcune agenzie parlano male del Papa, lo accusano di fatti irreali, di essere contrario allo sviluppo. Ma poi, noi vediamo che quando egli si avvicina ai giovani, essi accorrono in milioni per ascoltarlo. E questo, perché egli ha il coraggio della verità, nonostante l’opinione pubblica. La gioventù di oggi è in bilico in un mondo che è in crisi di fede e di valori. Perciò ha bisogno di persone che abbiano il coraggio di dire senza giri di parole dov’è il vero e dov’è il falso. Spesso, oggi si esige che lo Stato e la Chiesa considerino virtù ciò che è intrinsecamente peccato. Un chiaro esempio è dato dalla questione dell’omosessualità. L’opinione pubblica sta esercitando pressioni perché sia considerata moralmente accettabile. La Chiesa compatisce certe situazioni, ma deve difendere la verità. Il Papa dice: «Non c’è bisogno di votare per la verità», perché la verità è sempre tale. Un Vangelo falso è differente dal Vangelo autentico. San Paolo parla di un Vangelo «diverso» da quello da lui annunciato. Come si possono distinguere? Basta osservare le persone che seguono un “altro” Vangelo, per individuare la falsa giustizia, la falsa libertà, la falsa liberazione. Ma per riuscirvi, devi anzitutto evangelizzare te stesso. Altrimenti non hai ancora abbastanza Vangelo in te o non lo vivi ancora veramente. Con il Vangelo devi permeare te stesso,gli altri, la società di oggi: solo così si potranno avere uomini nuovi e società nuove.
Non basta che tu viva bene per te stesso, urge impegnarsi nel mondo di oggi.
Abbiamo una responsabilità: un giorno dovremo rispondere davanti a Dio, se ci siamo impegnati oppure se siamo rimasti indifferenti davanti alle sofferenze dei fratelli.
Mi piace meditare quel brano del Vangelo che dice: «Io sono la vite, voi i tralci» (Giovanni, 15, 5). Se ci lasciamo permeare dalla linfa del Vangelo, che è Gesù, diventeremo uomini nuovi, avremo un “Vangelo genuino”, perché saremo pieni di Gesù.

© Osservatore Romano - 20 novembre 2013


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Il Rosario è composto di venti "misteri" (eventi, momenti significativi) della vita di Gesù e di Maria, divisi dopo la Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae, in quattro Corone.

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«Questa indicazione non intende tuttavia limitare una conveniente libertà nella meditazione personale e comunitaria, a seconda delle esigenze spirituali e pastorali e soprattutto delle coincidenze liturgiche che possono suggerire opportuni adattamenti» (Rosarium Virginis Mariae, n. 38).

Per aiutare l'itinerario meditativo-contemplativo del Rosario, ad ogni "mistero" sono riportati due testi di riferimento: il primo della Sacra Scrittura, il secondo del Catechismo della Chiesa Cattolica.



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