mercoledì 1 febbraio 2012
CERCHIAMO L'AMICIZIA NEL DIVIN MAESTRO
CERCHIAMO L'AMICIZIA NEL DIVIN MAESTRO
"Cari figli, Intanto che vi guardo, il mio cuore si stringe dal dolore. Dove andate figli miei? Siete così tanto immersi nel peccato che non sapete fermarvi? Vi giustificate con il peccato vivendo in esso. Inginocchiatevi davanti alla croce e guardate mio Figlio. Lui ha sconfitto il peccato ed è morto, affinché voi, figli miei, possiate vivere. Permetetemi di aiutarvi, affinché non morirete, ma che vivete con il mio Figlio per sempre. Grazie. "
(2 ottobre 2009)
Il messaggio di Maria ci offre quattro spunti di rifelssione:
1) vivere nello stato del peccato
2) l'invito ad abbracciare la Croce
3) l'incontro con il divino
4) la salvezza dell'anima.
Approfondiamoli uno per uno:
1) E' cosa orribile il peccato e più devastante vivere nello stato di peccato, in cui l'anima è in balia del demonio. Si è talmente immersi nel peccato che anche lo sguardo si è abituato al male, decodificandolo come normale oltre che lecito perchè comportamento assunto dalla maggioranza delle persone.
Uno degli aspetti più delittuosi della società contemporanea e vessillo della vittoria del maligno è il "relativismo etico" da cui neanche la Chiesa come istituzione è riuscita a difendersi. Tutto il pontificato di papa Benedetto XVI è stato scandito dal porre in evidenza quanto pericoloso sia questo dilagante relativismo che a macchia d'olio si sta diffondendo in tutti i livelli della società. Anche i consacrati ne sono vittime, ed innumerevoli sono i casi di sacerdoti che si sono macchiati di indicibili nefandezze, giudicate dal Papa stesso come "atti tra i più vergognosi della storia del mondo Cattolico".
A questo stato di cose si risponde con una forte presa di coscienza, col ripristino di una scala di valori che sia epurata da edonismo ed egoismo, con una coerente condotta di vita e con la coesione sinergica nelle battaglie più difficili, come la difesa della vita e la condanna all'aborto, sempre e comunque.
2) I mistici ci insegnano: "per crucem ad lucem". Questo messaggio
è una risposta all'eterno interrogativo relativo al perchè della sofferenza: la sofferenza si capisce attraverso la Croce. Il dolore è la strada che conduce alla salvezza, è il sentiero che ci avvicina a Dio e la preghiera è la medicina più potente per i mali del corpo e dello spirito. Queste sono le armi "bianche" che il Signore ci ha dato per fronteggiare le quotidiane traversie che lo status di mortali ci impone. Se riusciremo ad essere capaci di non perdere mai di vista la Luce, non esisterà ostacolo per il nostro cammino verso la santità, che passa necessariamente attraverso il dolore, attraverso le piccole grandi Croci che tutti portiamo.
3-4) L'incontro col divino è indispensabile per poter ottenere la pace dello spirito. La preghiera quotidiana come momento di elevazione e di ricongiungimento col Padre e la Comunione come unione con Gesù sacramentato: questi sono i momenti da alimentare con la fede per poter essere liberi dal peccato e protetti dalle tentazioni demoniache. Solo così la nostra anima potrà essere salva.
Cerchiamo l'amicizia nel Divin Maestro e alimentiamo la nostra luce interiore che è Dio. Quando riusciremo a sentire il calore dell'amore Celeste nei nostri cuori allora avremo avuto la più grande prova dell'esistenza di Dio.
Un modello evangelico da seguire per camminare in maniera retta il viaggio della nostra vita è Maria, la sorella di Marta, che ha deciso di dare priorità allo spirito rispetto alle cose terrene. Non perdiamo mai di vista questo insegnamento.
Ave Maria!
Maria Maistrini
Il Santo Rosario del Vaticano...pregate con me!!!
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Il Rosario è composto di venti "misteri" (eventi, momenti significativi) della vita di Gesù e di Maria, divisi dopo la Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae, in quattro Corone.
La prima Corona comprende i misteri gaudiosi (lunedì e sabato), la seconda i luminosi (giovedì), la terza i dolorosi (martedì e venerdì) e la quarta i gloriosi (mercoledì e domenica).
«Questa indicazione non intende tuttavia limitare una conveniente libertà nella meditazione personale e comunitaria, a seconda delle esigenze spirituali e pastorali e soprattutto delle coincidenze liturgiche che possono suggerire opportuni adattamenti» (Rosarium Virginis Mariae, n. 38).
Per aiutare l'itinerario meditativo-contemplativo del Rosario, ad ogni "mistero" sono riportati due testi di riferimento: il primo della Sacra Scrittura, il secondo del Catechismo della Chiesa Cattolica.
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