domenica 28 agosto 2011

"La morte non è niente"


"La morte non è niente".  (S.Agostino)



Quando una persona cara ci lascia,quando non è più quì,ci lascia attoniti.Il ricordo di quello che è stato ci addolora, le lacrime
irrorano le nostre guance mentre ci perdiamo nello sguardo di un
nostro caro attraverso una fotografia...vorremmo toccarlo, parlargli,
ma soprattutto vorremmo sapere come sta.
Siamo esseri umani, e come tali, deboli; ci sono momenti in cui
nulla sembra darci conforto. 

"La morte non è niente". Questa frase di Sant'Agostino dovrebbe
essere scalfita nei cuori di ognuno di noi. Non dobbiamo lasciarci
spaventare dalla morte, logorarci in pensieri di ciò che è stato e 
che non sarà più. Dobbiamo asciugare le nostre lacrime e trasformarle
in sorrisi, dobbiamo comprendere che anche se fisicamente i nostri
cari non ci sono più, essi continuano a vivere dentro di noi. Se
ci sforziamo, con gli occhi dell'anima riusciamo a vederli al nostro
fianco. Bisogna riuscire ad andare oltre l'apparenza della carne, per
penetrare la profondità della verità che non è su questa terra, ma, 
come ci ha insegnato Gesù, è nel Regno dell'Eterno. Il nostro sguardo
deve proiettarsi oltre la materia, oltre una lapide con una foto, oltre
i fiori, oltre quell'umano dolore che non vuole passare; solo così
potremo cogliere l'essenza della vita, che attraverso la morte viene
santificata ed innalzata verso l'infinito Amore della contemplazione
di Dio.
Ha ragione Sant'Agostino quando dice: "La morte non è niente", perché
non sono morti ma hanno solo chiuso gli occhi al mondo per aprirli
al Cielo. allora, proviamo ad allontanare la tristezza dai nostri
cuori, oltre i fiori, portiamo ai nostri cari i nostri sorrisi, le
nostre preghiere, ma soprattutto la nostra pace alimentata di positività:
quella "celeste corrispondenza di amorosi sensi" che ci spinge alla
ricerca di un contatto con chi non c'è più.
Lo so, non è facile. La nostra condizione di creature deboli ci 
incatena alla terra ed alle sue leggi basate sulla concretezza
sensorialmente percepibile dei corpi. Abbiamo però la possibilità
di divincolarci da queste catene, attraverso il Crocifisso e ciò
che esso rappresenta: la sconfitta della morte e la promessa della
vita eterna. Partiamo da questa certezza e la morte non ci farà più
 paura perché "LA MORTE NON E' NIENTE".

Maria Maistrini

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Il Rosario è composto di venti "misteri" (eventi, momenti significativi) della vita di Gesù e di Maria, divisi dopo la Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae, in quattro Corone.

La prima Corona comprende i misteri gaudiosi (lunedì e sabato), la seconda i luminosi (giovedì), la terza i dolorosi (martedì e venerdì) e la quarta i gloriosi (mercoledì e domenica).

«Questa indicazione non intende tuttavia limitare una conveniente libertà nella meditazione personale e comunitaria, a seconda delle esigenze spirituali e pastorali e soprattutto delle coincidenze liturgiche che possono suggerire opportuni adattamenti» (Rosarium Virginis Mariae, n. 38).

Per aiutare l'itinerario meditativo-contemplativo del Rosario, ad ogni "mistero" sono riportati due testi di riferimento: il primo della Sacra Scrittura, il secondo del Catechismo della Chiesa Cattolica.



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