domenica 6 settembre 2009

il cuore dell'uomo senza Dio è il "deserto più profondo

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SENZA DIO, IL CUORE DELL'UOMO E' DESERTO

Il Papa: il cuore dell'uomo senza Dio è il “deserto più profondo”. Gesù vuole “vincere nell’uomo la solitudine e l’incomunicabilità create dall’egoismo”. VITERBO, domenica, 6 settembre 2009 (ZENIT.org).- Benedetto XVI ha affermato questa domenica che “il deserto più profondo” è il cuore umano quando non si relaziona con Dio e con il prossimo.“Si diventa allora ciechi perché incapaci di vedere la realtà – ha detto il Papa durante la Messa sulla spianata di Valle Faul a Viterbo –; si chiudono gli orecchi per non ascoltare il grido di chi implora aiuto; si indurisce il cuore dell’indifferenza e nell’egoismo”.Il "deserto", ha spiegato il Pontefice, “può evocare gli eventi drammatici, le situazioni difficili e la solitudine che segna non raramente la vita; il deserto più profondo è il cuore umano, quando perde la capacità di ascoltare, di parlare, di comunicare con Dio e con gli altri”.Benedetto XVI ha quindi fatto riferimento al brano evangelico di San Marco letto durante la messa di questa domenica e che narra della guarigione del sordomuto, per spiegare che “l’ardente desiderio di Gesù” è quello “di vincere nell’uomo la solitudine e l’incomunicabilità create dall’egoismo, per dare volto ad una 'nuova umanità, l’umanità dell’ascolto e della parola, del dialogo, della comunicazione, della comunione con Dio”.Questa “umanità buona”, ha concluso, è “una umanità senza discriminazioni, senza esclusioni così che il mondo sia veramente e per tutti 'campo di genuina fraternità nell'apertura e nell'amore per il Padre comune che ci ha creato e ci ha fatto i suoi figli e le sue figlie”.
Padre Giuseppe Carà



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Il Rosario è composto di venti "misteri" (eventi, momenti significativi) della vita di Gesù e di Maria, divisi dopo la Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae, in quattro Corone.

La prima Corona comprende i misteri gaudiosi (lunedì e sabato), la seconda i luminosi (giovedì), la terza i dolorosi (martedì e venerdì) e la quarta i gloriosi (mercoledì e domenica).

«Questa indicazione non intende tuttavia limitare una conveniente libertà nella meditazione personale e comunitaria, a seconda delle esigenze spirituali e pastorali e soprattutto delle coincidenze liturgiche che possono suggerire opportuni adattamenti» (Rosarium Virginis Mariae, n. 38).

Per aiutare l'itinerario meditativo-contemplativo del Rosario, ad ogni "mistero" sono riportati due testi di riferimento: il primo della Sacra Scrittura, il secondo del Catechismo della Chiesa Cattolica.



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