Solennità dei Santi Pietro e Paolo |
29 giugno 2009 | |
La solennità odierna è antichissima: è stata inserita nel Santorale romano molto prima di quella di Natale. Nei secolo IV si celebravano già tre messe: una in san Pietro in Vaticano, l’altra in san Paolo fuori le mura, la terza alle catacombe di san Sebastiano dove furono probabilmente nascosti per un certo tempo, all’epoca delle invasioni, i corpi dei due apostoli. Colletta O Dio, che allieti la tua Chiesa con la solennità dei santi Pietro e Paolo, fa’ che la tua Chiesa segua sempre l’insegnamento degli apostoli dai quali ha ricevuto il primo annunzio della fede. Per il nostro Signore Gesù Cristo... oppure Signore Dio nostro, che nella predicazione dei santi apostoli Pietro e Paolo hai dato alla Chiesa le primizie della fede cristiana, per loro intercessione vieni in nostro aiuto e guidaci nel cammino della salvezza eterna. Prima lettura Dagli Atti degli Apostoli Parola di Dio Benedirò il Signore in ogni tempo, Seconda lettura Parola di Dio Acclamazione al Vangelo (Mt 16,18) Vangelo Parola del Signore Commento "E voi chi dite che io sia?" Questa solennità ci provoca con una domanda personale: "E voi chi dite che io sia?". Una è la domanda ma due le professioni dell'unica fede: io credo che tu sia Il Figlio del Dio vivente e credo in Pietro tuo servo che hai posto come custode e pastore del tuo gregge. Non è possibile infatti dire "io credo in Te, Gesù" senza credere anche in Pietro. Chi divide Cristo da Pietro compie un'operazione meschina, satanica, anti evangelica, stupida, infantile, e, tutto sommato, oramai datata. Ma si sa il peccato è noiosamente ripetitivo. Inutile dirsi cattolici. Chi non ama Pietro e la sua funzione pastorale non è cattolico e neanche cristiano. Chi dice di amare Cristo ma rifiuta Pietro rifiuta Cristo. Chi dice di amare Cristo ma non ascolta Pietro, non ascolta Cristo. Chi dice di amare Cristo ma non darebbe la vita per Pietro non darebbe la vita per Gesù. Pietro è il Papa. Non solo. Pietro è anche segno dell'unità della Chiesa che guida il gregge. Pertanto è comodo è stolto dire di ascoltare il Papa e non ascoltare il proprio Vescovo, nelle cose che riguardano Dio e nella vita pastorale della Diocesi. E' da stolti dire di rispettare e onorare Pietro e non leggere e applicare, con la fatica dell'incarnazione, la dottrina sociale della Chiesa. E' da folli dire di seguire la scrittura e negare la tradizione e il magistero. Questo diciamo non per una sorta di "patentino" per cattolici ma per ribadire che chi si proclama cattolico, liberamente e responsabilmente, dice questo e non altro. Chi si dice cattolico opera una professio fidei ben precisa; non è bene ingannarsi né ingannare. Infatti il peccato ci allontana da Dio ma l'eresia, il disamore alla Chiesa e a Pietro ci uccide allo stesso modo. Chi vive e parla nel dissenso non aiuta né sé medesimo né i fratelli e compie un peccato peggiore di ogni peccato perché distacca i fratelli da Cristo distorcendo l'immagine di Pietro nei propri discorsi e nel cuore dei fratelli. Magari si presenta in veste da "agnello" ma è un ladro e un brigante perché ruba le anime per sé e le trascina nell'errore. Con la scusa del pauperismo e di "legami affettivi" trascine le anime nel baratro. Magari in buona fede. Non basta infatti essere di indole buona e accogliente occorre piuttosto essere fermi nella dottrina, nel senso di Chiesa. Occorre essere evangelizzati nel senso di Chiesa e questo lo si impara solo in ginocchio davanti a Pietro e al Magistero, non davanti alle proprie idee e/o intuizioni. Ribadiamo che il primo carisma è la rinuncia ad ogni carisma. Comprendere radicalmente che tutto è dono. Pietro è anche segno dell'unità dei credenti in Cristo. Come amare Pietro che sta lontano se non ami il fratello (scomodo) che hai vicino? Come amare Pietro senza lottare in verità e carità per la causa ecumenica? Se è vero che Pietro ha da Cristo la potestà di legare e sciogliere... è la tua fede in Cristo e nella Chiesa, nei fatti e nella verità, che scioglie l'anticlericalismo e l'anticattolicesimo che porti nel cuore. Quell'anticattolicesimo strisciante che ti fa essere magari buonista e non autentico, leale. Libero. Che ti fa essere accomodante e non umile. Che ti fa essere conservatore ma non maturare l'appartenenza. Quell'anticlericalismo che contrastando presunti abusi di qualcuno ti fa gettare Pietro, Vescovi e sacerdoti via dalla finestra... e con essi, così facendo, getti Gesù via dalla tua vita. Se dici di essere cattolico. Beh, si veda. Con discrezione ma con fermezza. Sii orgoglioso di essere nato cattolico e sii fiero di avere la grazia di esserlo, magari con fatica, ogni giorno. E reputa questo un dono e non una proprietà. Se dici di amare Cristo fai tacere il dissenso e fai germogliare l'appartenenza. Solo allora potrai veramente essere fecondo e critico, se necessario, perchè ciò che ti anima è sia l'amore e sia la risposta che dai, ogni giorno, alla domanda di Gesù: "E tu chi dici che Io sia?" Chiedi al Signore umilmente che tu possa incontrarlo sovente sulla via di Damasco perché tu possa conoscerlo sempre più e smettere realmente di perseguitare i tuoi fratelli. Quali fratelli perseguiti, tu mi dici? In certo qual modo tutti quelli che incontrandoti non hanno riconosciuto in te un Figlio di Dio, uno sposo di Cristo e un cattolico gioioso. Paul Secondo commento "tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa" "Per capire l'azione e insieme la bellezza della narrazione del Vangelo, bisogna considerare il suo sfondo geografico. Cesarea di Filippo si estendeva ai piedi del monte Ermon. Una delle grotte era dedicata al dio Pan e alle ninfe. Sulla sommità di una rupe, Erode aveva fatto costruire un tempio in onore di Cesare Augusto, mentre Filippo, suo figlio, aveva ingrandito questa località dandole il nome di Cesarea. Venerare un idolo e un uomo dagli Ebrei era considerato un'opera satanica, e perciò la grotta era considerata l'ingresso del regno di Satana: l'inferno. Ci si aspettava che, un giorno o l'altro, gli abissi infernali scuotessero questa rupe e inghiottissero il tempio sacrilego. In questo luogo spaventoso, si svolse un dialogo fra Gesù, il Figlio del Dio vivente, e Simone, il figlio di Giona. Gesù parla di un'altra pietra sulla quale edificherà un altro tempio, la Chiesa di Dio. Nessuna potenza infernale potrà mai prevalere su di essa. Simone, in quanto responsabile e guardiano, ne riceve le chiavi, e così il potere di legare e di sciogliere, cioè l'autorità dell'insegnamento e il governo della Chiesa. Grazie a ciò, Simone ne è diventato la pietra visibile, che assicura alla Chiesa ordine, unità e forza. La Chiesa non potrà essere vinta né da Satana né dalla morte, poiché Cristo vive ed opera in essa. Ogni papa è il Pietro della propria epoca." (da http://www.lachiesa.it/liturgia ) | |
Ultimo aggiornamento ( sabato 27 giugno 2009 ) |
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