giovedì 30 maggio 2013

Uniscimi a te o vite santissima

Uniscimi a te, o vite Santissima! (Maria Maistrini)

                         Che cos'è l'Eucaristia

1. Che cos'è l'Eucaristia?

Gesù, prima della sua passione e morte, celebrando la Pasqua con i suoi apostoli disse loro: "Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, poiché vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio" […]. Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: "Questo è il mio Corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me". Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese il calice dicendo: "Questo calice è la Nuova Alleanza nel mio Sangue, che viene versato per voi" . Sono vari i racconti evangelici che raccolgono questa verità centrale della nostra fede: San Luca 22,7-20; San Matteo 26,17-29; San Marco 14,12-25; e San Paolo nella Lettera ai Colossesi 11,23-26).

Ogni volta che il sacerdote nella Santa Messa recita le parole della Consacrazione, si realizza il miracolo dell'Eucaristia; quello che prima era pane e vino, ora, sotto queste apparenze, è il Corpo e il Sangue di Cristo.

Gesù Cristo è presente nell'eucaristia in modo unico e incomparabile. È presente, in effetti, veramente, realmente, sostanzialmente: con il suo Corpo e il suo Sangue, la sua anima e la sua divinità. Cristo, tutto intero, Dio e uomo, è presente nell'eucarestia in modo sacramentale, cioè, sotto le specie eucaristiche del pane e del vino.
Catechismo della Chiesa Cattolica, 1337-1339

Contemplare il Mistero
Il Creatore si è prodigato per amore delle sue creature. Nostro Signore Gesù Cristo, come se non bastassero tutte le altre prove della sua misericordia, istituisce l'Eucaristia perché possiamo averlo sempre vicino, dal momento che Egli — per quanto ci è dato di capire — pur non abbisognando di nulla, mosso dal suo amore, non vuole fare a meno di noi.
È Gesù che passa, 84

Gesù è venuto sulla terra ed è rimasto in mezzo a noi nell'Eucaristia per amore, e per insegnarci ad amare.
È Gesù che passa, 151

2. Come e quando si produce questa trasformazione?
Mediante la transustanziazione, cioè per la conversione del pane e del vino nel suo Corpo e nel suo Sangue, Cristo diviene presente in questo sacramento. Sant'Ambrogio, parlando della conversione eucaristica, dice: Dobbiamo essere convinti che «non si tratta dell'elemento formato dalla natura, ma della sostanza prodotta dalla formula della consacrazione, ed è maggiore l'efficacia della consacrazione di quella della natura, perché, per l'effetto della consacrazione, la stessa natura viene trasformata».

La presenza eucaristica di Cristo ha inizio al momento della consacrazione e continua finché sussistono le specie eucaristiche. Cristo è tutto e integro presente in ciascuna specie e in ciascuna sua parte; perciò la frazione del pane non divide Cristo.(Cfr. Concilio di Trento, Sess. 13a, Decretum de ss. Eucharistia, c. 3: DS 1641)
Catechismo della Chiesa cattolica, 1375-1377

Contemplare il Mistero
ciò che noi non possiamo fare, lo può fare il Signore. Gesù Cristo, perfetto Dio e perfetto Uomo, non ci lascia un simbolo, ma la realtà: ci lascia se stesso. Ritornerà al Padre, e allo stesso tempo rimarrà con gli uomini. Non ci lascerà solamente un regalo, che ci richiami alla mente il ricordo di Lui, un'immagine destinata a svanire col tempo, come la fotografia che ben presto rimane sbiadita, ingiallita e priva di significato per coloro che non furono protagonisti di quel momento d'affetto. Sotto le specie del pane e del vino c'è Lui, realmente presente: con il suo Corpo, il suo Sangue, la sua Anima e la sua Divinità.
È Gesù che passa, 83

3. In che modo Gesù è presente nell'Eucaristia?
Gesù Cristo realmente presente nell'Eucaristia. Nel Santissimo Sacramento dell'Eucaristia è contenuto veramente, realmente, sostanzialmente il Corpo e il Sangue di nostro Signore Gesù Cristo, con l'anima e la divinità e, quindi, il Cristo tutto intero. «Tale presenza si dice "reale" non per esclusione, quasi che le altre non siano "reali", ma per antonomasia, perché è sostanziale, e in forza di essa Cristo, Dio e uomo, tutto intero si fa presente».

Sotto le specie del pane e del vino c'è Lui, realmente presente: col suo Corpo, il Sangue, l'Anima e la Divinità
San Giovanni nel suo Vangelo raccoglie altre parole di Gesù: "Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna, dimora in me e io in lui (Gv 6, 51.54.56).

Il modo della presenza di Cristo sotto le specie eucaristiche è unico. Esso pone l'Eucaristia al di sopra di tutti i sacramenti e ne fa «quasi il coronamento della vita spirituale e il fine al quale tendono tutti i sacramenti».
Catechismo della Chiesa cattolica, 1374

Contemplare il Mistero
L'amore della Trinità per gli uomini fa sì che dalla presenza di Cristo nell'Eucaristia derivino tutte le grazie per la Chiesa e per l'umanità. Questo è il sacrificio predetto da Malachia: Dall'oriente all'occidente grande è il mio nome fra le genti, e in ogni luogo è offerto incenso al mio nome e una oblazione pura. È il sacrificio di Cristo, offerto al Padre con la cooperazione dello Spirito Santo: oblazione di valore infinito, che rende eterna in noi la Redenzione che i sacrifici dell'antica legge non hanno potuto realizzare.
È Gesù che passa, 86

Egli si adatta a tutto, accetta tutto, si espone a tutto — ai sacrilegi, alle bestemmie, alla fredda indifferenza di tanti — pur di offrire, anche a un solo uomo, l'occasione di scoprire i palpiti del suo Cuore ardente, nel suo petto ferito.
Omelia "Sacerdote per l'eternità", 13-IV-1973

4. Come si può essere convinti che Dio stesso è presente sotto le specie del pane e del vino?
Che in questo sacramento sia presente il vero Corpo e il vero Sangue di Cristo, come dice san Tommaso, "non si può apprendere coi sensi, ma con la sola fede, la quale si appoggia all'autorità di Dio": è oltremodo conveniente che Cristo abbia voluto rimanere presente alla sua Chiesa in questa forma davvero unica. Poiché stava per lasciare i suoi nel suo aspetto visibile, ha voluto donarci la sua presenza sacramentale; poiché stava per offrirsi sulla croce per la nostra salvezza, ha voluto che noi avessimo il memoriale dell'amore con il quale ci ha amati « sino alla fine » (Gv 13,1), fino al dono della propria vita. Nella sua presenza eucaristica, infatti, egli rimane misteriosamente in mezzo a noi come colui che ci ha amati e che ha dato se stesso per noi, e vi rimane sotto i segni che esprimono e comunicano questo amore.
Catechismo della Chiesa cattolica, 1378-1380

Il fondatore dell'Opus Dei, durante una Benedizione col Santissimo Sacramento.
Il fondatore dell'Opus Dei, durante una Benedizione col Santissimo Sacramento.
Contemplare il Mistero
"Ti adoro devotamente, Dio nascosto, che sotto queste apparenze Ti celi veramente: a te tutto il mio cuore si abbandona, perché, contemplandoTi, tutto vien meno. La vista, il tatto, il gusto, in Te si ingannano ma solo con l'udito si crede con sicurezza: credo tutto ciò che disse il Figlio di Dio, nulla è più vero di questa parola di verità. Sulla croce era nascosta la sola divinità, ma qui è celata anche l'umanità: eppure credendo e confessando entrambe, chiedo ciò che domandò il ladrone penitente .Non vedo le piaghe, a differenza di Tommaso, tuttavia riconosco Te come mio Dio. Fammi credere sempre più in Te, che in Te io abbia speranza, che io Ti ami. Oh memoriale della morte del Signore, Pane vivo, che dai vita all'uomo, concedi al mio spirito di vivere di Te, e di gustarTi in ciò sempre e dolcemente. Oh pio Pellicano, Signore Gesù, purifica me, immondo, col tuo sangue, del quale una sola goccia può salvare il mondo intero da ogni peccato. Oh Gesù, che velato ora ammiro, prego che avvenga ciò che tanto bramo, che, contemplandoTi col volto rivelato, a tal visione io sia beato della tua gloria. Amen."
Preghiera di San Tommaso, raccolta nel Catechismo della Chiesa Cattolica, 1381

È tutta intera la nostra fede ad essere posta in atto quando crediamo in Gesù e nella sua presenza reale sotto le specie del pane e del vino.
È Gesù che passa,153

Signore, io credo fermamente. Grazie per averci concesso la fede! Credo in te, in questa meraviglia d'amore che è la tua Presenza Reale sotto le specie eucaristiche, dopo la consacrazione, sull'altare e nei Tabernacoli dove sei custodito. Credo più che se ti ascoltassi con le mie orecchie, più che se ti vedessi con i miei occhi, più che se ti toccassi con le mie mani.
San Josemaría, Lettera 28-III-1973

5. Come si manifesta la fede in Gesù sacramentato?
Nella liturgia della Messa esprimiamo la nostra fede nella presenza reale di Cristo sotto le specie del pane e del vino, tra l'altro, con la genuflessione, o con un profondo inchino in segno di adorazione verso il Signore.
Inoltre la Chiesa cattolica professa questo culto latreutico al sacramento eucaristico non solo durante la Messa, ma anche fuori della sua celebrazione, conservando con la massima diligenza le ostie consacrate, presentandole alla solenne venerazione dei fedeli cristiani, portandole in processione con gaudio della folla cristiana.

La santa riserva (tabernacolo) era inizialmente destinata a custodire in modo degno l'Eucaristia perché potesse essere portata agli infermi e agli assenti, al di fuori della Messa. Approfondendo la fede nella presenza reale di Cristo nell'Eucaristia, la Chiesa ha preso coscienza del significato dell'adorazione silenziosa del Signore presente sotto le specie eucaristiche. Perciò il tabernacolo deve essere situato in un luogo particolarmente degno della chiesa, e deve essere costruito in modo da evidenziare e manifestare la verità della presenza reale di Cristo nel Santissimo Sacramento.
Catechismo della Chiesa cattolica, 1378-1379

Contemplare il Mistero
Il nostro Dio ha deciso di rimanere nel tabernacolo per essere nostro alimento, per darci forza, per divinizzarci, per dare efficacia al nostro lavoro e al nostro sforzo.
È Gesù che passa,151

Fa' la genuflessione così, adagio, con devozione, ben fatta. E mentre adori Gesù sacramentato, digli nel tuo cuore: Ti adoro, mio Dio nascosto
Che fretta hanno tutti ora nel rapporto con Dio! (…) Tu non avere fretta. Non fare invece di una genuflessione devota, una contorsione del corpo, che è una burla (…). Fa' la genuflessione così, adagio, con devozione, ben fatta. E mentre adori Gesù sacramentato, digli nel tuo cuore: Adoro te devote, latens deitas. Ti adoro, mio Dio nascosto.
San Josemaría, appunti di una riunione di famiglia, ottobre 1972.

Come è possibile disprezzare il perpetuo miracolo della presenza reale di Cristo nel Tabernacolo? Egli è rimasto perché lo potessimo frequentare e adorare e perché, come pegno della gloria futura, ci decidessimo a seguire le sue orme.
Il fine soprannaturale della Chiesa, 12

6. Che cos'è la Visita al Santissimo Sacramento?
Poiché Cristo stesso è presente nel Sacramento dell'altare, bisogna onorarlo con un culto di adorazione. La visita al Santissimo Sacramento «è prova di gratitudine, segno di amore e debito di riconoscenza a Cristo Signore».
Catechismo della Chiesa cattolica, 1418.

Contemplare il Mistero
Non tralasciare la Visita al Santissimo. —Dopo aver recitato le preghiere che sei solito dire, racconta a Gesù, realmente presente nel Tabernacolo, le preoccupazioni della giornata. — E avrai luce e coraggio per la tua vita di cristiano.
Cammino, 554

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Il Rosario è composto di venti "misteri" (eventi, momenti significativi) della vita di Gesù e di Maria, divisi dopo la Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae, in quattro Corone.

La prima Corona comprende i misteri gaudiosi (lunedì e sabato), la seconda i luminosi (giovedì), la terza i dolorosi (martedì e venerdì) e la quarta i gloriosi (mercoledì e domenica).

«Questa indicazione non intende tuttavia limitare una conveniente libertà nella meditazione personale e comunitaria, a seconda delle esigenze spirituali e pastorali e soprattutto delle coincidenze liturgiche che possono suggerire opportuni adattamenti» (Rosarium Virginis Mariae, n. 38).

Per aiutare l'itinerario meditativo-contemplativo del Rosario, ad ogni "mistero" sono riportati due testi di riferimento: il primo della Sacra Scrittura, il secondo del Catechismo della Chiesa Cattolica.



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