Ieri la Chiesa ha festeggiato Santa Monica che è stata la madre di Sant'Agostino. "La Chiesa individua nella santa il modello della vera sposa e madre cristiana, perché, attraverso la fede, ha saputo affrontare le difficoltà della vita perseverando caparbiamente nella speranza della Grazia.
Oggi facciamo memoria del figlio Agostino che nelle "Confessioni", narra dei colloqui spirituali con sua madre: «Ella mi ha generato sia con la sua carne perché venissi alla luce del tempo, sia con il suo cuore, perché nascessi alla luce dell'eternità ». Monica era nata a Tagaste, in Africa, da famiglia cristiana. Andò sposa in giovane età a Patrizio, non ancora battezzato, dal quale ebbe due figli, Agostino e Navigio, e una figlia, di cui ignoriamo il nome. La sua non fu una vita tranquilla: ebbe molte afflizioni per il comportamento del marito, di carattere diffìcile e facile all'ira; ma ebbe la consolazione di portarlo al fonte battesimale, ammansito, un anno prima della morte.
Rimasta vedova, tutte le sue cure si volsero al figlio più ribelle alla grazia, intelligente ma svogliato. Per lui pregò e pianse. Gli fu costantemente accanto, dolce e discreta, e per non perderlo di vista lo seguì nelle varie peregrinazioni in Italia, a Roma e a Milano. « Non può essere che il figlio di queste lacrime si perda », le disse in sogno una misteriosa visione. Agostino ricevette il battesimo nel 387. Trascorsero insieme il periodo estivo, in attesa della partenza di Monica per l'Africa dal porto di Ostia. È qui che Agostino registra gli ultimi colloqui con la madre, dai quali possiamo dedurre la grande nobiltà d'animo di questa incomparabile donna, di non comune intelligenza se poteva scambiare pensieri tanto elevati con Agostino:
« Avvenne - scrive questi al capitolo nono delle Confessioni - che io e lei ci trovammo soli, appoggiati al davanzale della finestra, che dava sul giardino interno della casa dove alloggiavamo, a Ostia. Si parlava tra noi, con infinita dolcezza, dimenticando le cose passate e protendendoci verso le future, e si cercava insieme, in presenza della verità, quale sarebbe stata l'eterna vita dei santi, vita che né occhio vide né orecchio udì, e che mai penetrò in cuore d'uomo».
Le ultime parole di Monica in questo colloquio ci danno l'immagine della sua anima: «Figlio mio, per quanto mi riguarda, non c'è nulla che mi attragga, in questa vita. Non so nemmeno che cosa faccia quaggiù, e perché ci sia ancora. Una sola cosa mi faceva desiderare di vivere ancora un poco: vederti cristiano prima di morire. Dio mi ha concesso più e meglio: vederti cioè disprezzare le gioie terrene e servire lui solo. Che cosa faccio qui ancora? ». Di lì a poco infatti ella morì, a Ostia, prima di potersi imbarcare per far ritorno in patria (Era l'anno 387).
Rimasta vedova, tutte le sue cure si volsero al figlio più ribelle alla grazia, intelligente ma svogliato. Per lui pregò e pianse. Gli fu costantemente accanto, dolce e discreta, e per non perderlo di vista lo seguì nelle varie peregrinazioni in Italia, a Roma e a Milano. « Non può essere che il figlio di queste lacrime si perda », le disse in sogno una misteriosa visione. Agostino ricevette il battesimo nel 387. Trascorsero insieme il periodo estivo, in attesa della partenza di Monica per l'Africa dal porto di Ostia. È qui che Agostino registra gli ultimi colloqui con la madre, dai quali possiamo dedurre la grande nobiltà d'animo di questa incomparabile donna, di non comune intelligenza se poteva scambiare pensieri tanto elevati con Agostino:
« Avvenne - scrive questi al capitolo nono delle Confessioni - che io e lei ci trovammo soli, appoggiati al davanzale della finestra, che dava sul giardino interno della casa dove alloggiavamo, a Ostia. Si parlava tra noi, con infinita dolcezza, dimenticando le cose passate e protendendoci verso le future, e si cercava insieme, in presenza della verità, quale sarebbe stata l'eterna vita dei santi, vita che né occhio vide né orecchio udì, e che mai penetrò in cuore d'uomo».
Le ultime parole di Monica in questo colloquio ci danno l'immagine della sua anima: «Figlio mio, per quanto mi riguarda, non c'è nulla che mi attragga, in questa vita. Non so nemmeno che cosa faccia quaggiù, e perché ci sia ancora. Una sola cosa mi faceva desiderare di vivere ancora un poco: vederti cristiano prima di morire. Dio mi ha concesso più e meglio: vederti cioè disprezzare le gioie terrene e servire lui solo. Che cosa faccio qui ancora? ». Di lì a poco infatti ella morì, a Ostia, prima di potersi imbarcare per far ritorno in patria (Era l'anno 387).
Conformiamoci a Cristo solo così lo potremo rendere presente al mondo
Maria Maistrini
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