mercoledì 14 settembre 2016

Preghiera a Gesù

Gesù, sei sceso sulla terra perché noi potessimo salire con te alla gloria del cielo.

Preghiera a Gesù!

Signore Gesù, toccami con le tue mani benedette, segnate dalla Passione che hai vissuto per me; aprile su di me in questo momento!

Mi sento completamente impotente di continuare a portare le mie croci. Ho bisogno della forza e della potenza delle tue mani, che toccandomi mi possono guarire. Gesù, Te lo chiedo non solo per me ma anche per tutti coloro che amo di più.
Abbiamo un disperato bisogno di guarigione fisica e spirituale, toccaci con le tue mani che portano i segni del tuo amore per noi.
Ho il mio limite, Signore, e sono piena di peccati...
Riconosco che tu sei l'Onnipotente, la tua azione su di me può realizzare l'impossibile.
Con fede e abbandono fiducioso, posso dire:
"Mani di Gesù, piagate per me nella tua passione:
toccatemi.
Vieni, Signore Gesù! "
Vieni, Signore Gesù!
Vieni attraverso il Cuore Immacolato di Maria e
ottienimi tutte le grazie necessarie per la mia salute
corporale e spirituale, ottienimi infine la perseveranza nelle buone intenzioni e la pratica delle virtù.
Amen
di Maria Maistrini

lunedì 2 maggio 2016

La Croce di Cristo ci ha liberati dalla schiavitù


LA TENTAZIONE





La Croce di Cristo ha liberato l'umanità dalla schiavitù del peccato e, in virtù dei Sacramenti l'uomo ha acquisito la dignità di figlio di Dio ed è stato rivestito di doni eccelsi per poter condurre un'esistenza di pace e di gioia nella Grazia profusa dallo Spirito: "Con la sua passione Cristo ci ha liberati da Satana e dal peccato. Ci ha meritato la vita nuova nello Spirito Santo. La sua grazia restaura ciò che il peccato aveva deteriorato" (CCC, 1708). 
Dobbiamo però ricordare che l'uomo è stato creato intelligente, capace di volontà e libero per cui, giustizia vuole che sia soggetto "alla prova". Questa è necessaria per dimostrare la nostra fedeltà all'Alleanza che Dio ha stretto con noi, nel Sangue dell'Agnello, fedeltà nell'amore di Colui che ci ha creati e redenti. Va detto inoltre che l'uomo "ferito nella propria natura dal peccato originale, è soggetto all'errore ed incline al male nell'esercizio della propria libertà". L'uomo quindi si trova diviso in se stesso e tutta la sua esistenza "…presenta i caratteri di una lotta drammatica tra il bene e il male, tra le tenebre e la luce" (Gaudium et Spes). 
Gesù, durante tutta la "vita pubblica" combatte spesso contro il maligno e continuamente mette in guardia i suoi discepoli dallo spirito del male, dal serpente antico, dall'astuto seduttore, da colui che fu bugiardo e omicida fin da principio.
Le rivelazioni private aiutano a conoscere certe realtà che non sono contenute nella Sacra Scrittura. Esse non vanno considerate "allegorie" ma appartengono all'ordine delle profezie e "a nessuno è lecito disprezzare le profezie". Trattandosi di rivelazioni private non c'è obbligo di fede e pertanto si è liberi di accettarle o respingerle ma certamente non di "disprezzarle", ovvero screditarle. 
San Pietro, deputato a continuare la missione di Cristo sulla terra, rinnova le raccomandazioni del Maestro: "Fratelli vigilate perché il demonio, come leone ruggente, va in giro cercando chi divorare". Non è possibile quindi ignorare il pericolo ma, al contrario, bisogna VIGILARE. Ovviamente, vigilare non significa "temere, aver paura" ma solo essere prudenti e, come sappiamo, "la prudenza è la retta norma dell'azione. Essa non si confonde con la timidezza o la paura, bensì è il cocchiere delle virtù". E' grazie ad essa che possiamo superare i dubbi sul bene da compiere e sul male da evitare. 
San Paolo Apostolo poi ci avverte che "la nostra lotta non è contro la carne e il sangue ma contro il potere delle tenebre", ovverosia contro il tentatore.
Non vogliamo ignorare che chi vive nel Signore è come una fortezza ma non possiamo dimenticare che anche le fortezze hanno i loro punti deboli, per cui sono necessarie le sentinelle che vigilino attentamente, se pur serenamente. 
La fede sia per noi elmo, scudo e corazza, l'amore dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria, conforto e speranza, ma la prudenza non sia mai trascurata.
Il Cardinale Tettamanzi ha pubblicato un opuscolo dal titolo "demonio, se lo conosci lo eviti". L'illustre Arcivescovo sostiene dunque la necessità di conoscere le tecniche del maligno così da evitare le trappole di questo feroce nemico che la Chiesa definisce "misterium iniquitatis". Trattasi di un mistero profondo, dunque ma Lo Spirito di Dio può svelare qualunque mistero ai suoi eletti e infatti i demonologi e gli esorcisti hanno potuto conoscere molti aspetti di questa realtà che, per quanto terribile, va affrontata da tutti perché nessuno può essere esente dalla tentazione e, come sappiamo, perfino i bambini sono vittime di certe seduzioni pericolosissime che riguardano il mondo dell'occulto: Film e fumetti che trattano di magia bianca e nera, oggetti omaggio donati per fare esperienze spiritiche, ecc. (don Gabriele Amorth ha dovuto e deve esorcizzare spesso dei bambini che si sono messi in queste situazioni perché nessuno gli aveva palesato il rischio). 
Ripetiamo, non bisogna vivere nell'ossessione del demonio ma sicuramente bisogna conoscerlo per sapersi difendere.


Maria Maistrini

domenica 17 gennaio 2016

La vita è una lotta

Un sostegno nella sofferenza.

Riflessione  di Maria Maistrini

Vita militia est – la vita è una lotta

La sofferenza educa lo spirito Dt 8,5; Espia il peccato Is 40,2; prova i servi di Dio Gn 22; è strumento di redenzione Es 17,11 ss. La sofferenza se accettata per amore di Dio ci ritorna utile, perché se prese e abbracciate con amore piacciono molto al Signore, e poiché tali occasioni si presentano a ogni momento, è un gran mezzo per arricchire spiritualmente il
saperne fare buon uso.
A volte se Dio permette qualche piccola malattia e la lascia è per guarire quella dell'anima, poi appena l'anima riprende a vivere spesso toglie quella del corpo. L'accettazione della malattia dalle mani di Dio vale più di ogni altra orazione. Certo è una grande grazia essere liberati da Dio dalle pene, ma la grazia più grande è quella di ottenere da Dio la forza e la pazienza di
soffrire con il totale abbandono a Lui!
Se il granello di frumento non muore, non può dare frutti Gv 12,24.
Con la sofferenza lo Spirito purifica la nostra anima per disporla ad una maggiore intimità con Dio.

Preghiamo:
Signore, donami la forza di soffrire coraggiosamente
per Tuo amore e fa che tale dolore possa torchiare
il mio cuore da dove si distilla questo amore...e fà
che nella barca della vita la mia anima sia come un
usignolo che canta su un cespuglio di spine. Amen

Maria Maistrini

mercoledì 30 dicembre 2015

Dolce sentire



La forza dell'amore aveva reso Francesco fratello di tutte le altre creature. Il mandato che Francesco ha ricevuto da Dio non è una novità assoluta. Francesco vive alla lettera l'insegnamento di Gesù: piangete con chi piange, gioite chi è nella gioia".

lunedì 7 dicembre 2015

Il Dogma dell'Immacolata Concezione

Il Dogma dell’Immacolata Concezione

Nella bolla Ineffabilis Deus dell’8 dicembre 1854, papa Pio IXproclamò che si trattava di una dottrina rivelata da Dio, e che perciò tutti i fedeli devono credere saldamente e costantemente chela Beata Vergine Marianel primo instante del suo concepimento, era, con la grazia unica e il privilegio di Dio onnipotente alla luce dei meriti di Gesù Cristo, Salvatore dell’umanità, immune da ogni traccia del peccato originale.
La Macchia del peccato originale non era stata rimossa ma era assente nella sua anima. Per molti secoli prima di questa definizione solenne, la Chiesa aveva creduto in questa dottrina, ma non si trattava di un “dogma“: aveva lo stesso status della dottrina dell’Assunzione prima del 1950. Dal momento della proclamazione di pio IX nel 1854, ogni cattolico era tenuto a credere nella dottrina dell’Immacolata Concezione.
Sembra che in Palestina fosse osservata una commemorazione liturgica della concezione della Madonna, ma l’espressione “Concezione di Maria” non si riferiva a quella festa: era stata adottata per significare la concezione di Nostro Signore con il potere dello Spirito Santo, e la concezione della Madonna stessa si chiamava “concezione di S. Anna”. La festa ha conservato questo nome in Oriente, e i cattolici orientali la chiamano ufficialmente “Concezione di S. Anna, madre della Madre di Dio”.
cuore10L’idea che Maria fosse la “nuova Eva”, esente dal peccato, è presente nelle opere di alcuni Padri della chiesa, in particolare di S. Giustino Martire, S. Ireneo e S. Giovanni Damasceno. Sembra che la festa sia stataimportata in Italia da Costantinopoli nel IX sec, con il nome di concezione di S. Anna.
La prima prova evidente dell’esistenza di una festa della concezione della Madonna, con questo nome, in Occidente, proviene dall’Inghilterra, precisamente da Winchester, Canterbury ed Exeter proprio prima della conquista normanna, e la data era l’8 dicembre. Poiché il 9 dicembre era il giorno assegnato a questa festa a Gerusalemme, Costantinopoli e Napoli, è probabile che provenga da Oriente. In Inghilterra, così come in Oriente, si cominciò ad osservare questa festa nei monasteri: le prime duetestimonianze si trovano tra i documenti dell’abbazia di new Minster a Winchester che sollevò proteste per tale innovazione.
Edmaro di Canterbury scrisse un trattato importante sulla concezione della Madonna quando S. Anselmo era arcivescovo di Canterbury. Il nipote dell’arcivescovo, anche lui chiamato Anselmo, introdusse la festa della concezione nella sua abbazia a Bury St. Edmunds, presto osservata anche da quella di St. Alan, Reading, Gloucester e altre congregazioni monastiche. Alcuni monaci di Westminster, dove il priore, Osberto di Clare, era in favore della festa, lo accusarono di non rispettare la legge, ma la commemorazione fu approvata in un sinodo a Londra nel 1129. Allo stesso tempo, questa celebrazione cominciò a espandersi in Normandia, ma non è chiaro se giunse dal regno normanno di Sicilia o dall’Inghilterra. L’adozione della festa nella chiesa cattedrale di Lione, nel 1140 circa, causò le proteste di S. Bernardo di Clairvaux, dando inizio a una controversia durata trecento anni; anche S. Tommaso d’Aquino e i domenicani non erano d’accordo con questa festa, ma l’intero Ordine dei Frati Minori l’adottò nel 1263. La questione era in che momento era avvenuta la santificazione di Maria, ma nonostante la controversia continuasse, la festa della concezione della Madonna cominciò ad essere osservata sempre di più.
Nel 1476 papa Sisto IV approvò la festa con una Messa e un Ufficio propri, sebbene fosse ancora una celebrazione della concezione dell’Immacolata Vergine Maria piuttosto che l’Immacolata Concezione come è intesa ora. Alonso de Villegas, cardinale di Segovia, si pronunciò in difesa della dottrina dell’Immacolata Concezione nel 1623, affermando che esistevano buone ragioni per cui non era stata rivelata alla Chiesaprimitiva:
[…] affermare che la madre di Dio sia stata concepita senza peccato era un
segreto nascosto da molti anni, 
e c’era un motivo. La ragione potrebbe essere che il popolo le era così devoto, che se il segreto fosse stato reso pubblico e rivelato in precedenza quando i fatti non erano ancora chiari, e quando quelli che erravano non potevano essere istruiti e informati […] sarebbe accaduto che la Beata Vergine sarebbe stata adorata al posto di Dio. Per evitare quest’inconveniente, e sembra un buon motivo, fu necessario tenere nascosto questo segreto. Al momento attuale, la Chiesa l’ha rivelato per informarci che la gloriosa Vergine è stata concepita senza peccato.
Al Concilio di Trento (1545-1563) si dichiarò esplicitamente che un decreto sulpeccato originale non poteva applicarsi nel caso della Beata Vergine Maria. Nel 1661 papa Alessandro VII dichiarò che la festa celebrava l’immunità della Madonna dal peccato originale nel primo istante della creazione della sua anima e della sua infusione nel corpo. Nel 1708 papa Clemente XI impose l’osservanza obbligatoria della festa in tutta la Chiesa occidentale; a quel tempo era osservata non solo daifrancescani ma anche da carmelitanigesuiti e diversi domenicani. L’accettazione di un dogma può perciò essere considerato come il culmine di un lungo sviluppo della dottrina.
VOLTO FATIMADopo la definizione solenne del 1854, il nome della festa fu cambiato in Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, e nove anni dopo furono prescritti una Messa e un Ufficio specifici; da quel momento la festa costituisce un aspetto sempre più popolare della devozione mariana. Su diciotto diocesi di Inghilterra e Galles, dieci accettano che la Madonna sia stata concepita immune dal peccato, scegliendola come patrona principale; inoltre è stata dichiarata patrona degli Stati Uniti d’America dal I concilio di Baltimora, otto anni prima di quella definizione. Centinaia di chiese portano questo titolo. L’oggetto di devozione della Chiesa è la Beata Vergine piuttosto che, come intendevano gli studiosi Medievali, la data precisa della sua santificazione.
La data della festa è stata fissata nove mesi prima della Natività della Madonna, osservata l’8 settembre, ma non si conosce il criterio di questa scelta. La Chiesaanglicana conserva la festa della Concezione della Beata Vergine Maria l’8 dicembre secondo il Book of Common Prayer, ma è omessa nel calendario previsto per l’Alternative Service BookI cattolici orientali osservano ancora la festa il 9 dicembre, mentre le Chiese ortodosse orientali non hanno nessuna istruzione ufficiale in merito a questa dottrina:  alcuni teologi l’hanno rifiutata, altri l’hanno accettata. Pare che la setta russa originale degli Antichi Credenti l’abbia professata ufficialmente.

martedì 6 ottobre 2015

Il Paradiso è la stella della nostra vita

                              IL PARADISO E' LA STELLA DELLA NOSTRA VITA


Con il cuore e con gli occhi dell'anima riesco ad immaginare quello che sarà per chi varcherà la porta del Paradiso. Quando lasceremo questo mondo e avremmo deposto la nostra mortalità e ci rivestiremo dell'immortalità, passeremo dalla fede alla visione, contempleremo faccia a faccia Dio (1 Cor 13,12), senza paura di perderlo, poiché Dio sarà tutto in tutti (1 Cor 15,28). Dio è Amore, è Misericordia, in cielo ci concederà quello che amiamo: ci renderà quello che speriamo, ci farà vedere quello che oggi accettiamo nella fede. Là fratelli e sorelle carissimi, ci ciberemo di ciò di cui ora abbiamo fame; ci disseteremo di ciò con cui ora abbiamo sete. Là non avremo più paura e non temeremo più la morte perché saremo simili agli angeli. (Lc 20,36), la nostra vita sarà esente da ogni dolore, nessuno piangerà più perché i nostri occhi saranno come stelle, brilleranno di felicità; non ci sarà più malattia, nè lutto, nè invidia, nè gelosia, la notte non esisterà più sarà sempre giorno. Ci perderemo tutto nell'amore di Dio, un amore che nessuna mente umana può comprendere. Pensateci fratelli, camminiamo nell'amore e viviamo d'amore e guadagneremo il Paradiso. Facciamo in modo che il pensiero del Paradiso sia la stella della nostra vita. 

Ave Maria!

venerdì 2 ottobre 2015

Signore tu sai che ti amo


                                              SIGNORE, TU SAI CHE TI AMO!

Ti amo, ma tu sai pure che io verrò meno ai miei proponimenti; e mentre vorrei essere tua e servirti nella purità del mio cuore, mi sento trascinata dalle mie passioni a fuggire lontano da te.
Tu sai che ti amo, ma sai pure che io ti ho offeso e che anche adesso sono contro di te.
Ma voglio farmi coraggio, voglio superare l'interna tempesta che mi travolge, voglio venire a Te che sei
mio Padre, voglio seguirti sul Tuo stesso Calvario per patire e morire con te.
Accogli il mio sospiro...abbi compassione del mio affanno, dammi la pace che ho perduta, ritorna al mio
povero cuore afflitto, compi sopra di me l'opera che mi hai affidata.
Ed io ti benedirò tra le mie lacrime, ti seguirò nel mio dolore, patirò e morirò per te, per goderti poi un giorno
nella Gerusalemme Celeste dove per sempre inneggerò al tuo santo amore.


(Scritta il 5 maggio 1999, quando il dolore bussò prepotentemente alla mia porta.Maria Maistrini)

martedì 29 settembre 2015

L'uomo è un apprendista, il dolore il suo maestro


L'uomo è un apprendista, il dolore il suo maestro

                                                                                                
Pensieri 127
 La lezione più importante che l’uomo possa imparare in vita non è che nel mondo esiste il 
dolore, ma che dipende da noi trarne profitto (Tagore, Sadhana). 
L’uomo è un apprendista, il dolore è il suo maestro, e nessuno conosce se stesso finché 
non ha sofferto (A. de Musset, Poesie nuove). 
Credo che le malattie siano chiavi che possano aprirci alcune porte. A ogni modo c’è uno 
stato di salute che non ci permette di capire tutto (André Gide). Chi non ha mai sofferto, non
 ha mai vissuto. Chi è coperto di cicatrici, possiede un particolare ardore (E. Kübler-Ross, 
La morte e il morire, Cittadella, Assisi 1982). La Chiesa è una misteriosa estensione della 
Trinità nel tempo, che non soltanto ci prepara alla vita unitiva, ma ce ne fa già partecipi. 
Essa proviene dalla Trinità, ed è piena della Trinità (H. de Lubac, Paradosso e mistero della
 Chiesa, Jaca Book, Milano 1979, 25). La Chiesa che vive nel tempo per sua natura è 
missionaria, in quanto è dalla missione del Figlio e della missione dello Spirito Santo che 
essa, secondo il piano di Dio Padre, deriva la sua origine (Concilio Vaticano II, AG). Il 
Signore Gesù quando prega il Padre, perché “tutti siano una cosa sola, come io e tu siamo 
una cosa sola”, mettendoci davanti orizzonti impervi alla ragione umana, ci ha suggerito 
una certa similitudine tra l’unione delle persone divine e l’unione dei figli di Dio nella verità e
 nella carità. Questa similitudine che l’uomo, il quale in terra è la sola creatura che Dio ha 
voluto per se stessa, non possa ritrovarsi pienamente se non attraverso un dono sincero di 
sé (Concilio Vaticano II, GS 24). Dio si rivela in quello che costituisce l’aspetto più profondo 
della sua divinità e manifesta la sua gloria, proprio facendosi servitore, lavando i piedi delle 
sue creature (Hans Urs von Balthasar, “Mysterium paschale”, in MS 6, Queriniana, Brescia 
1971, 171). L’uomo odierno potrà accogliere un annuncio di Dio solo se lo sentirà coinvolto 
nei drammi della sua esistenza, come un Dio non lontano, ma vicino, come un Dio Amore 
(M. Bordoni, “Presentazione”, in Una “rilettura” di Dio nella cultura contemporanea, a cura di
 G. Mura, Città Nuova, Roma 1995, 17-21). Non sono più ormai né la ragione, né la libertà, 
forme virili della modernità, l’ostacolo per il riconoscimento di Dio. La difficoltà maggiore è 
ormai proprio il dolore, nei confronti del quale nessuna teodicea consolatoria è più possibile.
 E’ proprio il problema del dolore a riaprire le porte ad un nuovo incontro con Dio e con il 
suo vero volto (M. Bordoni, Ivi, 17). Lo spartiacque fra il teismo e l’ateismo passa oggi 
attraverso le frontiere del dolore, la cui morsa, anche se in modo analogico, non risparmia 
nemmeno Dio e la cui punta massima è senza dubbio il momento della morte del Figlio.
 L’amore è alleato diretto del dolore e non c’è prova più grande di amore che dare la vita per
 le persone amate. Se Dio è amore, la sua massima manifestazione si ha nell’amore 
crocifisso. Il crocifisso è il linguaggio con cui Dio ha manifestato pienamente se stesso,
 l’autodefinizione di Dio espressa in linguaggio umano, la vera immagine di Dio (G. Frosini, 
La Trinità mistero primordiale, EDB, Bologna 2000, 117-118). La natura in parte spirituale 
dell’amore sessuale umano (il cui dinamismo tende verso una spiritualizzazione crescente,
 specialmente grazie al gioco delle grazie sacramentali del matrimonio) è sufficiente perché
 si possa dire, al contrario di san Tommaso d’Aquino, che questo esempio è assai ben 
scelto per rappresentare l’immateriale processione delle divine Persone. L’uomo è insieme 
un essere materiale e spirituale; non sarebbe possibile avere una rappresentazione 
puramente immateriale delle divine processioni, non c’è possibilità di conoscenza umana 
senza immagini radicate nella materialità del mondo corporale; l’amicizia è il bene umano
 per eccellenza e l’amicizia coniugale la forma più perfetta, secondo lo stesso san 
Tommaso; come allora non concludere che l’amore coniugale e il suo frutto, il figlio, frutto 
eminentemente spirituale, e non solamente materiale, è la rappresentazione più perfetta,
 più pienamente umana, nell’ordine naturale, del mistero della santissima Trinità? (B. de 
Margerie, La Trinité chretienne dans l’historie, Paris 1975, 374) Non volere se non ciò che 
Dio vuole e affidarsi completamente a lui per il tempo e per l’eternità; è questo un sacrificio 
che gli è certamente gradito. Questa disposizione di essere pronto a tutto, questo lasciar 
fare, questa accettazione con amore di tutto ciò che accade, come una volontà o 
un’autorizzazione divina, è un olocausto che è caro a nostro Signore (Leone Dehon).
 Preghiere Spirito Santo Paraclito perfeziona in noi l’opera iniziata da Gesù; rendi forte e 
continua la preghiera che facciamo in nome del mondo intero; accelera in ciascuno di noi i 
tempi di una profonda vita interiore; dà slancio al nostro apostolato che vuol raggiungere 
tutti gli uomini e popoli, tutti redenti dal sangue di Cristo e tutti sua eredità. Mortifica in noi la 
naturale presunzione e sollevaci nelle regioni della santa umiltà, del vero timor di Dio, del 
generoso coraggio. Che nessun legame terreno ci impedisca di far onore alla nostra 
vocazione: nessun interesse, per ignavia nostra, mortifichi le esigenze della giustizia; 
nessun calcolo riduca gli spazi immensi della carità dentro le angustie dei piccoli egoismi. 
Tutto sia grande in noi: la ricerca e il culto della verità, la prontezza al sacrificio fino alla 
croce; tutto, infine, corrisponda alla estrema preghiera del Figlio al Padre celeste, e a quella 
effusione di Te, o Spirito Santo d’amore, che il Padre e il Figlio vollero sulla Chiesa, e sulle 
istituzioni, sulle singole anime e sui popoli. Amen. (Papa Giovanni XXIII, Pentecoste 1962). 
___ Fa’, Signore, che tutti gli uomini di buona volontà di tutte le religioni, a Nord e a Sud, in 
Oriente ed in Occidente, in responsabilità comune, demoliscano le montagne dei malintesi,
 riempiano i fossati dell'odio e spianino strade verso un futuro in comune. Fa’ che tacciano 
le armi nell'unico nostro mondo, e fa’ invece risuonare più forte l'appello alla pace, per tutti, 
senza differenze. Signore, unico Dio: fa’ di tutti strumenti della tua pace! Da Preghiera 
ecumenica 2003 di Hermann Schaluck, ofm -Padre Lino Pedron

Il Santo Rosario del Vaticano...pregate con me!!!







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Esposizione dei misteri

Il Rosario è composto di venti "misteri" (eventi, momenti significativi) della vita di Gesù e di Maria, divisi dopo la Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae, in quattro Corone.

La prima Corona comprende i misteri gaudiosi (lunedì e sabato), la seconda i luminosi (giovedì), la terza i dolorosi (martedì e venerdì) e la quarta i gloriosi (mercoledì e domenica).

«Questa indicazione non intende tuttavia limitare una conveniente libertà nella meditazione personale e comunitaria, a seconda delle esigenze spirituali e pastorali e soprattutto delle coincidenze liturgiche che possono suggerire opportuni adattamenti» (Rosarium Virginis Mariae, n. 38).

Per aiutare l'itinerario meditativo-contemplativo del Rosario, ad ogni "mistero" sono riportati due testi di riferimento: il primo della Sacra Scrittura, il secondo del Catechismo della Chiesa Cattolica.



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