giovedì 27 agosto 2009

Cosa suggerisce Santa Monica alla donna d'oggi?




La Chiesa festeggia Santa Monica, modello sempre attuale per la donna del XXI secolo -
Ricorre oggi la memoria di Santa Monica, madre di Sant’Agostino. Se ne conoscono i tratti dagli scritti del figlio che la descrive come una donna forte e dalla fede salda. Vissuta nel quarto secolo, contrariamente al costume del tempo, le fu permesso di studiare e lei ne approfittò per leggere la Sacra Scrittura e meditarla. Fu data in sposa a Patrizio, uomo non credente, affettuoso ma facile all’ira ed autoritario che non le risparmiò asprezze e infedeltà. Monica seppe superarle pregando per la conversione del marito che morì dopo aver chiesto il Battesimo. Ma dovette poi occuparsi da sola dell’amministrazione dei beni di famiglia e dei suoi tre figli.

In lei, la Chiesa riconosce il modello della vera sposa e madre cristiana, perché, attraverso la fede, ha saputo affrontare le difficoltà della vita perseverando caparbiamente nella speranza della Grazia. Santa Monica ha creduto fermamente nell’amore di Dio come dono all’uomo che, accettato dal cuore, conduce alla realizzazione personale e al bene. Fortezza d’animo, spiccata sensibilità, assiduità nella preghiera: sono queste le doti della madre di Sant’Agostino che nella meditazione della Sacra Scrittura ha trovato sempre risposte ai problemi quotidiani. Ma quali i tratti che caratterizzano particolarmente la personalità di Monica? Li descrive suor Marta Gadaleta, religiosa agostiniana delle Serve di Gesù e Maria:

R. - Da mettere in maggiore evidenza è il fatto che fosse una donna coraggiosa, non una donna che subiva la mentalità dell’epoca: l’uomo aveva sicuramente una predominanza sulla donna, ma lei aveva il coraggio di trasformare queste caratteristiche culturali del suo tempo in un’accettazione che riusciva a trasformare poi in un aiuto nei confronti degli altri. Il desiderio di costruire attorno a sé la pace veramente credo sia il primo aspetto che oggi ci potrebbe aiutare per una vita più serena, più pacifica con le persone intorno a noi.

D. - In quale senso?

R. - Tante volte, di getto, la tendenza è di far prevalere le proprie idee, imporsi sugli altri, mentre si può arrivare a far capire la verità e i principi, i valori più alti, anche attraverso un lavoro che passa per la costruzione della pace. La capacità di creare pace attorno a sé si ottiene con un lento lavoro su se stessi. Monica ha lavorato molto su se stessa: questo è molto bello, perché si deve anche avere l’umiltà di sapere imparare anche dai propri errori, l’umiltà di accettare - specialmente - che le cose non vadano come si vorrebbe che andassero. Monica, per esempio, ha saputo anche accettare che i figli non avessero il carattere che lei avrebbe voluto per condurli poi sulla strada della verità.

D. - Cosa suggerisce Santa Monica alla donna di oggi?

R. - Saper aspettare con un’attesa paziente e di fede e veder crescere dei frutti da qualche seme di pace che si pianta nei propri figli, nel proprio ambiente.

Monica, nata a Tagaste, nell’odierna Algeria, fra il 331 e il 332, ha trascorso gli ultimi giorni della sua vita ad Ostia. Aveva raggiunto il figlio Agostino a Milano, ormai illustre retore, e proprio nel capoluogo lombardo poté vederlo abbracciare il cristianesimo e ricevere il Battesimo dal vescovo Ambrogio. Alle porte di Roma, dove attendeva di imbarcarsi per l’Africa con quel “figlio di tante lacrime” che aveva deciso di consacrarsi a Dio, la colse una febbre che la condusse alla morte. Le sue spoglie oggi sono custodite a Roma nella Basilica dedicata a Sant’Agostino.


www.radiovaticana.org

Nessun commento:

Posta un commento

Il Santo Rosario del Vaticano...pregate con me!!!







http://farm2.static.flickr.com/1159/558258166_17430cdb60.jpg





Esposizione dei misteri

Il Rosario è composto di venti "misteri" (eventi, momenti significativi) della vita di Gesù e di Maria, divisi dopo la Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae, in quattro Corone.

La prima Corona comprende i misteri gaudiosi (lunedì e sabato), la seconda i luminosi (giovedì), la terza i dolorosi (martedì e venerdì) e la quarta i gloriosi (mercoledì e domenica).

«Questa indicazione non intende tuttavia limitare una conveniente libertà nella meditazione personale e comunitaria, a seconda delle esigenze spirituali e pastorali e soprattutto delle coincidenze liturgiche che possono suggerire opportuni adattamenti» (Rosarium Virginis Mariae, n. 38).

Per aiutare l'itinerario meditativo-contemplativo del Rosario, ad ogni "mistero" sono riportati due testi di riferimento: il primo della Sacra Scrittura, il secondo del Catechismo della Chiesa Cattolica.



Archivio blog

Le omelie di Padre Raniero Cantalamessa





festa